I dati della relazione OCSE ?Education at glance? ci confermano quanto da noi pi volte denunciato, l?Italia disinveste nell?istruzione. Quindi non solo non investe, ma addirittura toglie risorse, aspetto ulteriormente preoccupante in quanto questo studio stato realizzato su dati 2008 precedenti alla cura Tremonti-Gelmini. Nel DEF 2011-14 stata inserita un?ulteriore riduzione di spesa, dal 4,8% del PIL (la media OCSE 6,1% che ci posiziona al 29 esimo posto) al 3,7 nel 2015 e al 3,4 nel 2020. Come dire: istruzione e ricerca non sono strumenti per affrontare la crisi, il sapere non motore di sviluppo, la conoscenza e la preparazione delle generazioni che si apprestano a guidare questo Paese non sono questioni di interesse politico.A ci aggiungiamo che gli stipendi degli insegnanti sono tra i pi bassi dei Paesi sviluppati, che solo il 70,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni ottiene un diploma di istruzione secondaria superiore, una percentuale di gran lunga inferiore alla media OCSE dell?81,5%, e che l?Italia agli ultimi posti come percentuale di laureati sulla popolazione attiva e di laureati che lavorano.Un quadro estremamente preoccupante, a cui dobbiamo aggiungere le risorse tagliate alla scuola e al sostegno che scaricano nuovamente sui pi deboli il costo della crisi, non garantendo a tutti le stesse possibilit di crescita a partire dall?istruzione.La manifestazione degli studenti senesi di domani un momento importante di proposta e ricco di contenuti: dall?edilizia scolastica al diritto allo studio, i giovani chiedono di essere ascoltati ed nostra responsabilit cogliere questo richiamo.Le giovani generazioni si stanno trovando davanti al tentativo di ridicolizzare la scuola pubblica, con interventi di destrutturazione evidenti come chiaro il mercato del lavoro che li deve accogliere, cos incerto, dequalificato e precario.Essere a fianco degli studenti, andare contro a quel concetto di societ che sta prendendo sempre pi piede, fondato sull?apparenza, sulle facili carriere, dove il sapere e la responsabilit non hanno alcuna importanza, doveroso per tutti. Una societ senza sapere una societ senza capacit di critica, facilmente orientabile, poco competitiva, foriera di discrimiazioni e povert , sia culturale che materiale.
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