Sicurezza: Cgil, ancora un suicidio tra le Forze di polizia. Urgente confronto su organizzazione del lavoro

“Ancora un suicidio tra le Forze di polizia, dopo quello di lunedì 13 giugno anche oggi un operatore della Polizia di Stato si è tolto la vita. Una strage silenziosa tra gli appartenenti alle Forze di polizia e alle Forze armate ormai tragicamente ricorrente che non può essere liquidata solo evidenziando le difficoltà psicologiche del singolo, ma affrontata trovando soluzioni adeguate al disagio lavorativo che i lavoratori in divisa subiscono”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra.
“Quando le richieste lavorative superano la capacità dell’operatore di affrontarle o controllarle, il rischio da stress lavoro correlato – sottolinea il dirigente sindacale – sale vertiginosamente e può essere alla base di eventi tragici come i suicidi. Oltre ciò, l’organizzazione lavorativa, caratterizzata sempre più in termini emergenziali, è causa dell’insorgere tra gli operatori di processi di logoramento da burnout”.
“Purtroppo in questi ambienti – prosegue Massafra – è particolarmente difficile, se non impossibile, aprire un confronto sull’organizzazione del lavoro, e le attuali norme non aiutano i percorsi di democratizzazione e sindacalizzazione”. “Per affrontare il malessere dei lavoratori è necessario  – aggiunge il segretario confederale – riconoscere il ruolo del sindacato la cui azione a tutela dei lavoratori deve svolgersi senza impedimenti e controlli dei vertici militari e di polizia, come invece prevedono le norme attualmente in vigore”.
“È urgente cambiare rotta, occorre riconoscere che negli ambiti militari e di polizia esiste un disagio nei luoghi di lavoro che non può prescindere dalle condizioni di lavoro e dagli assetti organizzativi e che solo il confronto con le organizzazioni sindacali può portare a soluzioni utili per invertire la direzione”, conclude Massafra.
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