ROSARNO: CGIL CALABRIA, PAROLE MARONI SONO SCONCERTANTI GOVERNO TUTT’ALTRO CHE ESTRANEO ALL’ACCADUTO

? Lasciano davvero sconcertati le dichiarazioni di oggi, del Ministro Maroni, che continua ad insistere sull?estraneita? del Governo dalle responsabilita? di quanto e? accaduto a Rosarno e soprattutto dalle condizioni in cui per tanti anni hanno vissuto in quei luoghi migliaia di immigrati. La verita? e? ben altra. Una legislazione nazionale ed un pacchetto sicurezza manifestamente fallimentari, hanno consentito e consentono di approcciare ai problemi dell?immigrazione solo dal punto di vista dell?ordine pubblico. Nessuna attenzione il governo ha finora dedicato alla carenza degli organici degli ispettorati del lavoro, alla inadeguatezza degli strumenti di sostegno al reddito degli immigrati, alle azioni di contrasto di quanti caporali o mafiosi gestiscono pezzi significativi del mercato del lavoro con logiche di sfruttamento al limite dello schiavismo?. Lo afferma in una nota massimo Covello, segretario regionale della Cgil. ?Questi temi in Calabria e nell?intero Mezzogiorno – continua – sono parte essenziale dell?economia non solo agricola, ma dell?edilizia dei servizi. Proprio nell?agricoltura le politiche dei flussi hanno certificato ed autorizzato di fatto un doppio regime. Quando, pur sapendo che gli immigrati stagionali che vengono impiegati nell?agricoltura calabrese sono oltre 20.000, si autorizzano flussi per 7000 scarsi e? evidente che si certifica lo sfruttamento ed il lavoro nero. Si considerano gli immigrati utili come produttori, ma clandestini per legge. Rosarno di questo sistema era l?emblema. Le drammatiche vicende di questi giorni, la caccia razzista agli immigrati ed il conseguente trasferimento forzato degli stessi l?hanno rimosso. Ma questo sistema vige purtroppo ancora adesso nelle piane agricole di Lametia e di Sibari. Per questo chiediamo a Maroni ed al suo collega Zaia ministro dell?agricoltura, di affrontare i nodi di una economia agricola che fa leva sugli aiuti comunitari e sullo sfruttamento. Sarebbe diabolico se venisse alimentata una logica di sostituzione della manodopera straniera sulla base della presunta docilita? alla accettazione di condizioni inumane di sfruttamento. La qualificazione dei rapporti di lavoro, il giusto riconoscimento contrattuale ai lavoratori tutti, l?introduzione del reato di caporalato, l?applicazione del DURC alle imprese agricole, cosi come l?introduzione degli indici di congruita? tra lavorazioni, produttivita? ed addetti, la decadenza degli incentivi alle imprese che ricorrono al lavoro nero ed al non rispetto dei contratti, sono le misure essenziali per liberare l?economia agricola calabrese e meridionale da ossessioni securitarie e da oppressioni criminali e mafiose. Gli immigrati – conclude – sono le vittime non la causa dei problemi?. (AGI)

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