Toscana: gennaio 2021 su dicembre 2020, +8.4% crescita denunce infortunio sul lavoro da Covid

In Toscana sono state 7.780 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 da gennaio 2020 al 31 gennaio 2021, il 5.3% del totale italiano dove le denunce sono state 147.875.
La provincia più colpita Firenze con 2.760 denunce (35.5% del totale), la meno Siena con 202 (2.6% del totale).
I morti da Covid sul lavoro sono stati 14, il 3% del totale nazionale che di vittime ne ha contato 461.
Sempre in Toscana la variazione percentuale rispetto alla rilevazione del mese di dicembre è stata del +8.4%, la maggiore a Livorno con un +11.9%, la minore a Pistoia con un +6%. Nessun morto da Covid si è registrato a gennaio.

Rispetto alla data di rilevazione del 31 dicembre2020 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 603 casi (+8,4%), di cui 223 avvenuti nel mese di gennaio 2021, 114 a dicembre e 177 a novembre 2020, i restanti casi sono riconducibili ai mesi precedenti.
L’aumento ha riguardato tutte le province, in particolare per intensità del fenomeno, in termini assoluti Firenze, mentre in termini relativi Livorno e Lucca.

-L’analisi nella regione per mese dell’evento mostra incidenze dei contagi professionali più elevate tra aprile e novembre 2020 rispetto al dato medio nazionale. I picchi regionali si osservano nei mesi di aprile (con il 21% delle 7.780 denunce) in corrispondenza del periodo di lockdown e di novembre (26%) per la “seconda ondata”. Nell’ultimo bimestre la regione ridimensiona le incidenze rispetto alla media nazionale (13% dei casi rispetto al 21% dell’Italia).
Gli eventi mortali sono rimasti invariati.
Le professioni
– tra i tecnici della salute l’83,2% sono infermieri, il 4,6% assistenti sanitari, il 4,3% fisioterapisti; – tra le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali il 99,8% sono operatori socio-sanitari;
– tra le professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati il 78,9% sono operatori socioassistenziali;
– tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari il 48,9% sono ausiliari ospedalieri, il 26,8% sono inservienti addetti al trasporto di ammalati e il 14,3% sono ausiliari sanitari e portantini.
L’attività economica
– la gestione Industria e servizi registra il 98,1% delle denunce, segue la gestione per conto dello Stato (Amministrazioni centrali dello Stato, Scuole e Università statali, con l’1,7% dei casi), residuali i contagi nella Navigazione e in Agricoltura;
– il 69,0% delle denunce codificate per attività economica (Ateco) riguarda il settore “Sanità e assistenza sociale”, il 46,7% dei casi è concentrato nell’assistenza sanitaria;
– il “Noleggio e servizi alle imprese” registra il 5,7% delle denunce codificate, nello specifico il 46,7% dei casi proviene dall’attività di “Ricerca, selezione, fornitura di personale” con lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia); il 41,6% dall’attività di “Servizi per edifici e paesaggio”, con gli addetti alle pulizie tra i più colpiti;
– il “Trasporto e magazzinaggio” registra il 3,8% delle denunce, oltre otto casi su dieci interessano i servizi postali e le attività di corriere;
– il settore “Altre attività di servizi”, incide per il 3,8% delle denunce, distribuite tra” Attività di organizzazioni associative” (66,2%) e “Altre attività di servizi per la persona” (33,8%);
– le “Attività manifatturiere” contano il 3,7% dei contagi, in particolare, nel 62,4% dei casi interessano i lavoratori delle attività della stampa.
I decessi
– i decessi hanno riguardato quasi esclusivamente i settori dell’Industria e Servizi; – i lavoratori più colpiti quelli dell’area sanitaria (circa il 30% dei casi codificati).
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Toscana-scheda-regionale-covid-31-gennaio-2021
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ITALIA

INIZIO 2021: SEGNATO ANCORA DRAMMATICAMENTE DALLE MORTI SUL LAVORO PER COVID.

DA GENNAIO 2020 A GENNAIO 2021 SONO 461 LE VITTIME.

+ 9% L’INCREMENTO DELLA MORTALITÀ NEL SOLO MESE DI GENNAIO RISPETTO A DICEMBRE.

ANCORA IN LOMBARDIA IL MAGGIOR NUMERO DI VITTIME. MENTRE SUL FRONTE DELL’INCIDENZA, RISPETTO ALLA POPOLAZIONE LAVORATIVA, EMERGONO I DATI DELLA VALLE D’AOSTA, DELLA LIGURIA E DELL’ABRUZZO.

SONO 147.875 LE DENUNCE DI INFORTUNIO NON MORTALE SUL LAVORO LEGATE AL CORONAVIRUS. CRESCIUTE DEL 12,8% NEL MESE DI GENNAIO 2021.

LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO LE REGIONI CON IL MAGGIOR NUMERO DI DENUNCE DI INFORTUNIO.

Tragico il bilancio italiano delle vittime sul lavoro causa Covid, sono 461 i  morti da gennaio 2020 a gennaio 2021. Nel primo mese dell’anno sono 38 le vittime in più rispetto a dicembre 2020, mentre le denunce di infortunio non mortale sono arrivate a 147.875, ovvero 16.785 in più rispetto al dicembre 2020.”
È questa la prima istantanea dell’onda lunga del Covid nel mondo del lavoro, nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering nelle parole del suo presidente, l’ingegner Mauro Rossato.
Un anno di pandemia con un bollettino che non s’arresta. Anzi. L’incremento della mortalità è pari al 9% nel mese di gennaio rispetto a dicembre 2020 mentre per le denunce di infortunio non mortale legate al Covid 19 l’aumento è addirittura del 12,8%.
Ancora in Lombardia il triste primato di vittime sul lavoro per Covid con il 35,4% delle denunce (163 decessi), seguita da: Campania (48 decessi), Piemonte (40), Emilia Romagna (37 decessi), Lazio (35 decessi), Puglia (25 decessi). E la triste graduatoria prosegue con la Liguria (20 decessi), la Sicilia (18), l’Abruzzo (15), la Toscana (14), Marche e Veneto (12 decessi), Umbria (5 decessi), Calabria (4), Molise e Friuli Venezia Giulia (3), la provincia autonoma di Trento, la Valle d’Aosta e la Sardegna (2).
Per quanto riguarda poi la graduatoria ancora più significativa dell’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, subito dopo la Lombardia che continua ad indossare la maglia nera con un indice di 37,1 rispetto ad una media di 18,4, emergono sconfortanti i dati della Valle D’Aosta (36,6), quelli della Liguria (33,2), dell’Abruzzo (30,6), della Campania (28,7), del Molise (28,6), del Piemonte (22) e della Puglia (20,9).
Tra le incidenze di mortalità meno elevate emergono quelle di: Sardegna (3,6), Basilicata (5,3) e Veneto (5,6).
Il 17,1% degli infortuni mortali per COVID ha coinvolto l’universo femminile. Mentre la percentuale sale a ‘quasi’ il 70% nelle rilevazioni degli infortuni non mortali per Coronavirus.
Il 91,5% delle denunce di morti sul lavoro per Covid rientra nell’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva con il 25,9% delle denunce con esito mortale troviamo il settore Sanità e Assistenza Sociale, seguono con il 13,2% dei casi le Attività Manifatturiere (lavorazione prodotti chimici, farmaceutica, stampa, industria alimentare…), e con il 10,7% il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (attività degli organi preposti alla sanità: es. Asl, legislativi, esecutivi) e quello di Trasporti e Magazzinaggi, mentre il Commercio arriva a rappresentare il 9,8% dei decessi.
Le vittime svolgevano le seguenti mansioni: impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (11,2%), tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) (10,7%), medici (6,7%).
E ancora: conduttori di veicoli a motore (5,6%), operatori sociosanitari (5,1%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli) (4,2%).
Mentre le denunce di infortunio con esito non mortale legate al Covid-9, registrate da gennaio 2020 a gennaio 2021, sono state 147.875 (pari ad un quarto del totale – secondo dati Inail).
E sono cresciute del 12,8% nel mese di gennaio 2021 rispetto a dicembre 2020.
Il 97,7% delle denunce di infortuni non mortali dovuti a contagio da Covid-19 rientrano nell’Industria e nei Servizi. E, come già visto per gli infortuni mortali, anche in questo caso è il settore “Sanità e Assistenza Sociale” a far rilevare il maggior numero di denunce con il 68,8% del totale delle denunce. Seguono: il settore dell’Amministrazione Pubblica (9,2% delle denunce); il settore dei servizi di vigilanza, attività di pulizia fornitura di personale e call center (4,4% delle denunce); le Attività Manifatturiere (2,9% delle denunce).
Quasi il 40% delle denunce di infortunio riguardano i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti), seguiti dagli operatori sociosanitari OSS (assistenti nelle case di riposo) con 19,3% delle denunce; dai medici (9,2%) e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 7,3%. E ancora dal 4,8% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 3,9% di impiegati addetti – impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali; dal 2,2% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.
Alla Lombardia la maglia nera delle denunce di infortunio legate al Covid con il 27,1% del totale nazionale.  Seguono: Piemonte 13,9%, Veneto 10,4%, Emilia Romagna 8%, Lazio 5,9%, Campania 5,4%, Toscana 5,3%, Liguria 4%, Puglia 3,5%, Sicilia 2,9%, Marche 2,4%, Friuli 2,2%, Provincia Autonoma di Trento 1,8%, Sardegna 1,6%, Abruzzo 1,6%, Provincia autonoma di Bolzano 1,4%, Umbria 0,7%, Calabria 0,6%, Valle D’Aosta e Basilicata 0,5%, Molise 0,2%.
“I dati raccontano in modo dettagliato il dramma delle morti e degli infortuni legati al Covid19. Una proiezione che deve aiutarci a riflettere su quanto si possa fare sul fronte della prevenzione. Perché gli strumenti legislativi nel nostro Paese ci aiutano ad evitare il contagio nei luoghi di lavoro e ora che sono arrivati anche i vaccini, il percorso sul fronte preventivo potrà essere sempre più efficace”.

Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Enineering

Dati Nazionali Infortuni COVID al 31-01-21

 

 

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