Gara regionale, privati e strategiaÿ- Daniele Quiriconi, Segretario Confederale CGIL Toscanaÿ- Le provincie toscane, titolari dei contratti, hanno deliberato la concessione alla regione della delega al bando di gara unica sul trasporto gomma. Alcuni comuni capoluogo, tra cui Firenze Siena e Grosseto non lo hanno fatto entro il 31 Luglio, adducendo alcuni motivazioni tecniche (giunte appena rielette) altri ? Firenze – sembra che riferiscano la scelta alla ?singolar tenzone? innescata contro la regione e tutto il resto del sistema toscano.Come CGIL, abbiamo sostenuto sin da subito il processo di riforma verso il lotto unico di gara su gomma come parte del percorso per l’integrazione ferro-gomma, da perseguire attraverso lo strumento di un’aggregazione delle aziende pubbliche toscane in grado di competere su scala nazionale ed europea nella gara dei prossimi mesi.? una posizione dettata pi che da particolare sagacia industriale, dal buon senso e dalle esperienze trascorse che hanno visto la Toscana cannibalizzata in settori strategici e posta in condizione di marginalit rispetto alle funzioni di direzione.Quanto questi errori del passato possano aver avuto riflessi sulle direttrici dello sviluppo, sull’attrattivit degli investimenti, sulla selettivit del credito, sulla marginalizzazione a cui esposta, insieme a tutta l’Italia di mezzo, la nostra regione, sotto gli occhi di tutti.Per questo ci saremmo aspettato che le amministrazioni locali, salvo rare eccezioni, in questi anni disinteressatesi rispetto alle scelte gestionali di un settore strategico per la mobilit delle persone e per la modernit di un paese, assumessero almeno una visione condivisa di un processo che pure aveva avuto il via libera di ANCI, UPI, UNCEM.Cos non stato e anzi sotto le spinte, esse s corporative, di una parte di imprese e di interessi locali maldestramente mascherati, si tenta di fatto di ?impallinare? la riforma. ? un progetto destinato a fallire per la fragilit e le contraddizioni di chi vi si oppone.La vicenda ATAF e fiorentina paradigmatica; la volont di procedere, soprattutto da parte del comune capoluogo, in direzione di una privatizzazione totale dell’azienda, scorporando l’azienda in 2 e dismettendo le attivit di linea (bus e personale) al privato che contribuir nelle speranze a far vincere la gara fragile in s, espone a un rischio grave in caso di sconfitta, viene supportata, come si evince dallo studio degli advisor del Giugno scorso, da molti se e molti ma…..Ma soprattutto sbagliata concettualmente e politicamente, almeno se la guardiamo da un’angolatura riformista e progressista; il trasporto locale un bene comune per antonomasia, ha senso consegnare al privato il ruolo di dominus?? vero o non vero che esistono anche in Toscana esperienze di gestione pubblica virtuosa e esperienze di imprese private che pur usufruiscono di quote di mercato pubblico e protetto in condizione rovinosa?Si pensa che il privato liberi dalla necessit di sostenere con quote di denaro pubblico da parte dei comuni un servizio sociale che comunque strutturalmente in perdita come altri di cui solo una visione dottrinaria e ottusamente neoliberista pu immaginare privatizzabile?E ancora, perch Firenze per quel che rappresenta ATAF e il suo bacino, non si propone di guidare un’aggregazione delle imprese pubbliche toscane per vincere la gara e subito dopo, da posizione di forza, discutere dell’ingresso di un privato senza svendere l’azienda?A questa ipotesi, sostenuta dalla CGIL e dalla regione, ma anche da autorevoli interventi tra cui quello del Pofessor Barucci, stato risposto dal presidente di ATAF (quello che minaccia querele ai sindacalisti critici) che sono ipotesi dettate da ignoranza dei processi economici ( ?La Repubblica 17 Luglio?) ( SIC!!!).Noi siamo fermamente convinti che senza un’assunzione di responsabilit della politica in grado di proporre una visione lunga rispetto al governo dei processi, assisteremo solo ad una regressione, gi in atto, fatta di annunci roboanti e di teatralit un po’ miserevoli, di localismi deteriori e di campanilismi ingovernabili, alla paralisi, ma non al rafforzamento delle imprese toscane e men che meno di ATAF.Per fare un salto di qualit ci vorrebbe un’altra politica, fatta di persone che uniscano rigore a progetto, capacit di sopportare la fatica del confronto democratico, consapevoli del fatto che governare non significa ?comandare?e una politica inoltre, che sia capace di indirizzare i nominati e non si lasci indirizzare da loro.Altrimenti sar la palude e la difesa di interessi politicamente opachi dal punto di vista dei poteri, che difficilmente potranno essere mascherati con le ingegnerie finanziarie delle ?plusvalenze latenti?e delle ?rivalutazioni?.Certo a questo riguardo, non possiamo non rilevare con preoccupazione, il silenzio assordante dei partiti di centrosinistra!ÿ
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