SALIAMO TUTTI SULLA CAROVANA ANTIMAFIE: E IL LAVORO LANTIDOTO ALLILLEGALITA

E’ partita venerd scorso a Firenze e si fermer? sabato a Castelfiorentino, davanti ai cancelli della Shelbox: la Carovana antimafie sta portando in tutta la Toscana il suo patrimonio di diritti e legalit? (ci sar? anche un’appendice il 5 giugno). Ma la peculiarit? di quest’anno, oltre al ventennale della Strage dei Georgofili a Firenze, ? il legame con la questione dell’illegalit? in economia. Un rapporto naturale, quello che lega la lotta alle mafie con il mondo del lavoro. E’ come una proporzione geometrica: pi? crisi, pi? illegalit?. Pi? illegalit?, meno diritti. Viceversa: pi? lavoro porta pi? diritti e meno illegalit?. In Toscana non sono mancati esempi emblematici sul fronte legalit? e lavoro: basti pensare ai casi dell’ex Isi di Scandicci, della Richard Ginori di Sesto Fiorentino, della banca Monte dei Paschi di Siena, della Btp di Firenze, della ex Delphi di Livorno. E pagare il conto tocca spesso ai lavoratori.Non ? un caso, dunque, che la Carovana antimafie faccia tappa nelle citt? e nelle realt? toscane pi? toccate dalla crisi economica e produttiva. Non ? un caso che chiuda il tour davanti alla Shelbox, una delle tante aziende che soffrono, per dare solidariet? ai dipendenti. E non ? un caso che in occasione dei passaggi della Carovana (come peraltro in ogni sede della Cgil Toscana) si possa mettere il proprio autografo sulla raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare ?Io riattivo il Lavoro?, promossa dalla Cgil: l’iniziativa si propone di fare in modo che i beni confiscati alla criminalit? organizzata siano assegnati rapidamente, come oggi non accade per via di lungaggini burocratiche, ad enti che possono svolgere attivit? con finalit? sociali, tutelando i lavoratori.Tutto questo, senza tralasciare il tema dei diritti e delle nuove generazioni. Proprio venerd scorso, nella Giornata Mondiale della lotta all’omofobia, mi sono trovato a Terra Futura, la rassegna delle buone pratiche ambientali e sociali, a parlare di fronte a 300 ragazzi reduci dall’esperienza di lavoro nei campi confiscati alle mafie. C’? stato poco da insegnargli” quanto a impegno per la legalit?; e c’? stato molto da imparare ascoltandoli. E’ da loro che si deve ripartire per costruire un’Italia pi? giusta.”

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