Venerd scorso, insieme allo sciopero del Monte dei Paschi e a quello indetto ad oltranza dai Nuovi Cantieri Apuania, c’? stato lo sciopero generale a Piombino e nella Val di Cornia. Non una protesta di rito ma un atto di responsabilit?.Da mesi questi lavoratori chiedono al governo una politica per la siderurgia. D’altra parte, questa attivit? rappresenta il 66% di tutto il manifatturiero della Val di Cornia, il 10% dell’intera Toscana, il 2% del PIL regionale. Difendere la siderurgia significa quindi non solo tutelare l’occupazione di migliaia di persone ma anche difendere la manifattura e la ricchezza della Toscana. Difendere questo polo dal rischio della dismissione significa anche salvaguardare l’ambiente, perch? solo un processo ordinato di riqualificazione e riconversione attraverso un percorso di bonifiche pu? garantire sostenibilit? a quelle parti che si liberano dalle attuali attivit?. Al contrario, le dismissioni e l’abbandono creano deserti fatiscenti e irriconvertibili ad altre finalit?. Solo se rinnoviamo il patto tra lavoro e sostenibilit?, produzione e ambiente, ci possiamo salvare dal degrado. Quel patto oggi si vince con la tecnologia e quindi con gli investimenti. Taranto ci dice, nel suo dramma, di quanto questo processo sia irrinunciabile per tutti. La grande manifestazione di Piombino di venerd scorso, la partecipazione di cittadini, di pensionati, l’adesione di associazioni di commercianti e di artigiani, le centinaia di saracinesche che venivano abbassate in segno di solidariet? ci dicono che in Toscana c’? un blocco sociale esteso che crede in questo patto e che lo vuole rinnovare. Abbiamo istituzioni locali e regionali che hanno competenze e coraggio per resistere alle forze della rendita che si oppongono ad ogni innovazione industriale. Inoltre la Toscana ha anche la forza e l’autorevolezza per dire al governo nazionale di assumersi tutte le responsabilit? che gli competono. Una forza e un’autorevolezza che si fonda nel fatto che questa comunit? si ? sempre presa la responsabilit? di governare questi processi. Siamo ancora pronti a farlo se il governo nazionale e le imprese con il sistema bancario faranno il loro dovere. Se ci? non accadesse, sappiamo che non lasceremo soli Piombino e la Val di Cornia. Anche per questo abbiamo firmato con la Regione Toscana l’impegno per una ?Vertenza Toscana?. Per queste persone e per tutte quelle realt? che da troppo tempo attendono una risposta di politica industriale.
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