Sindacati, sul Durc vergognoso colpo di spugna del Parlamento

Proroga della validità del Durc per le imprese edili, protesta di Fillea CGIL, FilcaCISL e Feneal UIL Toscana: “Vergognoso: così si aprono le porte alla illegalità”. Lettera-appello ai parlamentari toscani: “No alla deregolamentazione o ci mobiliteremo”

La lettera aperta è firmata da Giulia Bartoli (Segretaria Generale Fillea CGIL Toscana), Simona Riccio (Segretaria Generale Filca CISL Toscana) e Roberto Colangelo (Segretario Generale Feneal UIL Toscana). “Vergognoso: così si aprono le porte alla illegalità, no alla deregolamentazione o ci mobiliteremo”.

Il testo della lettera:Si è consumato ieri in Commissione Bilancio alla Camera durante la discussione del Decreto ‘Rilancio’ l’ultimo tentativo di attaccare regolarità, trasparenza, imprese serie e lavoratori dell’edilizia.
E’ stato infatti cancellato il comma 1 dell’articolo 81 che limitava la validità del DURC fino al 15 giugno. Comma inserito dopo la nostra protesta in Aprile e in accordo con i Ministri De Micheli e Catalfo.
Nello specifico nel periodo della pandemia è stato dato modo alle imprese di beneficiare di una proroga della validità del DURC in scadenza entro il 31 gennaio 2020 fino al 15 giugno, oggi, eliminando tale comma, si allungano ulteriormente i tempi fino ad ottobre (dicembre visto che si parla di 90 giorni dopo la fine dello stato di emergenza).
Ma possibile non ci si renda conto della gravità di questo atto? Il Durc certifica la regolarità delle imprese relativamente ai versamenti dei contributi ad Inps, Inail e Cassa Edile. In quest’ultimo caso si parla di salario per i lavoratori, con questo atto si è sancito due cose, che i lavoratori possono aspettare a prendere il loro stipendio (ferie, tredicesima, scatti di anzianità che passano dalla Cassa Edile) dopo 3 mesi che arrancano fra Cassa Integrazione e ritardati pagamenti, e che non interessa valorizzare le imprese serie e regolari ma si permette di lavorare a chiunque, favorendo caporali e lavoro nero, dai paladini della trasparenza non te lo saresti aspettato.
Chiediamo l’immediato ripristino del comma cancellato ieri, ci appelliamo al Governo e a tutti i parlamentari toscani e non, non accettiamo l’idea di chi pensa che questo paese possa andare avanti solo abbracciando la bandierina della deregolamentazione, qui non si tratta di semplificare, semmai di permettere alle imprese di lavorare più di 1 anno senza essere regolari (questo per gli incroci tra periodo di validità Durc e periodo di verifica), per non parlare di tutte le nuove aziende che senza aver mai versato 1 euro potranno lavorare in appalti pubblici e privati senza obblighi fino a fine anno. Chi conosce il settore e non fa propaganda sa che in edilizia se non intervieni tempestivamente sulle irregolarità rischi di non trovare neanche più l’azienda.
Una scelta del genere non va soltanto contro i lavoratori e le imprese ma anche contro le stazioni appaltanti pubbliche che rischiano di rimetterci risorse aggiuntive se poi le aziende non pagano e i committenti privati che per loro inconsapevolezza potrebbero trovarsi a dare lavori senza garanzie di regolarità.
E’ vergognoso, in un settore che combatte quotidianamente contro infiltrazioni malavitose, lavoro nero e grigio, dove il DURC e la Bilateralità sono un presidio fondamentale di legalità e di contrasto, si spalancano le porte alle irregolarità e si favoriscono derive illegali. Si rispettino gli impegni presi a tutela dei lavoratori e chiediamo ai parlamentari di rimediare ala scelta sciagurata appena compiuta o sarà mobilitazione”.
Giulia Bartoli (Segretaria Generale Fillea Cgil Toscana)
Simona Riccio (Segretaria Generale Filca Cisl Toscana) e
Roberto Colangelo (Segretario Generale Feneal Uil Toscana).

 

Lotta al lavoro nero, Fillea Filca Feneal denunciano: sul Durc vergognoso colpo di spugna del Parlamento.  
“Oggi (il 1° Luglio per chi legge) in Commissione  Bilancio alla Camera è stato cancellato l’articolo del Decreto Rilancio che prevedeva che la proroga dei Durc, validi al 31 gennaio per via del lockdown non andasse oltre il 15 giugno. Protrarre ulteriormente la validità del Durc, che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende, è un colpo di spugna sui diritti dei lavoratori e un regalo per caporali e imprese scorrette”.
Lo dichiarano Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi, segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, commentando l’abolizione del comma 1 dell’articolo 81 del Decreto Rilancio, proposta da due deputati del Movimento 5 Stelle, Donno e Faro. “L’articolo in questione – spiegano – era stato richiesto dalle parti sociali dell’edilizia al Governo, ed era oggetto di un’intesa raggiunta ad aprile con i ministri del Lavoro, Catalfo, e delle Infrastrutture, De Micheli. Le conseguenze del provvedimento sono paradossali e pericolose: un’impresa edile, infatti, risulta regolare e può lavorare fino a fine anno senza pagare i contributi Inps, Inail e gli accantonamenti in Cassa edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima). Può addirittura tenere i lavoratori in nero ma partecipare ad appalti pubblici e beneficiare di incentivi. Un’azienda che nasce oggi, invece, potrebbe lavorare senza aver mai pagato un contributo e risultare regolare, al pari di chi invece fa impresa seriamente pagando i lavoratori e rispettando leggi e contratti. Altro che lotta al lavoro nero, altro che lotta all’illegalità, alle mafie e alla criminalità.”
Il voto, tra l’altro, sconfessa il Presidente Conte “che durante gli Stati generali dell’economia – ricordano i segretari – si era impegnato con i sindacati per un rafforzamento del Durc e degli strumenti di contrasto al lavoro nero. Chi pagherà le conseguenze di questo colpo di spugna saranno i lavoratori dell’edilizia e le tante imprese serie, e la maggioranza si assume una responsabilità gravissima. Per questo – concludono i sindacati dell’edilizia – chiediamo al Governo di rispettare gli impegni presi e al Parlamento di rimediare alla scelta sciagurata appena compiuta. In caso contrario come Sindacato faremo sentire la nostra protesta in tutte le sedi e nelle piazze”. da www.filleacgil.net

 

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