Intorno alla riforma della normativa in materia di difesa del suolo e disciplina dell?attivit di bonifica si sta sviluppando un confronto fra istituzioni e apparati che stenta a manifestarsi in termini di chiarezza e leggibilit e che purtroppo, ancora una volta, esclude dal dibattito gli operatori del settore che invece potrebbero dare un forte contributo di conoscenze e competenze a tutto vantaggio della riuscita della riforma.In questo contesto stata recentemente rilanciata una polemica sul personale dei Consorzi di bonifica, dipinto come elemento di un sistema di potere funzionale a costruire rendite di posizione, come gravame sulle spalle dei contribuenti, frutto di chiss quale logica clientelare e di potere. Si ignora, deliberatamente, quello che il loro lavoro produce in termini di manutenzione di migliaia di chilometri di canali. che ogni anno vengono ripuliti dalla vegetazione e dai rilasci di materiale alluvionale ed i cui argini vengono riparati e rinforzati. Si ignora la gestione delle decine di impianti di sollevamento e regimazione salvaguardando da alluvioni ricorrenti intere aree della nostra regione. Si ignora il servizio reso al territorio in termini di presidio costante e puntuale soccorso durante le emergenze.Noi pensiamo che i consorzi di bonifica devono caratterizzarsi quali aziende dotate di autonoma capacit operativa, di una propria struttura adeguata ad assicurare la manutenzione, la gestione e l?esercizio delle opere presenti sul territorio assegnato, garantendone il presidio.Devono al contempo assicurare un coerente, efficiente, efficace e pi trasparente svolgimento dell?attivit amministrativa e gestionale.La Flai Cgil unitamente agli altri sindacati di categoria, le confederazioni regionali e le rappresentanze aziendali, devono essere coinvolte, innanzitutto per ci che pi direttamente gli compete, la salvaguardia dell?occupazione anche per tutti i contratti atipici in essere, la tutela della professionalit , dell?esperienza e della competenza delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto. Chiediamo di essere messi in condizione di portare quel contributo di conoscenze e competenze che i lavoratori, attraverso le loro rappresentanze, possono esprimere. La Regione ci chiami rapidamente al confronto, si apra formalmente il tavolo. nbÿ
17 minuto di lettura