SCUOLA: EURISPES, 63,4% ITALIANI CONDIVIDE PROTESTE STUDENTI-INSEGNANTI

I mesi di ottobre e novembre 2008 sono stati caratterizzati da numerose manifestazioni di protesta, che hanno coinvolto molti rappresentanti del mondo studentesco e del corpo insegnante. Gli scioperi e i cortei hanno rappresentato la risposta dei diretti interessati alle direttive che costituiscono il testo delle leggi 133 e 137.Esse hanno diviso il mondo politico e l’opinione pubblica tra coloro che sostenevano le ragioni della protesta e chi, invece, riteneva si trattasse di manifestazioni prive di significato.Il 63,4% degli italiani, secondo il Rapporto 2009 dell’Eurispes, condivide le proteste di studenti e insegnanti sia perche’ esse rappresentano uno dei modi in cui si esplicita la partecipazione alla vita democratica del Paese (34,1%) sia perche’ convinti del fatto che la riforma Gelmini danneggi le Universita’ e la scuola (29,3%).Al contrario, il 13,7% ha dichiarato di non condividere la protesta perche’ essa rappresenta unicamente un pretesto per sottrarre tempo alle regolari attivita’ di studio. A questa percentuale va aggiunta quella di coloro che sono contrari a questo tipo di manifestazioni poiche’ ritengono che la legge possa essere funzionale a risolvere alcune questioni importanti del mondo dell’istruzione (12,4%).Il 38,1% tra i 35 e i 44 anni e il 37,7% dei 18-24enni dichiarano di condividere le proteste nei confronti della riforma del sistema scolastico perche’ danno modo all’opinione pubblica di esprimere la propria posizione all’interno di un contesto democratico.Molto diffusa tra i piu’ giovani e’, inoltre, la convinzione che le leggi 133 e 137 ledano gli interessi del mondo accademico e di quello scolastico e, di conseguenza, le manifestazioni e gli scioperi, seguiti alla presentazione del testo in Parlamento, trovano giustificazione in questo.Ad essere di questo avviso sono coloro che hanno un’eta’ compresa tra i 18 e i 24 anni (37%) e tra i 25 e i 34 anni (30,1%). Tuttavia, esiste una percentuale di 25-34enni che considera le proteste solo un pretesto per non sedersi tra i banchi (15,1%).asca

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