Sinopoli (Flc Cgil), sconcertanti le tesi di Ricolfi sulla scuola. Si vuole tornare alla scuola gentiliana

Abbiamo letto i passaggi del professor Ricolfi dedicati alla scuola tratti dal suo libro e l’intervista al quotidiano Italia Oggi. Non possiamo che manifestare sconcerto, perch‚ vi abbiamo letto l’ennesimo tentativo di screditare la scuola pubblica, la scuola democratica, la scuola che fornisce innanzitutto strumenti cognitivi per capire il mondo e delle relazioni sociali e affettive. Lo afferma il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, intervenendo sull’articolo di Luca Ricolfi pubblicato ieri (24 ottobre) dal quotidiano Il Messaggero, e sull’intervista rilasciata oggi a Italia Oggi.Per Sinopoli Ricolfi suppone che la scuola sia come un’azienda che si misura in base a una presunta produttivit…, escludendo dalla sua analisi il valore che all?istituzione scolastica Š assegnato dalla Costituzione e in particolare dall’articolo 3. Ora, poich‚ la scuola non Š comparabile a un’azienda (errore che deriva da un preciso residuo ideologico), ci si chiede come si possa misurarne la produttivit…, ad esempio di chi deve rimuovere gli ostacoli.Il punto sostanziale, commenta Sinopoli, Š che ormai la sfida lanciata alla scuola pubblica, al suo valore e alla sua funzione sociale, non Š che un micidiale, rischioso, sbagliato tentativo di riportarci alla scuola gentiliana, alla scuola di classe, dove, come diceva don Milani (ma anche Antonio Gramsci), vince solo chi possiede opportunit… di partenza, chi ha i libri in casa e una famiglia in grado di sostenerne l’istruzione. I nemici della scuola pubblica, e ormai cominciano a essere troppi, ritengono che si debba formare (come fanno le aziende) il ‘capitale umano’ pronto per entrare nel mondo del lavoro, alla ricerca di un lavoro purchessia.In realt…, conclude Sinopoli, la scuola pubblica fondata sulla Costituzione, quella vissuta da una parte maggioritaria degli insegnanti, degli operatori e degli studenti del nostro paese, vola un po? pi— in alto, pensa di poter offrire a tutte le nostre ragazze e i nostri ragazzi una prospettiva pi— elevata di quella da cui provengono, che elimini le disuguaglianze e le fratture sociali, che non chiuda le porte dei licei a chi, a quattordici anni, non Š in possesso dei ‘prerequisiti’ e, infine, pensa che tutti, istruiti al meglio, non siano affatto un capitale umano da sfruttare?. da rassegna.it

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