Scuola: domani in classe 5 milioni di studenti L’11 rientro per ragazzi superiori

Domani, dopo la pausa per le vacanze di Natale, torneranno a scuola 5 milioni di studenti italiani: sono i bambini della scuola dell’infanzia, delle elementari e delle medie. Rientro posticipato a lunedì 11 per gli studenti delle scuole superiori – da diverse settimane in Didattica a distanza – che tuttavia domani riprenderanno le lezioni con la dad. Numerose Regioni tuttavia hanno deciso date diverse per il ritorno in classe: il Piemonte ha fissato il rientro delle superiori al 18 gennaio; Friuli, Veneto e Marche rimandano la riapertura per le superiori al 1 febbraio, molto probabile anche in Sardegna. La Campania riaprirà lunedì 11 gennaio per gli alunni della scuola dell’infanzia e delle prime due classi della scuola primaria; a partire dal 18 gennaio sarà valutata la possibilità del ritorno in presenza per l’intera scuola primaria, e dal 25 gennaio per la secondaria di primo e secondo grado. La Calabria proseguirà con la dad alle elementari fino al 15 gennaio, alle superiori fino al 31. In Puglia didattica integrata per tutti fino al 15 gennaio; didattica a distanza per tutti gli studenti fino al 17 gennaio anche in Molise. (ANSA).

Scuola: Ministero, ecco le disposizioni per la ripresa Capo dipartimento del Ministero scrive agli Uffici scolastici
Da domani al 16 gennaio la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado continuano ad operare secondo quanto stabilito dal DPCM 3 dicembre 2020 (zone gialle e arancioni, 100% in presenza; zone rosse, 100% in presenza per i servizi educativi, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado, integralmente a distanza per il secondo e terzo anno della scuola secondaria di primo grado); per la scuola secondaria di secondo grado, nei giorni 7, 8 e 9 gennaio, l’attività didattica si svolge a distanza per il 100 per cento della popolazione studentesca delle istituzioni scolastiche”. Resta ferma comunque, per tutte le istituzioni scolastiche e per l’intero periodo, “la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”. Lo scrive il capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Marco Bruschi, agli Uffici scolastici regionali e ai dirigenti scolastici, comunicando il contenuto del decreto-legge del 5 gennaio su “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”. In particolare, l’articolo 4 determina disposizioni dedicate alla “Progressiva ripresa dell’attività scolastica in presenza” in vista della ripartenza dopo la pausa di Natale. Dal giorno 11 al 16 gennaio, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nelle regioni “gialle” e “arancioni” “adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica garantendo almeno al 50 per cento della popolazione studentesca l’attività didattica in presenza”, fermo restando, anche in questo caso e nel caso delle regioni “rosse” dove l’attività è prevista al 100% a distanza, “la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”. Il Ministero raccomanda che “In una lettura sistematica delle disposizioni vigenti, la ripresa dell’attività in presenza per almeno il 50% della popolazione studentesca dovrà essere realizzata secondo le azioni delineate dai piani operativi derivanti dall’attività dei “tavoli prefettizi”, di cui al dPCM 3 dicembre 2020, che hanno provveduto a coordinare le esigenze delle istituzioni scolastiche e dei servizi di trasporto sui territori di competenza, proprio in vista della ripresa della scuola in presenza”. Resta inteso, conclude il capo dipartimento del Ministero, “che sono da osservarsi le eventuali diverse determinazioni più restrittive deliberate dalle Regioni e dagli Enti locali nell’esercizio delle rispettive competenze”. (ANSA).

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