Sanita’: a Firenze apre ambulatorio solidale Auser Offre aiuto e ascolto gratuiti a persone fragili e in difficoltà

È attivo da domani l’ambulatorio solidale Auser all’interno dell’Asp Firenze Montedomini, dove i cittadini fragili e in difficoltà riceveranno gratuitamente servizi di aiuto e ascolto. Servizi che nei mesi scorsi, a causa delle restrizioni per la pandemia, venivano offerti solo telefonicamente attraverso il teleconsulto. L’ambulatorio, realizzato dall’Auser Firenze in collaborazione con l’ordine dei medici e odontoiatri di Firenze e Osma onlus, ha l’obiettivo di ascoltare i problemi socio-sanitari delle persone, fornire suggerimenti utili da parte di specialisti competenti e dare informazioni sui servizi territoriali di prossimità. Come si legge in una nota non verranno fatte diagnosi telefoniche né prescrizioni di farmaci. L’assessore al Welfare di Palazzo Vecchio Sara Funaro ha parlato di “un’operazione che aspettavamo da tempo, resa possibile grazie ad un grande lavoro di squadra e alla collaborazione tra pubblico e privato. È un ambulatorio speciale, che dà sostegno alle persone in difficoltà, ai più fragili nel nostro territorio, non poteva che essere in un contesto come quello di Montedomini che è l’istituzione simbolo di anziani e persone fragili”. L’ambulatorio sarà aperto il martedì (dalle 9 alle 12) e il giovedì (con orario 15-18). “E’ una bella iniziativa, con Auser collaboriamo già da molto tempo – ha detto il presidente e direttore dell’Asp Firenze Montedomini Luigi Paccosi -. Questa idea è venuta fuori da alcuni medici dell’associazione, noi l’abbiamo accolta con favore”. Il presidente di Auser Firenze Giovanni Dell’Olmo ha ricordato che, col teleconsulto, “sono state aiutate 350 persone. Adesso svolgiamo questo servizio dedicato a persone in difficoltà, che non hanno residenza e non hanno tesserino sanitario e non hanno il medico di famiglia: noi non ci sostituiamo a nessuno, anzi invitiamo le persone ad andare dal proprio medico di famiglia. Il nostro compito è dar consigli, facciamo poi alcune visite specialistiche a persone che non sono in grado di farle o non hanno la possibilità economica per farle”. (ANSA).

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