Traffico d’oro, Gdf Bologna smantella ‘rete’ per riciclaggio Dieci persone arrestate, sequestro preventivo per 7,4 milioni
Un’organizzazione composta da 29 persone di nazionalit italiana, turca, cinese e romena, che raccoglieva denaro contante, derivante da probabile evasione fiscale di alcuni imprenditori, con cui venivano acquistati lingotti d’oro, senza punzonatura e certificati di provenienza, che poi venivano esportati in diversi Paesi – Turchia, Grecia e Spagna – e immessi nei mercati ufficiali del settore. A scoprirla, nell’ambito dell’operazione ‘Pietra Filosofale’, stata la Guardia di Finanza di Bologna che ha condotto oltre due anni e mezzo di indagini, con il coordinamento del procuratore Giuseppe Amato e del sostituto Marco Forte. Eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip Alberto Gamberini, di cui sette in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di un cittadino turco, di quattro persone di origine cinese e cinque italiane. Dovranno rispondere di associazione a delinquere, riciclaggio di proventi illeciti e ricettazione con l’aggravante del reato transnazionale. Quindici le perquisizioni che sono in fase di esecuzione quattro ‘mandati di arresto europei’ in Romania e Turchia. Sequestrati, in diversi momenti, 70 chili di oro, per un valore di 2,5 milioni di euro, e denaro contante per quasi 1,5 milioni; sequestro preventivo, per un ammontare di circa 7,4 milioni di euro, di beni mobili, immobili e finanziari. Il fulcro del sistema, come lo ha definito il procuratore Amato, era As Serdar Tamsan, commerciante 50enne nato a Diyarbakir in Turchia: facendo scalo, per partenze e arrivi, anche dall’Aeroporto Marconi di Bologna – oltre a Pisa e Fiumicino – raggiungeva la Toscana per raccogliere il denaro frutto, secondo le indagini, da evasione fiscale di imprenditori cinesi della provincia di Firenze e Prato. Ad Arezzo il denaro veniva usato per acquistare oro che veniva poi portato all’estero. Il ricavato dell’immissione nel mercato, secondo i finanzieri, confluiva sui conti correnti delle societ turche riconducibili al 50enne e da l trasferito a imprese romene collegate sempre allo stesso per poi essere spostato su conti di societ di comodo del Regno Unito costituite dagli imprenditori cinesi che ne avevano originato la provvista.(ANSA).