Toscana, pronto soccorso sociale, si estende sperimentazione

Cresce e si potenzia la rete del Seus, il pronto soccorso del servizio sociale in Toscana. Come ripota una nota della Regione, il servizio, che permette di fronteggiare h24 e 365 giorni all’anno le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale, entra nella ‘fase 2′ della sperimentazione che prevede una organizzazione più capillare e strutturata nei territori. Grazie infatti a una delibera approvata dalla giunta regionale su proposta dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, e in virtù di un contributo regionale di 540.000 euro, le centrali operative passano da una a tre (a Toscana centro si aggiungono la centrale per Toscana sud-est e nord-ovest) e raddoppiano, passando da 10 (quasi tutte nell’area Toscana centro) a 20 le zone-distretto della Toscana coinvolte. E’ quindi un passaggio decisivo per la graduale estensione di questo servizio a tutto il territorio regionale. In quali casi viene attivato il Servizio emergenza urgenza sociale (Seus)? Tra le motivazioni più frequenti ci sono esplosioni di alta conflittualità in nuclei familiari fragili, episodi di violenza e maltrattamento di donne o di persone anziane, manifestazioni di grave malessere in ragazzi e adolescenti, improvviso abbandono o stato di solitudine di persone non autosufficienti o gravemente disabili. In situazioni come queste, per le quali un intervento sociale è necessario e indifferibile, questo servizio garantisce l’attivazione tempestiva di un pronto intervento di sostegno per garantire una stabilizzazione della situazione, o per evitare un suo peggioramento o un rischio per l’incolumità della persona coinvolta. Nella casistica di questi primi tre anni di attivazione sperimentale il servizio è intervenuto oltre 2.300 volte, di cui 720 nei primi undici mesi di quest’anno. “A pieno regime – è il commento dell’assessora Spinelli – un servizio come il Seus permetterà a tutti i cittadini toscani di poter avere una risposta immediata in caso di situazioni gravi sotto il profilo sociale. Siamo la prima e sino a oggi unica regione in Italia che ha scelto questa strada e vogliamo percorrerla con determinazione. La delibera approvata dà una grande spinta in questa direzione perché aumenta i territori coinvolti, e struttura meglio l’organizzazione complessiva. Il Seus permette di integrare la risposta sociale con quella sanitaria, valorizza tante professionalità degli assistenti sociali a livello territoriale, anche in collaborazione con il terzo settore, e permette una continuità fondamentale tra l’evento che ha determinato l’intervento del Seus e la presa in carico dei servizi sociali”. In questi primi tre anni di sperimentazione il pronto soccorso sociale è stato attivato 2.383 volte: i 697 interventi nel 2018 sono saliti a 951 nel 2019; nei primi undici mesi del 2020 gli interventi sono stati 735. Gran parte delle richieste di intervento (906) sono giunte dai servizi sociali, seguiti dagli ospedali (765) e da forze dell’ordine e polizia municipale (460). Nel 2020 il Seus è stato attivato soprattutto a seguito di criticità gravi legate all’emergenza abitativa (160 casi), a violenza di genere (148), a conflittualità familiare (120). Ma vi sono stati anche interventi per situazioni di assenza di mezzi di sostentamento (31), di abbandono (43), per abusi sessuali (6) e atti di bullismo (2). (ANSA).

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