Toscana: sindacati, 80.000 famiglie in emergenza abitativa, 30% fuori casa entro 2021

L’esecuzione indiscriminata di questa grande mole di sfratti sarebbe un dramma per migliaia di cittadini ed un colpo durissimo per la coesione sociale. Per questo chiediamo a tutte le forze politiche e istituzionali di intervenire per consentire ‘il passaggio da casa a casa’ delle famiglie in difficoltà economica.
Nonostante la gravissima carenza di case popolari ed un mercato dell’affitto privato in cui i canoni di locazione sono ormai da molto tempo incompatibili con i redditi di una parte consistente dell’inquilinato, nessun provvedimento per garantire il passaggio da casa a casa delle famiglie indigenti è all’ordine del giorno del Governo e del Parlamento.

Anche in un contesto generale caratterizzato dal progressivo impoverimento dei lavoratori, dalla difficoltà delle periferie dei maggiori centri urbani e da una pandemia non ancora definitivamente risolta, l’esecuzione indiscriminata di questa grande mole di sfratti sarebbe un dramma per migliaia di cittadini ed un colpo durissimo per la coesione sociale.
E non si tratta di una narrazione di parte: anche l’Istat ha appena comunicato che vi sono circa 866.000 famiglie povere in affitto che corrispondono ad oltre il 43% di tutte le famiglie povere a fronte di una quota di famiglie in affitto rispetto al totale dei residenti che è soltanto del 18%.

In Toscana si stima che siano 80.000 mila le famiglie in emergenza abitativa e di queste 30% rischiano di avere un’esecuzione con forza pubblica entro la fine del 2021. Per questo chiediamo a tutte le forze politiche e istituzionali di intervenire per consentire ‘il passaggio da casa a casa’ delle famiglie in difficoltà economica.
L’auspicio è che su tutto il territorio toscano siano rimesse nel circolo virtuoso delle assegnazioni, le oltre 3500 case popolari sfitte e che si costituiscano i tavoli Territoriali per l’emergenza abitativa (come previsto dalla legge 2/2019), necessari per coordinare tutti i soggetti che a livello locale si ritroveranno prossimamente coinvolti nella gestione dell’emergenza casa (uffici giudiziari preposti alle esecuzioni, Comuni, enti gestori delle case popolari, organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini, enti del terzo settore).
Come sottolineato recentemente dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 128 del 2021) si tratta del resto dell’unica via praticabile per una gestione organizzata e puntuale dell’emergenza casa.
E’ quindi necessario prima di tutto un faticoso lavoro di tracciamento e presa in carico del disagio sociale che si annida sotto l’enorme mole degli sfratti che si sono accumulati nel tempo.
Questo nella speranza che poi, una volta usciti da questa delicatissima fase, verranno finalmente riavviate politiche abitative di tipo strutturale per ampliare l’offerta di case popolari e regolamentare il mercato privato delle locazioni ad uso abitativo primario tenendo conto dell’effettiva disponibilità economica delle famiglie.

La difficile situazione creata dalla Pandemia, ha fatto aumentare in Toscana, il numero di famiglie in difficoltà economica: il 70% delle persone sono lavoratori in difficoltà, colpiti dalla emergenza sociale, senza possibilità di risoluzione dal punto di vista abitativo.
Per queste motivazioni Cgil, Cisl, Uil , Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini della Toscana, chiedono alle Istituzioni sul territori di attivarsi per evitare il ‘tracollo’ sociale, che il mancato passaggio ‘da casa a casa’ potrebbe provocare.

CGIL, CISL, UIL, SUNIA, SICET, UNIAT E UNIONE INQUILINI DELLA TOSCANA

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