Una svolta green per un lavoro pi sostenibile: Repubblica Firenze intervista Dalida Angelini
La Cgil sciopera oggi per il clima. Insieme a Fridays for Future, gli studenti, i loro insegnanti per i quali la Flc (il sindacato degli addetti alla conoscenza della confederazione) ha dichiarato sciopero. Per chiedere, spiega la Cgil, ®un serio impegno delle istituzioni e della politica in direzione di una modifica radicale dell’attuale modello di sviluppo¯. Una radicalit ambientalista nuova per la Cgil. Ne parliamo con la segretaria toscana Dalida Angelini.Angelini, non sempre in passato a Cgil stata cos green, anzi a volte stata giudicata anteporre le ragioni del lavoro a quelle dell’ambiente.®Chiariamo una cosa: la Cgil rappresenta il lavoro. Dopodich, vero, ci sono stati momenti in cui abbiamo difeso pi l’occupazione dell’ambiente. Ma da due anni a questa parte abbiamo cominciato a fare attenzione al problema ambientale e non nascondo che abbiamo anche fatto autocritica¯.Vi siete convertiti?®I tempi ormai impediscono di sottovalutare le ragioni del pianeta e sono diventati cos maturi per capire che anche il lavoro legato a uno sviluppo sostenibile che pu far fare lo scatto al nostro sistema economico¯.Dunque l’ambiente diventa centrale per la Cgil?®Non di grande rilevanza solo per i giovani, anche importanti atti internazionali confermano questa priorit . A cominciare dall’accordo di Parigi che punta alla riduzione delle emissioni non fosse altro che per mantenere la situazione attuale rivelando l’esistenza di situazioni ormai irreversibili e chiamandoci cos alla responsabilit ¯.Lo sciopero di oggi la punta dell’iceberg di una nuova coscienza eco del sindacato?®Ci stiamo lavorando da due anni. Abbiamo una piattaforma trasversale tra tutte le categorie, fondata su un modello di sviluppo che coniughi ambiente e lavoro, anzi lavoro di qualit . Troppo spesso in passato anche noi avevamo contrapposto lavoro e temi ambientali. Oggi la sfida trovare la sintesi per tutelare l’ambiente dove viviamo, la salute dei lavoratori e dei cittadini e aumentare le opportunit di un lavoro di qualit invece che al ribasso. E gi abbiamo prodotto atti concreti¯.Per esempio?®In Toscana abbiamo firmato con la Regione e tutte le categorie economiche in patto per lo sviluppo fondato sull’economia circolare in modo da sapere cosa e come si produce e non buttare pi via niente ma riciclare tutto. Ma c’ un tema che riguarda il sistema paese. Il governo parla di Green New Deal e va benissimo ma bisogna costruire intorno alle parole una strategia che non sia occasionale ma di lunga durata¯.Come la traduce in concreto questa strategia?®Se un’azienda vuole innovarsi avendo a cuore ambiente e riciclo ci sar per forza un periodo di transizione in cui bisogner anche riqualificare e formare lavoratori che potrebbero restare per un periodo fermi. Dunque andranno sostenuti con gli ammortizzatori. Il momento ora e favorevole: tecnologia, 4.0, digitalizzazione aiutano. Bisogna parlare un linguaggio comune tra Europa, Stato, Regioni, Comuni¯.Cosa possono fare Comuni e Regioni?®Si pu partire dalle citt , dall’urbanistica, i trasporti, il verde, la vivibilit . In Toscana dobbiamo mettere in sicurezza il suolo, che appena piove si allaga. Abbiamo anche qualche punto a favore, come una buona legge sul consumo zero del suolo oppure la legge sulle cave, cui noi abbiamo contribuito, per curare lavoro, ambiente, patrimonio paesaggistico. Ci siamo battuti insieme alla Regione contro chi voleva continuare a scavare marmo senza una regolamentazione. Ma dobbiamo pensare tutti insieme le politiche per la transizione e gli investimenti per garantire un futuro¯.Le ripercussioni sul lavoro? ®Tutto questo pu produrre lavoro di qualit e anche grossi risparmi. Se avessimo usato tutte le risorse date dalla Ue all’Italia peri disastri ambientali in un vero piano di tutela del suolo avremmo risparmiato e sanato il territorio. La sfida per l’ambiente complicata, non pu essere affidata solo ai cittadini, che importante facciano attenzione si rifiuti e alle plastiche, ma per il Green New Deal non basta. Ci vogliono azioni di sistema che spingano gli imprenditori a misurarsi con questa sfida e creino lavoro di qualit . Penso a occasioni come la manutenzione del suolo, la cura del dissesto ideologico, la pulizia dei fossi nelle citt . Il patto per lo sviluppo sta gi ragionando di economia circolare con i distretti della concia, che ha investito, della carta, del tessile e lo far con l’orafo e il marmo. Si pu generare sempre pi occupazione¯.(intervista a Dalida Angelini – a cura di Ilaria Ciuti – uscita su Repubblica Firenze di oggi, nel giorno del terzo sciopero mondiale per il clima di Fridays For Future)