Scuola: Cgil, per superare precariato occorrono misure coraggiose e radicali

“Nel metodo occorre superare i ritardi che il Ministero ha accumulato nel far partire i tavoli tematici sui vari argomenti e occorre evitare quanto si è verificato con il decreto Sostegni bis, ossia varare un provvedimento sui medesimi temi oggetto del ‘Patto per la Scuola’ senza alcun confronto con i sindacati”. Ad affermarlo al termine del confronto di oggi tra il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e le parti sociali, la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi e il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli.
“Dopo aver avanzato dei rilievi critici sui contenuti del decreto Sostegni – proseguono i dirigenti sindacali – abbiamo sostenuto che, sul piano del merito, occorrono misure coraggiose e radicali per superare definitivamente il lavoro precario. Serve innanzitutto estendere le procedure semplificate di assunzioni a tutto il personale precario che ha al suo attivo tre anni di servizio. Stesso principio deve riguardare sia gli specializzati di sostegno, sia chi è in possesso di tre anni di servizio sul sostegno a cui va assicurato un percorso garantito di specializzazione. È necessario inoltre un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA con tre anni di servizio, superare qualsiasi blocco della mobilità e rafforzare gli organici. Bisogna snellire e potenziare le procedure concorsuali prevedendo risorse dedicate e non invece pensando di continuare a fare concorsi a costo zero o, addirittura, negando la possibilità a chi non supera il concorso di presentarsi a quello successivo”.
“Prendiamo atto positivamente – aggiungono Fracassi e Sinopoli – della dichiarata volontà del Ministero di procedere a breve alla riconvocazione del tavolo tematico sul precariato, ma anche degli altri tavoli sui rimanenti punti del Patto per la Scuola”. “Confermiamo in ogni caso il presidio organizzato per il prossimo 9 giugno davanti a Montecitorio, a Roma, per chiedere al Governo – concludono – coerenza fra quanto sottoscritto nel Patto e quanto previsto nel decreto Sostegni bis”.
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