SIAMO TUTTI PIOMBINESI. LA LUCCHINI E UNA VERTENZA NAZIONALE

Oggi siamo tutti piombinesi. E tutti saremo l, dalla mattina di domani, nel corteo accanto ai lavoratori della Lucchini, accanto a tutta la gente dell’intera Val di Cornia, accanto anche ai tre segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil. S, ci sono anche loro tre perch? qui siamo al cospetto non di una vertenza su Piombino, ma di una vertenza nazionale, che interroga il Paese su quale strategia si voglia pensare per il futuro della siderurgia italiana. Ci aspetta uno sciopero generale di un territorio e inoltre una grande manifestazione politica, che parla anche a chi in questa situazione pensa solo a se stesso senza curarsi di mettere a rischio l’Italia.Lucchini significa oltre 2mila occupati, il 48% del Pil della Val di Cornia, il 2% di quello toscano, tre milioni e mezzo di euro di stipendi in Val di Cornia. Migliaia di persone e le loro famiglie vanno avanti grazie a questo stabilimento, tra l’altro sempre con maggiori difficolt? perch? la crisi continua a mordere. Adesso, c’? il rischio che l’altoforno venga spento a novembre, con conseguente vendita a ?spezzatino? delle strutture. La manifestazione di domani ribadir? che ?quell’altoforno non s’ha da chiudere?, perch? sarebbe un’occasione persa, e contemporaneamente che ci vuole un progetto serio di ripartenza e modernizzazione dell’impianto.Come abbiamo detto pi? volte, occorre una proposta ?forte come l’acciaio? che guardi al rilancio del sito di Piombino, il quale rappresenta un tassello fondamentale per ridisegnare la siderurgia italiana, come a una grande occasione tecnologica a basso impatto ambientale. Un investimento che rappresenti anche una pedina sinergica con gli altri poli siderurgici del Paese, a partire da quelli di Taranto e Genova. Requisito principale: ? necessario un governo del Paese capace di compiere le scelte necessarie a rispondere alle richieste del mondo del lavoro, come si chiede nell’ultimo documento unitario di Cgil, Cisl e Uil.˜

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