La leader Susanna Camusso contraria all’APE, il prestito pensionistico pagato da banche ed assicurazioni. E il sindacato dei pensionati annuncia la possibilit di una mobilitazione in assenza di correttivi significativi alla Legge Fornero. Sedici milioni di pensionati in Italia attendono risposte, da troppo tempo. Se non ci saranno siamo pronti anche a mobilitarci. Lo ricorda il segretario nazionale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti. ?Sul tavolo – ha aggiunto Pedretti – sono ancora aperte le questioni dell’estensione della quattordicesima ai pensionati che hanno un assegno tra i 1.000 e i 1.500 euro, il riconoscimento della no tax area come per i lavoratori dipendenti e un modello di rivalutazione delle pensioni meno stringente. Il Leader del sindacato ha insistito anche sulla necessit di riunire le generazioni. Basta con le politiche che mettono in contrapposizione giovani e anziani – ha sottolineato -. Per i giovani abbiamo proposto un fondo, alimentato dal contributo di tutti i cittadini, che li sostenga nei periodi di sospensione dell’attivit lavorativa.Tra giugno e luglio scorsi si sono tenute diverse riunioni, sia tecniche che politiche, del tavolo di confronto tra governo e sindacati. In questa sede il governo ha confermato l’intenzione di procedere con una serie di misure sulla previdenza nella prossima legge di stabilit . Il governo si impegnato a sostenere economicamente diverse misure, senza per avere ancora quantificato le risorse a disposizione. I prossimi 6 e 7 settembre sono stati convocati due tavoli tecnici e il 12 settembre si terr invece il tavolo politico che dovrebbe concludere questa fase di confronto. A fine mese dovrebbero arrivare le prime decisioni ufficiali del Governo sulla flessibilit in uscita. Ma negli ambienti del sindacato guidato dalla Camusso c’ molto scetticismo sull’ipotesi APE, un progetto che costringer al lavoratore di pagarsi l’anticipo della pensione quasi tutto di tasca propria.La possibilit di un accordo con il Governo, sottolineano dalla Cgil, quindi difficile ma ancora sulla carta possibile. Secondo il segretario della Cgil, Susanna Camusso: Si deve trovare una soluzione perch non c’ una prospettiva previdenziale per i giovani, perch non si pu vivere nella forbice tra imprese che hanno bisogno di innovare e contemporaneamente vedono allungarsi l’et . Perch – ha osservato – non ci pu essere l’idea che se uno va a lavorare, come a tanti successo e succede, a 14-15 anni poi deve avere la prospettiva di arrivare fino a 70. Perch non pu essere che se un lavoratore, per ragioni spesso non dipendenti dalla sua volont , passato dal pubblico al privato, deve ripagarsi i contributi per poter andare in pensione. E che si consideri – ha aggiunto – che le donne non hanno sistematicamente un doppio lavoro e quindi una condizione differente. Sono molti i temi di una legge assolutamente sbagliata e ingiusta che va cambiata anche perch – ha concluso – non si pu mantenere in fibrillazione una sistema come quello previdenziale. Bisogna dare delle certezze.?II primo problema – ha continuato – che bisognerebbe avere politiche che creino lavoro per i giovani, che ne stabilizzino il lavoro e che garantiscano salari e condizioni dignitose. Perch la previdenza sempre lo specchio del mercato del lavoro. Poi c’ il tema dell’ordinamento previdenziale che si costruito nel nostro paese. E’ un ordinamento fatto in nome dei giovani, e che in realt , con un sistema contributivo puro porter i giovani in pensione oltre 70 anni, con tassi di sostituzione assolutamente bassi. Cos sar impossibile avere una societ coesa?.?Sul versante pi strettamente previdenziale – ha detto la Camusso – bisogna correggere a fondo un sistema contributivo cos rigido da sembrare puramente assicurativo. In realt , il nostro sistema previdenziale, di welfare, che deve quindi garantire dei tassi di solidariet e di redistribuzione. Cio bisogna costruire meccanismi che coprano tutti coloro che sono entrati molto tardi e in condizioni precarie nel mercato del lavoro. Dobbiamo immaginare un meccanismo che valorizzi le carriere costruite in questo modo e fin da subito immaginare percorsi di solidariet generale che coprano, ad esempio, i buchi contributivi?. Tutto questo, per, dicono che ha un costo molto alto. ?Ma non vero. Ogni volta che si messo in atto un taglio sui diritti delle persone, in questo caso sul sistema previdenziale, si tirato in ballo il tema della sostenibilit economica. In realt , e lo confermano i pi seri istituti di studio italiani ed europei, il sistema previdenziale in Italia non costa pi che negli altri paesi europei, ed pi che sostenibile dal punto di vista finanziario. Adesso, e in prospettiva, il tema che non regge dal punto di vista sociale. Fonte www.pensionioggi.itÿ
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