Patto per il lavoro tra Regione Toscana, sindacati, categorie (foto)

E’ stato firmato stamani a Firenze tra Regione Toscana, sindacati e categorie, nell’Auditorium di Santa Apollonia, il “Nuovo patto per il lavoro”, che predispone e finanzia un insieme di strumenti di politica attiva volti a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro.
Il Patto è stato illustrato stamani nel corso di un incontro nell’Auditorium di Santa Apollonia, a Firenze a cui hanno preso parte anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil della Toscana. Ecco una sintesi dei loro interventi.

Gessica Beneforti, della segreteria Cgil Toscana: “La firma di questo Patto per il lavoro rappresenta un passo avanti nelle politiche attive, oltre a una straordinaria opportunità e al tempo stesso una grande responsabilità nell’obiettivo di garantire più occupazione e occupazione di maggior qualità. Oltre che nel merito, c’è anche nel metodo un elemento innovativo di grande importanza in quest’intesa: attraverso il confronto che si è svolto tra parti sociali e istituzioni locali si sono provati a cogliere i fabbisogni specifici di ogni territorio della Toscana, ognuno diverso dall’altro, a cui rispondere con le risorse a disposizione, valorizzando le differenze per superare le diseguaglianze in termini di sviluppo e accesso alle misure disponibili. Un approccio, questo, improntato alla massima equità e giustizia sociale”.

Ciro Recce, segretario generale Cisl Toscana: “Finalmente si firma il Patto per il lavoro, che ha avuto un iter di concertazione sul territorio e a livello regionale e che può dare in prospettiva buoni risultati per i lavoratori. Ci sono tante risorse a disposizione e quindi abbiamo la possibilità di fare un ottimo lavoro. Le politiche attive sono quelle che mancano realmente per il mercato del lavoro: le politiche passive funzionano, quelle attive purtroppo non hanno funzionato. Queste risorse che abbiamo a disposizione permettono di poter formare o riqualificare le persone che non hanno il lavoro o chi lo ha perso.”

Paolo Fantappiè, Segretario Generale UIL Toscana e Flavio Gambini, rappresentante UIL Toscana nella Commissione regionale tripartita – “Questo patto per il lavoro è un passo in avanti che va nella giusta direzione per ricollocare chi ha perso il lavoro. È importante che la Toscana intervenga su un tema centrale che colma un vuoto che tocca tante famiglie. Puntare su politiche attive del lavoro e formazione è la strada da percorrere per contrastare la disoccupazione e allo stesso tempo venire incontro alle esigenze delle aziende del territorio. È compito di sindacati e istituzioni mettere in campo tutti gli sforzi possibili nel sostenere il lavoro e non lasciare indietro nessuno.”

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COSI’ IN ANSA

Lavoro: Toscana, 54 mln per nuovo patto politiche attive. 9 misure per favorire inserimento e reinserimento occupazionale

Nove misure di politica attiva finalizzate a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro, oltre che nuova occupazione: è il ‘Nuovo Patto per il lavoro’ della Regione Toscana, siglato oggi a Firenze dalle parti sociali e dai soggetti presenti nella commissione regionale permanente tripartita. Le risorse complessive, 53,8 milioni di euro, saranno ripartite e assegnate a ogni territorio su base provinciale, tenendo conto della situazione economica, sociale e occupazionale dei territori. “Sono misure molto concrete e molto efficaci – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha firmato il patto insieme all’assessore regionale al lavoro Alessandra Nardini -, non discorsi ma cose molto concrete. Io sono convinto che la firma di questo protocollo sia un elemento fondamentale, una tessera davvero importante di questo mosaico, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa azione concertata portando le loro proposte in questo patto che abbiamo sottoscritto”. Le misure del patto vanno dai voucher formativi ad azioni a sostegno della fase di startup di impresa, da misure destinate a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali fino a veri e propri incentivi all’occupazione. Alle aree di crisi industriale complessa (Livorno e Piombino), non complessa (Massa Carrara) e regionale è stata assegnata una quota di risorse pari complessivamente al 25% dell’intero budget. (ANSA).

LA SODDISFAZIONE DI GIANI E NARDINI

Questa mattina, nell’Auditorium di San’tApollonia di Firenze, il presidente Eugenio Giani e l’assessora alla formazione e al lavoro Alessandra Nardini hanno sottoscritto con le parti sociali e i membri della Commissione regionale permanente tripartita il “Nuovo Patto per il Lavoro” della Toscana che prevede il finanziamento di 53,8 milioni – derivanti dallo sblocco di residui storici della cassa integrazione in deroga – di un pacchetto di nove misure di politica attiva con cui la Regione punta a coinvolgere almeno 10mila persone.
“Siamo riusciti a mettere insieme – spiega il presidente Giani – nove misure che si presentano molto concrete ed efficaci. Non discorsi ma azioni che saranno presto effettivamente in campo, risultato di una concertazione senza precedenti. Anche grazie a questo patto, la Toscana fa da modello per il resto del paese. L’intesa che firmiamo oggi, accanto alla nuova programmazione dei fondi europei, diventa un tassello importante della strategia complessiva che abbiamo per rispondere alla domanda di crescita e di rafforzamento del tessuto produttivo che stiamo cercando di dare. Nonostante la congiuntura molto difficile, aggravata dall’atroce aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, gli indicatori ci parlano di buone potenzialità di sviluppo per il prossimo futuro. Dunque un adeguato supporto da parte delle nostre politiche potrà consentire un solido sostegno alle imprese e ai lavoratori. Ringrazio Alessandra Nardini per l’impegno profuso e il contributo prezioso di tutti i componenti della commissione Tripartita”.
“La Toscana ha un Nuovo Patto per il Lavoro – commenta l’assessora Nardini – reso possibile grazie ai 53.8 milioni di euro sbloccati dai residui degli ammortizzatori in deroga. Siamo la Regione che ha ricevuto la quota maggiore dei residui storici della cassa in deroga, ci siamo impegnati a lungo per sbloccarle e, da questo punto di vista, voglio ringraziare in particolare l’allora Ministro del Lavoro Andrea Orlando. Il Patto è un pacchetto complesso di misure concrete per formare competenze, per salvaguardare e per creare occupazione. Siamo consapevoli che dalle crisi in corso possiamo uscire solo rimettendo al centro il lavoro, rispondendo in maniera adeguata al diversificato fabbisogno di competenze espresso dai diversi territori e settori economico-produttivi. Siamo inoltre consapevoli che le crisi hanno colpito tutte e tutti, ma non allo stesso modo, e che il rischio è quello di veder allargare ancora le disuguaglianze. Per questo abbiamo rivolto una particolare attenzione alle misure per l’occupazione femminile, per i giovani, le persone con disabilità e in condizioni di svantaggio, oltre a prevedere misure a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti in crisi aziendale. Particolare attenzione anche alle aree di crisi e alle aree interne della nostra regione. Dopo il ruolo fondamentale che le politiche passive hanno avuto durante la crisi pandemica, ora è il momento di puntare sulle politiche attive perché salvaguardare il lavoro esistente e creare nuova occupazione di qualità è la via per una vera ripartenza. Abbiamo seguito un metodo: quello della concertazione. Un dovere, ma soprattutto un valore, ne sono sempre stata convinta. Perché è con la concertazione, con la fatica dell’ascolto e del confronto, che emergono poi proposte, politiche, strumenti, migliori. Siamo arrivati fino a qui grazie ad un percorso di concertazione con le parti sociali ed i soggetti della Commissione Regionale Permanente Tripartita, ed in questi mesi abbiamo voluto allargare confronto e condivisione anche ai territori, attraverso appositi tavoli provinciali. Ringrazio tutte e tutti coloro che hanno creduto in questo percorso, a partire da tutta la struttura regionale dell’assessorato e della rete dei nostri centri per l’impiego. Ringrazio, ancora una volta, le parti sociali, perché credo che oggi si sia scritta una bella pagina per la Toscana”.

LA NOTA DELLA REGIONE

La Toscana vara il “Nuovo Patto per il Lavoro”. Un pacchetto di 9 misure di politica attiva finalizzate a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro, oltre che nuova occupazione: dagli assegni per l’impiego ad azioni a sostegno della fase di ‘start up’ di impresa e voucher di conciliazione, da misure destinate a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali a veri e propri incentivi all’occupazione. La firma del presidente Eugenio Giani, dell’assessora alla formazione e al lavoro Alessandra Nardini, delle parti sociali e soggetti presenti nella Commissione regionale permanente tripartita è giunta questa mattina nell’auditorium di Sant’Apollonia a Firenze a conclusione dell’incontro di presentazione “Il Nuovo Patto per il Lavoro della Regione Toscana, una nuova sfida per il modello toscano di politiche attive”.
Il Patto è interamente finanziato con la quota ricevuta dalla Toscana – la più significativa tra quelle assegnate alle Regioni – dei “residui storici” della cassa integrazione in deroga sbloccati negli scorsi mesi a livello nazionale e oggetto del protocollo tra Regione e Ministero del Lavoro siglato con l’allora Ministro Orlando.
Questo pacchetto di misure è stato predisposto attraverso il metodo della concertazione, ampia e approfondita, con le parti sociali regionali e i soggetti presenti nella Commissione regionale permanente tripartita (organismo di rappresentanza previsto dalla legge regionale 32/2002). Il confronto si è inoltre allargato ai territori, attraverso tavoli provinciali che hanno visto il coinvolgimento delle parti sociali e la presenza del presidente di ciascuna Provincia.
Il Patto fa tesoro della precedente esperienza del “Piano Integrato per l’Occupazione”, si integra con Gol – Garanzia Occupabilità Lavoratori – il programma nazionale di riforma delle politiche attive, ed il Piano Nuove Competenze, previsti dal Pnrr, con il Pon “Giovani Donne e Lavoro” e con la programmazione regionale Fse+ 2021/2027, ampliando quindi i possibili strumenti di politica attiva e le tipologie di destinatari raggiungibili.
Le destinatarie e i destinatari degli strumenti previsti nel Patto sono prevalentemente persone iscritte allo stato di disoccupazione, residenti in tutto il territorio toscano, ed una particolare attenzione è stata rivolte a donne, giovani e soggetti vulnerabili, coloro che, in questa crisi, rischiano di restare ancora più indietro sul fronte occupazionale. Il piano include anche specifici interventi per alcune tipologie di occupati. La Regione punta a coinvolgere almeno 10 mila persone.
Entro la fine di dicembre sarà emanato il primo avviso che riguarderà gli incentivi per l’occupazione.
Il Patto prevede di ripartire e assegnare risorse ad ogni territorio su base provinciale, tenendo conto della situazione economica, sociale e occupazionale dei territori e dell’eventuale presenza di aree di crisi complessa e non complessa e delle aree interne, secondo un modello definito da Irpet.
Alle aree di crisi industriale complessa (Livorno e Piombino), non complessa (Massa Carrara) e regionale è stata assegnata una quota di risorse pari complessivamente al 25% dell’intero budget.
In prima battuta è previsto lo stanziamento del 50% delle risorse totali disponibili, per consentire monitoraggi e valutazioni su riparti territoriali ed efficacia delle misure. Una sorta, quindi, di prima fase di sperimentazione, durante la quale assessorato al lavoro e Commissione regionale permanente tripartita potranno mettere in campo, se necessario, eventuali correttivi, superare, implementare o introdurre altre misure, anche alla luce dell’attuazione degli strumenti previsti dal Pnrr, della nuova programmazione Fse+ 2021/2027 e del mutato scenario socio-economico.

Sono 9 le misure che saranno messe in campo attraverso il nuovo Patto:

ASSEGNO PER L’IMPIEGO
Consiste in uno sviluppo della sperimentazione regionale dell’assegno di ricollocazione. Si punta a superare la logica tipicamente competitiva dell’AdR nazionale per applicare una forma di cooperazione attiva tra servizi che punti ad un obiettivo comune: l’occupazione. Le misure possono essere erogate dai Centri per l’Impiego, da agenzie per il lavoro o agenzie formative accreditate.

CONTRIBUTI PER “START UP” DI IMPRESA
Fino a 8mila euro di contributi a fondo perduto per spese sostenute in fase di “start up” dell’impresa, per imprese da costituire o di recente costituzione sul territorio regionale. Si intendono così sostenere le spese che rientrano nelle attività di formazione, consulenza e orientamento. L’importo massimo sarà maggiorato fino a 10 mila euro in caso di lavoratrici o giovani under 40. È prevista, inoltre, la possibilità di maggiorare l’importo massimo del contributo in funzione del numero dei soci della start up, anche in caso di Workers Buyout.

VOUCHER FORMATIVI INDIVIDUALI
Contributo finalizzato a promuovere, tramite il rimborso totale o parziale delle spese di iscrizione al corso, l’accesso a percorsi di accrescimento delle competenze professionali con l’obiettivo di fuoriuscita dallo stato di disoccupazione e di miglioramento della propria posizione nel mercato del lavoro. I corsi per i quali può essere richiesto il voucher sono erogati da organismi formativi accreditati.

VOUCHER DI CONCILIAZIONE
Misure di accompagnamento ai percorsi di politica attiva, volte a favorire la conciliazione vita lavoro: voucher per l’acquisto di servizi educativi, per la cura e l’intrattenimento/sostegno di figli/e minori di 13 anni; voucher per l’acquisto di servizi per la cura e l’assistenza di figli/e in condizioni di non autosufficienza e/o disabilità certificate ai sensi della normativa vigente. Sono inoltre previsti interventi di sostegno alla mobilità geografica con un contributo forfettario sulle spese di trasporto per la frequenza di percorsi formativi o di tirocinio concordati con il Centro per l’Impiego o con i soggetti accreditati.

VOUCHER “JUST IN TIME”
Ha lo scopo di soddisfare le richieste delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese che necessitano di professionalità specifiche, intervenendo tempestivamente con l’individuazione di personale che ha bisogno di colmare gap formativi oppure di diversificare o accrescere le competenze di base attraverso la partecipazione a percorsi formativi mirati e personalizzati. Diversamente dal voucher formativo, il voucher just in time viene erogato al termine di un percorso avviato attraverso la richiesta dell’impresa interessata all’assunzione e passa attraverso l’intermediazione, svolta dai Centri per l’Impiego, di domanda e offerta di lavoro. Mira pertanto a ridurre le tempistiche che intercorrono tra la manifestazione di interesse dell’impresa all’assunzione di nuovo personale, l’individuazione del soggetto da mettere in formazione, lo svolgimento del percorso formativo e l’occupabilità. Il voucher “just in time” potrà essere esteso sperimentalmente a occupate e occupati in imprese in situazioni di crisi, imprese con un programma significativo di nuove assunzioni a seguito di ampliamento o riconversione aziendale legati a nuovi investimenti, imprese che necessitano di professionalità mancanti nel mercato del lavoro individuate nell’avviso.

PERCORSI FORMATIVI BREVI FINALIZZATI ALL’OCCUPABILITÀ – MISMATCH
Interventi di formazione o di riqualificazione professionale di breve durata, rivolti a soggetti disoccupati, inoccupati ed inattivi, con lo scopo di accrescerne le competenze professionali e diminuire il disallineamento (mismatch). Un catalogo di offerta formativa di corsi brevi, in coerenza con le esigenze e le priorità delle aree territoriali.

PERCORSI FORMATIVI COLLEGATI A PROTOCOLLI TERRITORIALI
Interventi formativi rivolti a soggetti occupati, dipendenti e imprenditori, di aziende in crisi o in fase di riconversione e non occupati. Gli interventi sono attivati a seguito dei protocolli territoriali stipulati fra Regione Toscana, enti locali e parti sociali territoriali, e sono finalizzati a sostenere ambiti economici di rilievo per lo sviluppo locale ed a rilanciare aree in stato di crisi economica ed occupazionale. I percorsi formativi vengono avviati sulla base del fabbisogno formativo rilevato a livello locale.

AVVISI PER LA RICOLLOCAZIONE DI LAVORATRICI E LAVORATORI COINVOLTI IN CRISI AZIENDALI
Specifica misura di intervento a sportello destinata a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali. I bandi finanzieranno progetti, a governance pubblica di Regione e Cpi, con consultazione e coinvolgimento delle parti sociali aderenti alla Commissione Regionale Permanente Tripartita che comprendono: formazione di durata variabile fino a 12 mesi nei casi di formazione con rilascio di qualifica, diploma o altro titolo; outplacement e assistenza alla ricerca attiva; tirocini; misure per l’auto-imprenditorialità comprendenti un pacchetto di servizi individuali e collettivi finalizzati all’analisi delle competenze e accompagnamento alla creazione di nuova impresa, ovvero per processi di Workers Buyout.

INCENTIVI ALL’OCCUPAZIONE
Fino a 8mila euro destinati a datori di lavoro che assumono soggetti che abbiano sottoscritto il Piano di Ricerca Intensiva (PRI) e abbiano effettivamente avviato il percorso. L’entità dell’incentivo è legata alla tipologia di contratto e al profilo della lavoratrice o del lavoratore. Una particolare maggiorazione è prevista, ad esempio, in caso di assunzione di persone con disabilità, soggetti in situazioni di svantaggio, donne, con specifica attenzione alle vittime di violenza e di tratta. Al fine di promuovere lavoro stabile, è previsto un incentivo per le trasformazione da contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.

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