TRAGEDIA PRATO: INCA CGIL, FRUTTO DELL’ INDIFFERENZA

L’hanno definita una tragedia annunciata, quella che si Š consumata a Prato, in una delle tante fabbriche dormitorio del distretto tessile toscano, dove si producono a prezzi stracciati indumenti per tutti i palati. Ma su questo ennesimo episodio di illegalit… c’Š qualcosa in pi— che dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto chi nell’indifferenza totale non vuole vedere i disastri di un tessuto produttivo che sta invadendo il nostro territorio nazionale, senza alcun rispetto della normativa sulla sicurezza nei posti di lavoro. Cos in una nota Morena Piccinini, presidente dell’Inca Cgil.Non c’Š solo Prato in Italia – ricorda -, ma anche tanti altri distretti industriali sparsi in altre grandi principali province, che operano in analoghe situazioni costringendo la manodopera in condizioni di schiavit—. E dietro ogni piccola azienda dormitorio ci sono responsabilit… ben precise che non possono essere sottaciute: anzi, vanno affrontate una volta per tutte richiamando ciascuno al dovere di ridare dignit… al lavoro, nella certezza del diritto alla salute di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti.Prosegue la nota: Piangere ora, cos come abbiamo fatto sei anni fa nell’incendio della Thyssen, dove persero la vita altri 7 operai, per i quali ci prepariamo a ricordarne l’evento avvenuto proprio il 6 dicembre del 2007, Š ancora una volta un atteggiamento tardivo che non consola n‚ aiuta a comprendere perch‚ ci si limiti a piangere i morti, senza neppure aver mai osato di affrontare coraggiosamente la piaga delle illegalit…, tanto diffuse da farle diventare la regola e non l’eccezione.L’auspicio – conclude la nota – Š che questa ennesima tragedia segni l’inizio di una inversione di tendenza: le istituzioni italiane a tutti i livelli obblighino ogni piccolo imprenditore al rispetto delle leggi; le rappresentanze degli imprenditori non si celino dietro gli alti costi per non rispettare la normativa sulla sicurezza; ai sindacati sia data la possibilit… di svolgere, insieme alle istituzioni, il lavoro di controllo e di prevenzione, consentendo loro di entrare in queste realt… produttive. ASCAInfortuni e morti sul lavoro negli anni del declino L’incendio nella fabbrica dormitorio di Prato, dove sette operai di nazionalit… cinese hanno trovato la morte il primo dicembre, Š probabilmente ?un caso limite?, come afferma il ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Ma, limite o non limite, va ad aumentare il tragico elenco degli infortuni mortali (quelli denunciati, quelli che si riesce ad accertare) nel nostro Paese.I lavoratori morti dall?inizio dell?anno sono documentati in 539 persone. Ma superano i 1.150 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere (stima minima su percentuali rispetto ai morti sul lavoro che ogni anno si rilevano costanti con variabili del 5055% sul totale delle morti). Tra l’altro, di altri tantissimi lavoratori (oltre 500) che muoiono sulle strade e in itinere, e non solo, si sa solo che hanno denunciato la morte di un parente e che la loro morte non Š riconosciuta come infortunio mortale, e spesso viene riconosciuta solo dopo lunghi processi. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio indipendente di Bologna sui morti sul lavoro, curato da Carlo Soricelli. Dal 1 gennaio 2008, giorno d’apertura dell’Osservatorio, sono stati monitorati 3.689 lavoratori morti sui luoghi di lavoro comprese le vittime morte anche molto tempo dopo a causa dell’infortunio. Con le morti sulle strade e in itinere si arriva a superare le 7.200 vittime.Le statistiche ufficiali diramate a luglio 2013 dall?Inail continuano segnalano una diminuzione, sia negli incidenti sia nelle morti sul lavoro, ma in molti ritengono che ci sia un nesso col calo di ore lavorate e con l?aumento della disoccupazione: se non si lavora, non si muore sul lavoro. Ad ogni modo, questi sono i dati certificati dall?Inali per il 2012: 745.000 denunce di infortuni (-9% sul 2011 e -23% sul 2008). 790 incidenti mortali accertati (un nuovo minimo) a fronte di 1.296 denunce, con un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008.Nel 2010 gli infortuni mortali accertati furono 983, l’anno precedente 1.011. Nel 2012, delle 790 vittime, 726 erano uomini e 64 donne. Il maggior numero di incidenti si Š registrato nelle regioni del Nord ovest (212) seguite da quelle del Nord est (202), dal centro (149), dal Sud (167) e dalle isole (60). Le vittime under 30 sono state 94, 100 quelle over 60. Quasi il 90% delle 23mila aziende controllate dagli ispettori dell’Inail sono risultate irregolariI rischi del disimpegno Se allarghiamo il discorso alla prevenzione e, in generale, alla sicurezza e salute nella aziende ?in regola?, lo scenario non invoglia all?ottimismo. Un rapporto dell?Ilo (l?Organizzazione internazionale del lavoro) denuncia poi un altro nesso tra la crisi economica e la sicurezza sul lavoro: il rischio che le imprese si disimpegnino dalla salute e sicurezza.Gli effetti potenziali del disimpegno delle imprese nella salute e sicurezza sul lavoro durante una crisi economica globale, proprio quando la prevenzione diventa pi— importante per i lavoratori e per quelli che perdono l?impiego, potrebbero essere drammatici.La salute, ricorda lo studio dell?Ilo, Š stata storicamente un fattore determinante di crescita: per questo Š importante valutare l?impatto sulla stessa in tempi di crisi economica globale, cos come gli effetti che un declino economico ulteriore e altri mutamenti dell?organizzazione del lavoro potrebbero avere. ? in questo contesto che l?agenzia Onu ha commissionato la ricerca alla base del rapporto, per determinare in che modo le imprese hanno risposto alla crisi finanziaria ed economica globale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.Lo studio ha esaminato l?impatto della ?grande recessione? (2007-2009) sui sistemi di gestione della prevenzione, utilizzando i dati ottenuti da imprese multinazionali, relazioni tecniche e letteratura ?grigia? (rapporti di agenzie o gruppi di ricerca scientifica, documenti di lavoro, ?libri bianchi? ecc.). Il rapporto fornisce alcuni esempi di come molti aspetti dei sistemi di gestione della salute e sicurezza, applicati precedentemente alla recessione, possano proteggere i lavoratori e le imprese in tempi economicamente difficili, dando vita a una serie di raccomandazioni per aiutare le imprese a decidere come dovrebbero rispondere in modo adeguato, quando pu• essere richiesto il taglio dei costi. Innanzitutto, viene ricordato che, a lungo termine, con la ripresa dell?economia, le aziende avranno bisogno di forza lavoro sana e sicura pi— che mai. Si invitano pertanto le imprese a prendere pienamente in considerazione la salute e sicurezza durante le ristrutturazioni e le attivit… di ridimensionamento e a farne oggetto di consultazione con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, affinch‚ partecipino all?elaborazione di politiche e misure adeguate.Sono indubbi, da un punto di vista scientifico, i benefici che provengono dalla partecipazione dei lavoratori all?interno dei processi di miglioramento continuo per la qualit… del lavoro e la produttivit…, che non devono essere tralasciati anche in tempo di crisi: dovrebbero, quindi, essere sempre realizzati il monitoraggio e la valutazione degli effetti sulla salute di qualsiasi ristrutturazione. ? perci• importante per le aziende, afferma l?Oil,identificare l?impatto che c?Š stato sui sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro durante la recessione e determinare correttamente le risorse in materia che sono necessarie per il futuro.I suicidi L?Ilo ricorda inoltre che, a livello europeo, uno studio su 26 paesi ha mostrato che un aumento della disoccupazione Š stato associato con aumenti significativi dei tassi di suicidio. ? noto il caso France Telecom, dove l?Ispettorato del lavoro ha rilevato che metodi di gestione ?patologici? per ottenere l?obiettivo di 22.000 tagli al personale sono stati responsabili di una crescente incidenza di suicidi dall?inizio del 2008. In altri termini, le persone che perdono il lavoro nel corso di una recessione sono a maggior rischio di suicidio, afferma l?Oil, sottolineando che per i meno istruiti i rischi sono ancora pi— alti e che l?aumento dei tassi di suicidio Š un segno di alti livelli di disagio mentale tra i lavoratori e le loro famiglie. Tuttavia, la prevenzione nei luoghi di lavoro diventa ancora pi— importante in tempi di crisi economica, perch‚ pu• proteggere e promuovere una migliore salute e questo pu• portare a un aumento della domanda e della produttivit… del lavoro. da www.rassegna.it,

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