Senza contratto da 12 anni, presidio a Roma. Andremo avanti fino allo sciopero nazionale previsto per il 20 settembre&q
Sit-in dei lavoratori della sanit privata davanti alla sede del ministero della Salute. Le aziende svolgono un servizio pubblico e fanno profitti, spiegano i sindacati: ? impensabile che ai loro dipendenti neghino la dignit e il rispettoI lavoratori e le lavoratrici della sanit privata aspettano da ben 12 anni il rinnovo del contratto nazionale. Lavoratori che senza aumenti salariali e avanzamento di diritti mandano avanti ogni giorno un grande pezzo dei servizi alla salute, con eccesso di straordinari e turni massacranti. Sono infermieri, operatori socio-sanitari, terapisti, amministrativi, tante professionalit su cui ricadono interamente gli oneri, come la formazione o gli obblighi assicurativi, ma che non hanno le stesse tutele e gli stessi diritti dei lavoratori pubblici, il cui contratto ? anch’esso ormai scaduto – almeno nel precedente triennio era stato rinnovato.Una situazione insostenibile, che vede oggi (venerd 6 settembre) un presidio a Roma, alle ore 10 davanti al ministero della Salute (in lungotevere Ripa 1), cui parteciperanno anche i segretari generali delle categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil (Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi), a sostegno del rinnovo del contratto. Le trattative con le parti datoriali si sono interrotte per l?ennesima volta di fronte all’indisponibilit di Aris e Aiop (le due associazioni che rappresentano la gran parte dell?imprenditoria privata in sanit ) a versare le risorse necessarie per il rinnovo. Oltre un anno di mobilitazione, scioperi e manifestazioni locali e nazionali, nonostante le quali i confronti sono ripresi a singhiozzo, fino alla rottura dello scorso luglio, quando tutto si fermato all’esito negativo delle procedure di raffreddamento.?Andremo avanti fino allo sciopero nazionale previsto per il 20 settembre, dichiarano i segretari generali di Fp Cgil (Natale Di Cola), Cisl Fp (Roberto Chierchia) e Uil Fpl (Sandro Bernardini) di Roma e Lazio: Continuiamo a chiedere al presidente della Regione Zingaretti di farsi parte attiva nello sblocco delle trattative nazionali, oltre a intervenire per modificare, a livello regionale, le modalit di accreditamento, a favore di una maggiore trasparenza e controllo dei bilanci e delle dotazioni organiche che, cos come previsto dalla legge regionale di stabilit per il 2019, devono prevedere che il personale sia alle dirette dipendenze delle strutture sanitarie, evitando esternalizzazioni o contratti a partita Iva.I sindacati evidenziano che sono risorse pubbliche: il privato svolge un servizio pubblico e fa profitti, spesso milionari, con esso. ? dunque impensabile che si neghi la dignit e il rispetto di chi materialmente consente l?erogazione dei servizi. ? una logica che complessivamente non si pi disposti ad accettare, come in tanti altri settori pubblici e privati: dal contratto che ripartono dignit e diritti del lavoro. ? solo dando valore al lavoro che si possono offrire servizi adeguati ai cittadini. Di Cola, Chierchia e Bernardini chiedono di ridurre, fino ad azzerare, le differenze tra chi svolge gli stessi compiti e mansioni, con pari livello di professionalit ed esperienza, indipendentemente dalla natura pubblica o privata del datore di lavoro. Il fatto che Aris e Aiop restino sorde alle legittime richieste dei lavoratori e delle lavoratrici, negando loro il pi basilare dei diritti, una vergogna che non siamo pi disposti a tollerare?.Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl ricordano che dal precedente governo e dal lavoro fatto in Conferenza Stato-Regioni abbiamo registrato disponibilit all’ascolto, ma arrivata solo l?assunzione di impegni. Ora fondamentale intervenire per sbloccare e invertire quel rapporto di forza che le imprese continuano a esercitare, cos come importante proseguire, nel Lazio, nella diversa regolamentazione degli accreditamenti, dopo che con la precedente legge di bilancio regionale si stabilito, come requisito minimo, l?applicazione del ccnl di riferimento, come argine al precariato e alle pi diverse forme di collaborazione, che hanno reso ancor pi eterogeneo e frastagliato il quadro del lavoro nel settore.I sindacati, in conclusione, rimarcano che si tratta di servizi pubblici, e come tali devono essere garantiti e resi universali. Sono le istituzioni pubbliche le prime a dover riconoscere il ruolo centrale dei lavoratori e il loro diritto a un adeguamento normativo ed economico, a tutele certe e omogenee, che solo attraverso il contratto possono essere riconosciute. La nuova fase della mobilitazione solo all’inizio. Indipendentemente dal colore del nuovo governo, il contratto una questione di dignit : andremo avanti fino a che non lo otterremo?.