Riforma pensioni 2021, cosa c’è e cosa manca nella legge di bilancio. Intervista a Roberto Ghiselli (Cgil)

Nella proposta di Legge di bilancio vi é una buona notizia per i Part time verticali che superano il minimale retributivo e avranno la copertura piena, si può dire dunque che una delle vostre battaglie sia stata vinta?
La proposta di legge di bilancio contiene in materia previdenziale alcuni punti per noi importanti che avevamo posto al tavolo di confronto con il Ministro Catalfo. Il risultato che ritengo più importante, frutto della costante iniziativa del sindacato, anche con delle cause legali vinte, è proprio la copertura contributiva piena per i part time verticali che superano il minimale retributivo. È una cosa di straordinaria importanza per quelle centinaia di migliaia di persone che, lavorando 6, 8, 10 mesi all’anno, ai fini della maturazione dell’anzianità contributiva fino ad ora si vedevano riconosciuti solo i mesi effettivamente lavorati e non l’anno intero. Queste persone si sarebbero trovate nelle condizioni di dover lavorare fino a 70 anni perché mai avrebbero raggiunto i contributi per la pensione anticipata e in molti casi non avrebbero raggiunto neanche i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia. Parliamo soprattutto di donne e giovani, che in gran numero lavorano ad esempio nel commercio, nelle attività stagionali, nei servizi scolastici ed educativi.

Sulle altre proposte relative alla previdenza potete dirvi soddisfatti?
Riteniamo positiva anche la proroga per un anno dell’Ape sociale e di Opzione donna, anche se riteniamo necessario che per queste persone (lavori gravosi, donne, disoccupati, invalidi) vada trovata una soluzione stabile e definitiva nell’ambito della riforma che dovrebbe partire dal 2022, alla quale non vogliamo assolutamente rinunciare.”

Vi sono carenze che nemmeno la proposta della Legge di Bilancio pare intenta a colmare?
Purtroppo sì, sulla previdenza sono altrettanto evidenti le carenze, prima fra tutte una soluzione definitiva per tutti gli esodati, un rafforzamento dell’Ape sociale e degli interventi per i lavoratori precoci, una modifica dell’Isopensione per renderla accessibile ai lavoratori di tutte le aziende, anche quelle più piccole e meno solide. Manca inoltre l’estensione della quattordicesima per i pensionati fino a 1500 euro di pensione, le misure per favorire l’adesione dei lavoratori alla previdenza negoziale, un intervento per ridurre le ricadute della variazione negativa del Pil sul montante contributivo, anche questo un aspetto che riguarda in particolare i più giovani”

Dunque cosa farete per ottenere le misure mancanti, che ci sembrano, francamente, ancora molte?
Facciamo tesoro delle cose ottenute ma nei prossimi giorni insisteremo, sia con il Governo sia con il Parlamento, per ottenere sulla previdenza gli altri risultati, nell’ambito dell’iniziativa più generale che il sindacato sta portando avanti”.

di Erica Venditti da pensionepertutti.it

 

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