Ci auguriamo che Governo e Parlamento affrontino con un altro approccio il tema delle politiche abitative rispetto a quanto proposto da Colao, perchŽ pensare di riproporre un modello come quello del cosiddetto Social Housing che in oltre dieci anni non ha dato risposte alla domanda pi debole vuol dire non conoscere il problema.Oggi, ed ormai da tempo, il problema centrale nel nostro Paese  lÕaumento dellÕofferta di alloggi in affitto a canoni sostenibili per una domanda sempre pi debole di famiglie impoverite, debolezza che si accentuerˆ con la pandemia ed una offerta privata che, in particolare nelle aree metropolitane ma non solo, non incontra una parte consistente della domanda.Riproporre uno schema di intervento che ancora una volta vede al centro la proprietˆ della casa, immediata o differita che sia, appare pi una risposta alle esigenze dellÕofferta che non una soluzione per il disagio abitativo.Immobili dismessi ed aree da recuperare vanno sicuramente utilizzate come propone il piano, ma con una strategia di rigenerazione urbana inclusiva, dove la creazione di un mercato dellÕaffitto sostenibile sia una delle direttrici di intervento.Le proposte avanzate dal SUNIA e dalla CGIL in questi giorni hanno questa ambizione, lo stesso Piano di rinascita urbana lanciato dal Governo con lÕultima Legge di bilancio, pur con tutti i suoi limiti e le scarse risorse, potrebbe andare in questa direzione. Le proposte del piano Colao rappresentano un passo indietro rispetto a queste elaborazioni.Per affrontare in maniera adeguata il disagio abitativo  necessario un massiccio intervento dello Stato, sia in termini di risorse che di governo pubblico delle trasformazioni urbane. LÕintervento dei privati  sicuramente indispensabile ma allÕinterno di un quadro di riferimento che progressivamente riduca il disagio abitativo e renda le cittˆ inclusive”.Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia”