Scuola: Usr Toscana, finora non segnalate criticità rientro. Le manifestazioni di ‘Priorità alla Scuola’

“Le scuole del primo ciclo hanno ripreso in continuità con quanto fatto prima delle vacanze di Natale, di fatto non abbiamo segnalazioni di situazioni di criticità”. Lo ha detto Roberto Curtolo, dirigente dell’ufficio scolastico regionale (Usr) della Toscana, nel giorno di rientro a scuola, in presenza, per gli studenti delle scuole elementari e medie. “C’è stato una sforzo encomiabile dei dirigenti scolastici – aggiunge Curtolo – che hanno lavorato in maniera precisa e puntuale. Questa mattina ho visto ragazzini attenti, non ho visto mascherine abbassate, né assembrati rilevanti, ho visto la presenza dei docenti in fase di accoglienza e il rispetto totale delle regole. Sono soddisfatto di quello che sta avvenendo”. Commentando poi il rinvio del rientro a scuola degli studenti delle scuole superiori Curtolo ha detto che “oggi le scuole di secondo grado riprendono con la didattica a distanza e la presenza solo per i laboratori come prima delle vacanze. Eravamo pronti a ripartire in presenza oggi, saremo pronti anche lunedì 11. Non verifichiamo condizioni operative particolarmente difficili. In Toscana, le scuole sono perfettamente organizzate al loro interno”. (ANSA).
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Scuola: Nardini, ho constatato pieno rispetto delle regole Assessore Toscana ha visitato alcuni istituti in giorno rientro
“È bello rivedere le bambine e i bambini sui banchi di scuola in sicurezza, la scuola in presenza è infatti anche socialità. Ho constatato con soddisfazione il pieno rispetto delle regole, dal distanziamento all’uso corretto delle mascherine, all’igiene delle mani”. Così l’assessore all’istruzione Alessandra Nardini commenta il primo giorno di rientro in presenza per gli iscritti alla scuola dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie di primo grado. L’assessore, spiega una nota, ha visitato le scuole Boccaccio e Pascoli a Certaldo (Firenze), alla presenza del sindaco Giacomo Cucini e del consigliere regionale Enrico Sostegni, e l’istituto comprensivo Folgore di San Gimignano (Siena) con il sindaco Andrea Marrucci e le consigliere Anna Paris e Elena Rosignoli. Nardini ha ringraziato “tutti coloro che permettono questa ripartenza in sicurezza: amministrazioni comunali, dirigenti scolastici, insegnanti, personale scolastico, per l’importante lavoro che hanno fatto in questi mesi e che continuano a fare”. (ANSA).
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Scuola: protesta Firenze e altre città Toscana per superiori
Protesta a Firenze per chiedere l’apertura di tutte le scuole in presenza e sicurezza: la manifestazione è stata organizzata davanti al liceo classico Galileo perchè vicino ai palazzi della Regione, da studenti, alcuni anche seduti per terra a fare lezione, genitori e insegnanti del comitato Priorità della scuola. Iniziative analoghe sono state promosse anche in altri comuni toscani – Prato, Pisa, Pontedera, Carrara e Massa – e d’Italia. “Siamo qui e in altre venti città – ha spiegato Costanza Margiotta, docente universitaria e promotrice di Priorità alla scuola – per denunciare il fallimento totale del Governo per la mancata riapertura della scuola a quasi un anno dalla sua chiusura. Ciò che amareggia maggiormente è che la scuola sia messa all’ultimo posto. La si condanna per i contagi prima di averla riaperta.
Tra i presenti e promotori a Pisa, Firenze, Pontedera e a Prato, anche appartenenti alla Rete degli studenti medi della Toscana. A Prato, a inizio presidio, erano circa una quarantina i manifestanti di fronte al liceo scientifico Niccoló Copernico: pure con striscioni e slogan, chiedevano di poter tornare in classe, contestando la scelta del Governo di prorogare all’11 gennaio la ripresa delle lezioni in presenza. Tutte le componenti, degli alunni e gli insegnanti, motivano la scelta di protestare con “l’esasperazione per la didattica a distanza”, che “non garantisce più gli standard educativi e sociali adeguati per l’apprendimento”. Alcune decine gli studenti degli istituti superiori che si sono radunati in piazza a Pisa e Pontedera per chiedere la riapertura delle “lezioni in presenza e in sicurezza” esponendo cartelli improvvisati con la scritta “La scuola si fa a scuola”. Con i loro pc portatili e tablet hanno seguito le lezioni a distanza collegandosi da remoto durante la protesta promossa nell’ambito della mobilitazione nazionale del comitato. Il network di sigle, associazioni e sindacati che ne fa parte chiede “lo screening sanitario completo della comunità scolastica (docenti, personale Ata e studenti) e l’inserimento come categoria prioritaria del personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell’agenda vaccinale”. Il comitato chiede anche per le scuole superiori “che la riapertura in presenza favorisca l’accoglienza e il recupero scolastico degli studenti fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico a causa della Didattica a distanza” e auspica “che l’attività in presenza non sia finalizzata solo alle necessità di valutare l’andamento scolastico degli studenti, bensì che il tempo sia utilizzato anche per aiutare a ricostruire le relazioni umane tra gli studenti e con i docenti, augurandosi che “siano annullate le prove Invalsi per l’anno scolastico in corso”.
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Covid: presidi,rischi per studenti se non tornano a scuola Non si aprono perché non è stato messo in sicurezza il trasporto
“Gli studenti devono rientrare perché rischiamo danni allo sviluppo e alla formazione. Vengono privati della relazionalità. Ma il problema non è la scuola. Non si aprono le scuole, così come deciso anche da diverse regioni, perché non è stato messo in sicurezza il sistema di trasporto pubblico”. Così Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, su ‘Il Messaggero’. “L’Iss ha certificato che nella scuola non ci sono i contagi, si tratta di ambienti molto più sicuri di tanti – osserva – il problema sono i mezzi di trasporto, visto che una componente di rischio arriva proprio da quello che circonda il sistema scolastico di cui ora paghiamo le conseguenze”. “Se organizzare il sistema di trasporto in sicurezza significa entrare alle 10, vuol dire provocare inevitabilmente tanti disagi per l’organizzazione scolastica, gli orari scaglionati, con un ingresso alle 8 e uno alle 10. Entrare alle 10 è decisamente complesso, incompatibile con una normale giornata scolastica. Quindi, poiché non sono riusciti a riprogrammare il sistema di trasporto, si chiede alle scuole di farsi carico del problema con un orario di ingresso penalizzante per gli studenti”. “Allora per far sì che nessuno pensi che siano solo dichiarazioni di facciata, direi che sia arrivato il momento di dare veramente centralità alla scuola – conclude – posticipiamo tutte le attività a dopo le 10 ad esclusione della scuola e dei servizi impossibili da spostare, come quelli sanitari”. (ANSA).

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