Sfruttamento operai clandestini, perquisizioni in Toscana. Angelini (Cgil Toscana): ‘Una vergogna, no allo schiavismo’

Decine di perquisizioni sono in corso da stamani in Toscana per un’inchiesta della procura di Prato sullo sfruttamento della manodopera clandestina, in particolare per l’impiego di stranieri in agricoltura. In corso di esecuzione anche misure cautelari emesse dal gip. Le indagini sono condotte dalla Digos di Prato in collaborazione con Polizia stradale di Prato, nucleo di polizia tributaria della Gdf e Corpo Forestale. Alle ore 12 conferenza stampa presso la procura di Prato, in viale della Repubblica.(ANSA).Caporalato: profughi sottopagati, reclutati da pakistano Portati a lavoro su furgone, aziende risultano ignare ‘giro’A reclutare i profughi per il lavoro nei campi del Chianti, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore a Prato Antonio Sangermano, sarebbe stato il pakistano Tarik Sikander, assieme alla moglie. Gli immigrati venivano caricati su un furgone a Prato, in via Marx, alle 5.30 di ogni mattina. La procura ha disposto videoriprese nei campi dove gli immigrati lavoravano e controlli sui camion per sostanziare l’ipotesi investigativa. Attualmente Sikander aveva 115 persone assunte da una sua ditta e 50 persone assunte in una della moglie. Secondo gli investigatori tuttavia si tratterebbe di societ… fittizie, funzionali solo a fornire uno status di lavoratore ai profughi che – nei primi sessanta giorni sul territorio nazionale – non possono per legge essere titolari di contratti di lavoro. Il pakistano avrebbe quindi tratto il suo guadagno dalla cifra che le aziende vitivinicole, che sarebbero state ignare del ‘giro’, versavano per le paghe assegnate con valori stabiliti dai sindacati. (ANSA).Cgil Toscana: caporalato, profughi sottopagati in aziende vinicole ChiantiAngelini, 12 ore di lavoro a meno di 50 euro al gIorno, in ciabatte anche a gennaio con aggiunta di punizioni corporali al lavoro nelle colline del chianti. Una vergogna, liberiamo i nostri vini, fra i pi— famosi al mondo, dal veleno dello schiavismo.?12 ore di lavoro a meno di 50 euro al giorno, in ciabatte anche a gennaio e se come non bastasse anche punizioni corporali, la schiavit— non Š finita, c’Š n’Š tanta nel mondo ed anche in Italia, quello che fino ad oggi non sapevamo Š che la troviamo anche in Toscana, nelle vigne del chianti, fra le colline pi— famose al mondo, una vergogna, inaccettabile?: cos Dalida Angelini segretaria generale della Cgil Toscana nel merito di quanto Š emerso da un’indagine condotta dalla procura di Prato, da dove partiva gran parte dei profughi ospitati nelle strutture della citt… e dove stamattina sono state eseguite decine di perquisizioni con gli uomini della Digos, della Forestale e della Guardia di Finanza.?La Cgil da tempo denuncia con forza il fenomeno, lo ha fatto anche nell’ottobre scorso in un convegno a Grosseto, prosegue Angelini che aggiunge: ?in quella occasione emerse che oltre 3.000 erano i lavoratori schiavizzati, pi— della met… impiegati nella raccolta dell’uva in maremma, il resto dal grossetano partivano ogni mattina per altre province. Denunciammo allora, quanto pare confermato dalla indagine della procura di Prato e cioŠ che la vita di questi lavoratori Š al limite della sopravvivenza. Lavorano, quasi sempre in nero, per 40 euro al giorno, anche per pi— di dieci ore di lavoro. A questi soldi poi devono essere tolti 5 euro per il trasporto con il pulmino sul luogo di lavoro, 1 euro e 50 per la bottiglia d?acqua, 3,5 per il panino e circa 200 euro al mese per l?alloggio, spesso fatiscente. S perch‚ i lavoratori sotto caporale non possono portarsi neanche il cibo o l?acqua a lavoro, ma devono acquistarlo da chi li ha ingaggiati?. ?Cos non si pu• andare avanti, conclude Dalida Angelini, nel confermare il nostro impegno contro lo sfruttamento in agricoltura e non solo, in Toscana come nel resto del paese, chiediamo gli organi di controllo di fare interventi a tappeto, e a forze dell’ordine e magistratura di assicurare alla giustizia i caporali ed gli imprenditori che si rivolgono a loro per procacciarsi la manodopera, togliamo dai nostri vini, famosi ed apprezzati nel mondo, il veleno della schiavit—. nbFlai Cgil: Marrano, E’ arrivato il momento di dimostrare la cultura della coesione sociale e della della legalit… che la nostra terra ha, deve essere agita.In relazione all’incchiesta della Procura della Repubblica di Prato sui profughi sottopgati in aziende vinicole del Chianti Damiano Marrano, segretario generale della Flai Cgil Toscana ha rilasciato la seguente dichiarazione:? da qualche anno che denunciamo una tendenza al lavoro irregolare in Toscana, lo abbiamo detto in tantissime occasioni pubbliche e incontri istituzionali. Abbiamo avuto attenzioni formali ma mai sostanziali da parte della regione, degli enti locali e dalle associazioni di impresa.Avvertivamo, e lo abbiamo denunciato pubblicamente a Donoratico il 31 ottobre 2014, presente Susanna Camusso, la presenza sempre pi— massiccia di finte cooperative di lavoratori agricoli che coprivano la richiesta sempre crescente delle aziende agricole piccole e grandi.Abbiamo proposto alla regione di premiare con un punteggio aggiuntivo le aziende iscritte all’albo nazionale della legalit… e per il lavoro regolare in agricoltura, albo istituito a livello nazionale presso il ministero, per i bandi di finanziamento nell’ambito del del PSR ( piano di sviluppo rurale).Non siamo stati ascoltati. Ai nostri interlocutori istituzionali, la Regione in primis, e alle associazioni d’impresa diciamo che Š arrivato il momento di dimostrare la cultura della coesione sociale e della della legalit… che la nostra terra ha, deve essere agita. Incontriamoci senza pregiudizi e costruiamo percorsi trasparenti per rapporti di lavoro nel rispetto dei diritti e della dignit… delle donne e degli uomini che lavorano in agricoltura. La Regione e l’assessore di riferimento muovano il primo passo.Marrano Damiano (Segretario generale Flai Cgil Toscana)Caporalato: profughi centro accoglienza denunciarono’racket’ ‘Assenti il giorno, poi la sera tornavano sporchi di terra’? stata la Fondazione Opera Santa Rita di Prato ad accorgersi dello sfruttamento di alcuni profughi richiedenti asilo ospitati nella ex scuola Santa Caterina e a portare due migranti a fare denuncia contro i loro sfruttatori. Era il settembre 2015. Un giorno nella nostra struttura in Santa Caterina, al momento del pranzo mancavano contemporaneamente una quarantina di ospiti , ricostruisce Nicoletta Ulivi, coordinatrice dell’emergenza profughi dell’Opera pratese. Le persone mancanti all’appello tornarono poi la sera molto stanche, affamate e sporche di terra. La stessa situazione si Š ripetuta il giorno seguente. Cos – continua Ulivi – abbiamo subito convocato una riunione d’emergenza con tutti i richiedenti asilo e i mediatori per farci spiegare cosa stesse succedendo. Naturalmente la coordinatrice aveva gi… capito di trovarsi davanti a una condizione di sfruttamento lavorativo, tanto che – aggiunge – ho detto molto chiaramente di essere molto stupita del fatto che proprio loro, persone scappate da luoghi di oppressione e sfruttamento, si fossero fatti coinvolgere in questa situazione. Dopo la riunione due giovani sono entrati nel mio ufficio e mi hanno raccontato tutto, comprese le minacce e le violenze subite, afferma Nicoletta Ulivi. Immediatamente, prosegue la ricostruzione, prefettura e questura sono state avvisate e qualche giorno dopo i due richiedenti asilo sono stati accompagnati in questura a depositare una denuncia da cui sono scattate le indagini della polizia.(ANSA).Caporalato: Prato, fra indagati anche 3 professionistiÿ Profughi smistati in aziende di Tavarnelle e MontespertoliCi sono anche tre professionisti di Prato – commercialisti e consulenti del lavoro – tra i 12 indagati nell’inchiesta per sfruttamento della manodopera clandestina della procura di Prato, che ha messo in evidenza un ampio fenomeno di caporalato in agricoltura gestito da pachistani. Nelle perquisizioni ai loro studi sono stati sequestrati documenti di vario tipo. Gli altri indagati sono tutti pachistani, tra cui Tarik Sikander e la moglie che reggevano le fila di questo traffico di operai fra Prato e il Chianti. Quattro le aziende vitivinicole dove, secondo l’inchiesta, era indirizzata la manodopera da parte dei pachistani; tre aziende sono situate a Tavarnelle Val di Pesa; una a Montespertoli. Stamani, sono stati perquisiti una trentina di luoghi tra Firenze e Prato.(ANSA).Caporalato: Digos documenta minacce nei campi con telecamerePer sfruttare al lavoro i profughi africani, i ‘caporali’ pachistani utilizzavano minacce, violenze ed intimidazioni che sono state documentate con telecamere nascoste sui campi. E’ quanto emerge dall’inchiesta della procura di Prato sullo sfruttamento di manodopera clandestina in agricoltura.(ANSA).Caporalato: da pakistani insulti razzisti a profughi AfricaI pakistani trattavano i lavoratori profughi dell’Africa subsahariana con particolare disprezzo, rivolgendosi a loro anche con l’appellativo ‘negri’ . E’ quanto confermano gli investigatori della Digos di Prato in riferimento all’inchiesta della procura di Prato per sfruttamento della manodopera clandestina che stamane ha portato in evidenza un giro di centinaia di lavoratori stranieri sottopagati, e ‘in nero’, che lavoravano in aziende vitivinicole del Chianti fiorentino. (ANSA).

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