Test da medici base: Cgil, accordo operazione di facciata

“Un accordo sbagliato, un’operazione di facciata, inutile e pericolosa, che serve solo a coprire le mancanze delle Regioni nell’organizzazione dell’assistenza territoriale”. Lo afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Andrea Filippi, commentando l’esito della trattativa alla Sisac, l’ente di contrattazione pubblica, per i test negli studi medici del territorio e la diagnostica di base. “Non è affidando i tamponi agli studi privati dei medici di medicina generale che si contribuisce ad arginare la travolgente diffusione della pandemia”. Ma soprattutto, prosegue Filippi, “è un accordo pericoloso perché mina la salute di cittadini e medici che non possono garantire la sicurezza necessaria nei loro studi.
Filippi poi continua:”È necessario uscire dalla logica dell’isolamento dei professionisti che dall’inizio della pandemia sono abbandonati senza mezzi di protezione, senza protocolli organizzativi, e senza sostegno multiprofessionale, per recuperare una logica di sistema e di organizzazione integrata”. Questo accordo, conclude, “lede l’immagine dei medici di medicina generale facendoli passare per dei mercenari che lavorano a cottimo, quando al contrario sono seri professionisti che chiedono di essere tutelati insieme ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari e che non vogliono svendere la propria sicurezza e la vita per risorse economiche aggiuntive che il governo potrebbe spendere in modo più appropriato attrezzando luoghi sicuri in contesti integrati per fare i tamponi”, (ANSA).

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Test da medici famiglia, accordo firmato solo da Fimmg. Altri sindacati:”Non garantisce sicurezza cittadini e operatori”
Firmato con la Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) l’accordo che consente ai medici di famiglia di eseguire i tamponi rapidi. Il documento è stato siglato solo dalla Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg). Le altre sigle sindacali (Sindacato nazionale autonomo dei medici Italiani-Snami, Intesa sindacale e Sindacato medici italiani-Smi) non hanno firmato ritenendo che l’accordo “non garantisca la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari”. (ANSA).

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