Strage dei Georgofili, ricordi e moniti nella lunga commemorazione on line. Rossi: Mai abbassare la guardia

Ventisette anni fa unÕesplosione sconquass˜ quella che sembrava una tranquilla notte fiorentina, sotto la Torre deÕ Pulci nel centro storico della cittˆ: il fuoco, il tappetto di vetri e calcinacci attorno agli Uffizi e lÕodore di esplosivo, di quei trecento chili di tritolo con cui era stato imbottito un Fiat Fiorino. Fu chiaro quasi immediatamente che non era stata una fuga di gas ma un attentato: un attentato di mafia. Morirono cinque persone: Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lei custode dellÕAccademia dei Georgofili e lui ispettore dei vigili urbani, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi e lo studente universitario fuori sede di Sarzana Dario Capolicchio. Altre quarantuno rimasero ferite.Ventisette anni dopo la Toscana ricorda Ð lo farˆ anche stanotte, deponendo alle una e quattro minuti, lÕora in cui esplose la bomba, una corona sul luogo dellÕattentato – e cՏ un filo rosso che lega lÕuno allÕaltro le quattordici testimonianze e interventi video di una commemorazione che, a causa delle regole per fronteggiare lÕepidemia sanitaria in corso, questÕanno non si  potuta svolgere in una sala gremita di persone come al solito ma rivive, da stamani, on line sul web.Il filo rosso  quello del senso della memoria Ð perchŽ la memoria, quella che non si riduce a vuoto cerimoniale, ha senso anche dopo ventisette anni – e della ricerca della veritˆ: una memoria che rimanga viva e una ricerca mai paga di fronte ad interrogativi rimasti in sospeso e che reclamano una risposta. Due corni di un impegno civico assorbente ben rappresentato dalla presidente dellÕassociazione ÒTra i familiari delle vittime strage dei GeorgofiliÓ Giovanna Maggiani Chelli, scomparsa lÕanno scorso e che tutti hanno voluto ricordare.Coltivare la memoria vuol dire raccontare ai giovani la strage (e i fili che si mossero dietro quellÕattentato), vuol dire raccontare cosa  la mafia, lÕndrangheta e la cammorra che fa affari anche in Toscana. Vuol dire costruire archivi e case delle memoria e farli frequentare, come ad esempio il Centro di documentazione e legalitˆ democratica che ha sede allÕultimo piano del palazzo della presidenza della Regione, affacciato su piazza del Duomo, ricco di materiali non solo sui Georgofili ma su tante altre pagine buie della Toscana. Vuol dire ad esempio, come annuncia lÕassessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, anche digitalizzare gli atti processuali donati alla Regione dallÕassociazione delle vittime, perchŽ cio a iuta a renderli pi fruibili. Aiuta la memoria, lo studio e la consapevolezza. ÒUn progetto Ð spiega Ð in cui saranno coinvolti anche i detenuti e che stiamo portando avanti assieme a Procura e Provveditorato dellÕamministrazione penitenziariaÓ.ÒPer combattere le mafie servono bravi magistrati, intelligenti e decisi ad andare fino in fondo, ma anche sensibilitˆ e conoscenza diffusaÓ si sofferma ancora Bugli. Per il presidente della Toscana Enrico Rossi la memoria diventa cos“ un monito sullÕesigenza di non abbassare mai la guardia. ÒLo strumento principale per contrastare la criminalitˆ organizzata sta per˜ nelle mani della politica democratica e nella partecipazione collettivaÓ dice.La grammatica della criminalitˆ organizzata  rispetto al 1993 cambiata: la stagione delle stragi  finita. ÒMa lÕaggressione delle mafie cՏ ed  pi forte di ieri, solo pi mimetizzata Ð dice la prefetta di Firenze, Laura Lega Ð UnÕaggressione che punta al cuore del sistema economico, finanziario e produttivoÓ. E in momento di crisi, come piccole e medie aziende in difficoltˆ come oggi dopo il blocco forzato imposto dallÕepidemia Covid, il rischio di una metastasi aumenta.La memoria ha alal fine una funzione esternatrice per la presidente della Corte di appello di Firenze, Margherita Cassano, la quale affonda nella consapevolezza dei valori fondanti della democrazia. Anche per Marilena Rizzo, presidente del Tribunale di Firenze, la memoria del passato  necessaria. Non ci pu˜ essere, avverte, vera Òmemoria senza veritˆÓ – quella perseguita da tanti magistrati che non si sono arresi, quella che il procuratore della Repubblica Giuseppe Creazzo nel suo intervento per la commemorazione afferma che il suo ufficio continua e continuerˆ a ricercare. Ma non ci pu˜ essere Òneppure libertˆ senza veritˆÓ, come diceva Aristotele. Quella veritˆ, proprio tutta, che invoca anche il sindaco di Firenze D ario Nardella e che costituisce un imperativo morale anche per Pietro Grasso, oggi senatore della Repubblica e ieri magistrato, impegnato a Firenze dal 1997 al 1999 nellÕindagine sulla strage dei Georgofili assieme al compianto Gabriele Chelazzi. Se infatti sono noti e sono stati condannati gli esecutori materiali e i mandanti interni, sconosciuti ancora sono i volti di chi dall’esterno quella strage lÕordin˜ o non fece nulla per fermarla.La maratona on line prosegue per tutto il pomeriggio. Paolo Bolognesi, presidente dellÕassociazione tra i familiari e le vittime della strage di Bologna, ricorda lo spettro di depistaggi ed assoluzioni nelle (troppe) stragi italiane, tutte accomunate da un identico disegno eversivo, dove lÕultimo velo sulla veritˆ non mai  stato strappato. Il sindaco di San Casciano Roberto Ciappi racconta il ÒGiardino del tramontoÓ della Romola, frazione dove i Nencioni sono sepolti e dove la famiglia, originaria di quel territorio,  sepolta. Una fontana dÕacqua accoglie in un mosaico alle sue spalle la poesia che la piccola Nadia scrisse pochi giorni prima dellÕattentato. L“, domani, proseguirˆ la commemorazione.Ci sono gli studenti dellÕistituto Leonardo da Vinci di Firenze, che con il magazine della scuola e il laboratorio teatrale interno giˆ da due anni (e questo sarebbe stato il terzo) coltivano la memoria attiva e partecipata di quella strage, ricordata a chi passa per via dei Georgofili da una targa e un olivo monumentale, pianta vivace e generosa.Manlio Milani, presidente dellÕassociazione vittime di piazza della Loggia, dedica tutto il suo intervento a Giovanna Maggiani Chelli, la presidente scomparsa, che dopo lÕattentato in cui la figlia rimase gravemente ferita (e perse il fidanzato) si  profusa in un impegno civico che ha quasi completamente assorbito la sua vita privata. Sempre presente a tutti i processi, non ha mai smesso di fare e farsi domande. Conosceva tutti gli atti ed ora una fonte utilissima anche agli stessi cronisti. Quei colleghi giornalisti di cui parla Sandra Bonsanti, citandoli uno ad uno per nome. ÒCi furono due miracoli ventisette anni fa allÕepoca dei Georgofili Ð ricorda Ð UnÕinchiesta giudiziaria di quelle che possono insegnare e, fianco a fianco con i magistrati ed accomunati da unitˆ di intenti, tanti colleghi giornalisti l“ per cercare anche loro la veritˆ. Un esempio di giornalismo libero, critico, autonomo e naturalmente investigativoÓ. Due miracoli che non sempre ed ovunque si ripetono.Rossi: ÒMai abbassare lÕattenzione contro la criminalitˆ organizzataÓUn invito a non abbassare la guardia. EÕ quello che rivolge il presidente della Toscana Enrico Rossi nella maratona on line iniziata stamani per commemorare la strage dei Georgofili che ventisette anni fa port˜ morte e distruzione a Firenze. Cinque persone persero la vita, altre quarantuno rimasero ferite.Ventisette anni sono passati. La criminalitˆ ha cambiato nel frattempo grammatica. Ha imparato a mimetizzarsi, ad agire sotto traccia. ÒMa il potere delle organizzazioni criminali non  finitoÓ avverte Rossi -. TuttÕaltro, purtroppo: esso  presente ormai stabilmente anche nei nostri territori, come ci mostrano i rapporti annuali elaborati da tre anni, su nostra richiesta, dalla Scuola Normale sui fenomeni di criminalitˆ organizzata e corruzioneÓ.E lÕepidemia che lÕItalia ha dovuto affrontare e le ripercussioni economiche che il lockdown prolungato ha prodotto amplificano il rischio. ÒApprofittando proprio delle difficoltˆ economiche degli operatori Ð spiega il presidente – la mafia e le organizzazioni criminali possano infatti oggi trovare nuove occasioni per espandersi. ÒNon di meno Ð annota Ð dobbiamo vigilare sulla situazione dei penitenziari che ha portato durante la crisi sanitaria alla scarcerazione di alcuni capi-mafia, rispetto a cui giustamente ha richiamato lÕattenzione lÕAssociazione delle vittimeÓ.Per Rossi la memoria delle stragi e la ricorrenza dunque anche dei Georgofili deve essere lÕoccasione per recuperare i principi fondanti della nostra convivenza: un monito a rinnovare lÕimpegno contro tutte quelle organizzazioni mafiose Òche mettono in discussione la vita civile, la democrazia, la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle istituzioniÓ e riprendere la strada Òanche quando questa sembra smarrirsiÓ.ÒE di fronte alle strategie di queste organizzazioni la prima arma  la consapevolezza Ð conclude il presidente -, la costruzione di una cultura delle istituzioni, di una cultura autenticamente democratica e ispirata ai principi di legalitˆ. La sola azione repressiva, pur fondamentale e necessaria, infatti non basta da solo. Lo strumento principale per contrastare la criminalitˆ organizzata sta nelle mani della politica democratica e nella partecipazione collettiva. La bussola resta quella della Costituzione, dei principi della nostra Repubblica a cui ancora una volta dobbiamo tornareÓ.Strage Georgofili: Fico, mai abbassare attenzione su mafiaNella notte tra il 26 ed il 27 maggio 1993, un terribile boato provocato dall’esplosione di una bomba, squarci˜ il silenzio della cittˆ di Firenze, provocando morti, feriti e gravissimi danni alle strutture abitative e al patrimonio artistico della cittˆ. Le vittime furono i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, rispettivamente ispettore dei vigili urbani e custode dell’Accademia dei Georgofili, le loro figlie Nadia e Caterina, di nove anni e di due mesi, e il giovane Dario Capolicchio, studente universitario fuori sede. Il lungo iter processuale defin“ la matrice mafiosa di una strage che ha spezzato affetti e distrutto progetti e percorsi di vita. La cittˆ di Firenze serba vivo il ricordo di tanto ingiustificato orrore. Un ricordo che non pu˜ essere disgiunto, soprattutto nei familiari delle vittime e in coloro che quella tragedia l’hanno personalmente vissuta, dalla legittima aspettativa di una piena veritˆ su tutte le responsabilitˆ, anche storiche e politiche, legate a quell’evento”. Lo dichiara il Presidente della Camera, Roberto Fico, in occasione dell’anniversario della strage dei Georgofili. “é necessario – sostiene Fico – non abbassare mai il livello di attenzione rispetto alla mafia: la democrazia, la nostra vita di comunitˆ, vanno costantemente difese ed alimentate. Siamo sempre chiamati a confrontarci con nuove sfide, ma ci˜ che deve sostenerci, anche nei momenti pi difficili,  la consapevolezza di essere figli di una straordinaria storia di resistenza e resilienza rispetto ad avversari temibili e a pericolose minacce: la dittatura, i terrorismi, le mafie; una storia che ci ha lasciato in ereditˆ la Carta Costituzionale, con inestimabili valori di libertˆ e di democrazia, e di cui sono stati protagonisti, nelle pagine sulla lotta alla criminalitˆ organizzata, uomini speciali come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. é questa consapevolezza, soprattutto, che deve aiutarci a guardare con fiducia al nostro futuro mantenendo sempre salde, e non negoziabili, le nostre ambizioni di giustizia e solidarietˆ”. (ANSA).”

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