Sono 6.095, tra richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria, le persone accolte in 13 regioni; di queste, 3635 in progetti Cas, 2360 Sprar e 100 nel sistema Hub minori. Sono i numeri relativi all’accoglienza della rete Arci diffusi oggi, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. I progetti di accoglienza attivi sono 111. Dei beneficiari 5152 sono uomini, 441 donne e 502 minori. Le persone assunte a vario titolo nella gestione dei progetti sono 1120 e circa 310 i volontari che supportano a vario titolo le attivit . Anche in base all’esperienza diretta possiamo quindi affermare – osserva l’Arci in una nota – che il ministero dell’Interno investe ancora troppo poco in un modello d’accoglienza diffusa e integrata, dando centralit al ruolo dell’ente locale. Resiste infatti ancora un sistema emergenziale, che determina una grande sproporzione tra sistema Cas e sistema Sprar, che offre invece maggiori garanzie di integrazione dato il pi basso rapporto tra accolti e numero di residenti. Il nostro impegno dunque quello di premere perch si chiuda la stagione dell’emergenza convertendo i Cas in Sprar. L’Arci ha anche reso noti i dati del rapporto sui 10 anni del numero verde per richiedenti asilo e rifugiati che nel 2016 ha compiuto 10 anni. Nel 2016 stato registrato l’arrivo di 3136 nuove chiamate (raramente l’intervento si esaurisce in una sola chiamata). La nazionalit preponderante dei contatti nell’anno stata quella cinese. Questo ha rappresentato una novit , rispetto al passato e la richiesta di protezione si basa sulla negazione della libert religiosa. Le altre nazionalit pi rappresentate sono Nigeria, Gambia e Costa d’Avorio. In totale hanno chiamato utenti di 52 paesi diversi. Si registrato un incremento del 36% dell’utenza femminile, incremento legato all’aumento di chiamate da parte di cinesi, in prevalenza donne. Nel corso del 2016, lo staff del numero verde, avvalendosi delle competenze di avvocati e interpreti, si occupato di 155 ricorsi avversi al parere negativo della commissione territoriale sulla richiesta d’asilo davanti al Tribunale Civile di Roma. Di questi, 35 sono giunti a conclusione mentre 120 sono ancora aperti. Nella maggior parte dei casi il ricorso al Tribunale ordinario ha portato a un ribaltamento del risultato, avallando la richiesta di protezione nell’80% dei casi. L’11% di casi rigettati dipende per lo pi dall’irreperibilit dei ricorrenti che, dati i tempi di attesa, preferiscono presentare domanda in altri paesi europei. (ANSA).
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