La Cgil dice basta alle strumentalizzazioni della direzione del gruppo TMT. Le dichiarazioni apparse anche domenica scorsa hanno la precisa intenzione di dividere i lavoratori e il sindacato. Questo il loro unico scopo.In primo luogo l’assunzione dei 23 dipendenti Newlat deriva da un passaggio obbligato. Infatti, alla fine dell’apprendistato, non poteva che esserci l’assunzione a tempo indeterminato. In secondo luogo tra queste unit ci sono professionalit alle quali l’azienda non poteva rinunciare: capi turno, pastai, fornai, macchinisti. Senza di loro sarebbe pregiudicata anche la garanzia dei cicli produttivi.Quindi questi nuovi assunti, come li chiama l’azienda, non hanno niente a che vedere con la questione della logistica.Per quanto riguarda la possibilit di reinternalizzare alcuni servizi, nell’incontro che si concluso con l’accordo 22 dicembre e nelle discussioni precedenti, non c’ mai stato alcun riferimento ai trasporti e alla logistica. Al contrario si discusso di riprendere alcune fasi affidate al gruppo delle pulizie, delle quali il sindacato era informato, sapendo inoltre che alla ditta che gestisce questi servizi stato chiesto di ricercare altre gestioni all’interno dello stabilimento (e che Newlat avrebbe valutato e proposto) per evitare la riduzione del servizio in termini complessivi.Se l’azienda intende riportare a gestione diretta il servizio dei trasporti e della logistica, lo faccia pure. Ne ha il diritto e non sar il sindacato ad impedirlo. Ma rispetti le condizioni e gli stessi obblighi contrattuali di un nuovo soggetto subentrante, e cio assumendo direttamente tutti i 71 dipendenti attuali di quel servizio. Se cos non disposta a fare, evidente che la questione della logistica solo un pretesto di fronte a un’incapacit di gestione del sito produttivo di Sansepolcro.Non trascorso molto tempo dal 24 giugno 2008 quando la TMT sottoscrisse un accordo con il quale si impegnava, per tre anni, a non tagliare occupazione e quantificava investimenti: 5 milioni di euro il primo anno e 42,5 milioni in cinque anni. Impegni scritti, ratificati nel piano industriale, servito a corredo dell’acquisizione dello stabilimento di Sansepolcro e illustrato in Regione davanti agli assessori della Toscana e dell’Umbria.Tutto ci fa scaturire una serie di dubbi sulla reale vocazione produttiva e sul fatto che TMT consideri il sito di Sansepolcro un sito strategico per l’intero gruppo.
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