Se decide la Digos la scuola in pericolo. Lettera alla professoressa di Palermo: colpita tutta la comunit sc
L?articolo di Francesco Sinopoli, Segretario generale della FLC CGIL, pubblicato sull?Huffington post. Cara professoressa Dell?Aria,vorrei intanto esprimerle la solidariet e la vicinanza di tutta la FLC CGIL e di tutta la CGIL per ci che costretta a subire in queste ore e in questi giorni, per lei assai penosi e drammatici, durante i quali dovr fare a meno di insegnare, di rapportarsi coi suoi studenti e con la scuola nella quale ha insegnato per tanti anni.Sappia che non sola, e il suo caso diventa il nostro caso, non solo per effetto di una facile indignazione, ma perch attraverso la punizione che stata inflitta a lei e ai suoi studenti (ai quali, siamo certi, lei mancher moltissimo), stato punito l?intero sistema scolastico, nella sua libert di educare e istruire, nella sua autonomia di pensiero, nella sua capacit di insegnare la realt del mondo. ? stata colpita tutta la comunit scolastica, non solo quella dell?istituto di Palermo. Il messaggio chiaro, e noi lo demoliremo. Insieme.Oltremodo pretestuose infatti ci sembrano le spiegazioni fornite dall?Ufficio provinciale scolastico di Palermo, quando sostiene che ?la libert di espressione non libert di offendere e l?accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza una distorsione della realt ?. Ci si chiede chi sia stato offeso, davvero. Ci si chiede se nella scuola pubblica il pensiero critico degli studenti debba essere considerato un?offesa dalle istituzioni.Ci si chiede, entrando nel merito della valutazione ?della realt ?, se i suoi studenti, accostando le condizioni disumane dei migranti di oggi, determinate proprio da quella legge infame e razzista, a quelle degli ebrei dopo il 1938 in Italia, proprio nel Giorno della memoria della Shoah, abbiano commesso chiss quale reato di ?lesa maest ?, tanto da far intervenire addirittura la Digos nella comunit scolastica, una decisione assai pericolosa che muove all?indignazione.La percezione della realt e un atto di libert critica degli studenti diventano un reato, al punto da sospendere una docente preparata, sensibile, esperta. Ma in quale ?realt ? siamo giunti? Quale limite stato oltrepassato? Chi si vuole colpire?La scuola pubblica italiana, cara professoressa, al centro, ormai da tempo, delle attenzioni di certi politici. Talvolta si intervenuti in modo manifesto e trasparente, e talvolta lo si fatto in modo subdolo. Negli anni scorsi, si tentato di trasformare le nostre scuole in aziende in competizione l?una contro l?altra, affidando ai dirigenti scolastici il ruolo degli ?sceriffi?, tentativo che abbiamo divelto in modo netto.Poi si tentato di screditare la scuola pubblica usando il bilancio dello Stato, attraverso tagli continui alle risorse, finanziarie e umane. Oggi, infine, assistiamo alla chiusura del cerchio: quando la Digos entra in una scuola vuol dire che l?esercizio del controllo divenuto poliziesco e repressivo, suscitando negli studenti il terrore di uscire dal ?pensiero unico? e di interpretare liberamente la realt nella quale vivono.Se la Digos che deve decidere cosa e come si possa e debba insegnare agli studenti, significa che i suoi ragazzi avevano ragione a delineare l?accostamento tra quel 1938 e i giorni nostri.Chiudo con le parole, bellissime, che le ha rivolto un suo collega di Catania, il professor Marco Pappalardo, e pubblicate dal quotidiano Avvenire: ?credo che ci si debba muovere in massa ? studenti, docenti, dirigenti, personale, sindacati ? per sostenerla e per dare un segno chiaro?.Ecco, noi del sindacato ci siamo, e ci siamo anche quando il professor Pappalardo offre la sua disponibilit a partecipare economicamente alla sua angoscia, devolvendole parte del suo stipendio, non come gesto di ?carit pelosa?, ma come gesto politico di notevole valore, proprio come nel 1938 gli antifascisti facevano con coloro che venivano inviati al confino (l?accostamento mio, non del professor Pappalardo).