E’ tempo di rinnovare il contratto anche ai dirigenti di Stato. Dopo i medici e i presidi ora la volta di chi ricopre alte cariche nei ministeri, all’agenzia delle Entrate o all’Inps. In ballo ci sono aumenti medi di 250 euro lordi al mese. Rialzi che arrivano dopo dieci anni di blocco e in ritardo rispetto al triennio a cui sono ancorati, 2016-2018. A imprimere un’accelerazione, o piuttosto a mettere dei paletti ai rinvii, Antonio Naddeo, neo presidente dell’Aran, l’agenzia che ha il compito di condurre i negoziati in materia di pubblico impiego. Se c’ la volont delle parti il 5 settembre si pu chiudere, dice Naddeo, che ha gi guidato l’Aran nella veste di commissario straordinario. Gioved prossimo, infatti, l’agenzia e i sindacati torneranno a riunirsi. In un incontro che non nasce per essere come interlocutorio. Per Naddeo, poi, il lavoro praticamene fatto. L’ex presidente, Sergio Gasparrini, non avrebbe lasciato nodi tanto complicati da far incagliare i negoziati. E poi l’Aran in queste ore sarebbe impegnata a raccogliere le richieste dei sindacati. Ecco perch Naddeo si dice ottimista e fiducioso circa una rapida chiusura di un contratto che interessa 6.700 teste, tra cui poco meno di 400 sono ‘prime fasce’, il top della dirigenza pubblica. L’obiettivo dichiarato del presidente dell’Aran quindi la firma ma, non pu che far notare, l’accordo si fa in due. In caso quindi ci sar un altro incontro. La categoria dei pubblici della Cgil per il momento mostra cautela: non vorremmo deludere le aspettative del presidente Naddeo ma dovranno arrivare risposte alle nostre richieste. Detto ci la Fp Cgil ribadisce la sua disponibilit a dare finalmente un contratto che manca da un decennio. Troppi anni anche per la Cisl Fp. Vista la situazione politica, non allungare ancora i tempi reputato necessario da pi parti. La Uil Pa si considera cos disponibile ad ogni approfondimento che possa portare alla pi rapida conclusione. Per l’Unadis semplicemente non pi procrastinabile la firma di un contratto gi scaduto. Ma non questo il solo fronte caldo della P.a, la Confsal Unsa ricorda che si attende il decreto sul prestito bancario di 45 mila euro per il Tfr degli statali, testo fermo al Consiglio di Stato. Secondo il sindacato, promotore del ricorso alla Consulta sul tema, la soluzione dell’anticipo sarebbe per una bufala. Il segretario generale dell’Unsa, Massimo Battaglia, reclama una misura strutturale che ponga fine a pagamenti dilazionati fino a 51 mesi. (ANSA)
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