Gioved 3 marzo scorso, nel corso del presidio davanti alla Prefettura organizzato per far conoscere le istanze ed i rilievi dei lavoratori del sistema camerale toscano rispetto alla riforma in fieri del sistema camerale, la vicecapo di gabinetto del Prefetto Anna Chiti Batelli ha ricevuto una delegazione costituita dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.Nel corso dell’incontro, gli esponenti sindacali hanno espresso le preoccupazioni condivise dai lavoratori circa la bozza di decreto di riforma circolata nel mese di febbraio, mettendo in evidenza come in tale bozza (la cui fonte e credibilit paiono oggi del tutto ignote) si prevedesse un sensibile ridimensionamento delle funzioni attualmente appannaggio delle Camere di Commercio, mentre nulla si dicesse della necessit di articolare meccanismi volti a tutelare i livelli occupazionali odierni.I rappresentanti sindacali hanno espresso piena disponibilit ad accompagnare una profonda rivisitazione del ruolo svolto dalle CCIAA, purch essa sia funzionale ai servizi resi al sistema delle imprese e garantisca comunque la tenuta dei livelli occupazionali.Grande preoccupazione stata invece espressa per i lavoratori delle aziende del sistema.Anche soggetti esterni al sistema camerale, e segnatamente dal mondo imprenditoriale (rappresentato anche dai Presidenti delle CCIAA scesi in campo per veder modificata l’ipotesi divulgata), hanno espresso pieno disappunto circa l’ipotesi formulata nella bozza, il che comprova ? secondo le OO.SS. ? una grave superficialit di parte della politica. Il tessuto imprenditoriale toscano, come d’altro canto quello dell’intero Paese, costituito per oltre il 90% di micro e piccole imprese, che necessitano di una rete, di una filiera e di coordinamento. L’intervento ipotizzato sulle CCIAA in evidente contrasto con la sbandierata volont di rilanciare l’economia, e porta a pensare che molte affermazioni espresse siano pure affermazioni di facciata.D’altro canto, gi la riduzione del diritto annuale (che, lo ricordiamo, stata disposta addirittura con decreto legge nel 2014, quindi con largo anticipo ed evidentemente a prescindere dalla riforma degli enti camerali) ha di fatto gi prodotto seri danni al tessuto economico locale. Ne infatti conseguito un ineludibile taglio ai servizi non istituzionali, quali ad esempio il sostegno all’internazionalizzazione delle nostre imprese, la formazione manageriale o i contributi per l’innovazione tecnologica. Ci evidenzia una palese miopia della politica. Con l’arrivo del taglio del diritto annuale al 50%, che sar effettivo con il 2017, rischia di essere compromessa anche la possibilit di garantire ai livelli di efficienza attuale anche la fornitura dei servizi essenziali, servizi di cui usufruiscono non solo le imprese bens anche le forze dell’ordine e giudiziarie nello svolgimento delle loro indagini.Le OO.SS. chiedono pertanto una riflessione seria da parte della politica.E’ stata esposta anche la situazione riguardante le Unioni Regionali. Bench esse vengano espressamente inserite tra gli enti disciplinati dal 1652001 per l?inquadramento del personale delle Amministrazioni Pubbliche oltre che per l?applicazione della normativa di settore negli ambiti di competenza (es. Codice appalti, trasparenza e anticorruzione), come d’altro canto comprovato dalla recente ispezione disposta dal MISE a carico di Unioncamere Toscana e dal parere del Consiglio di Stato del settembre u.s., nell’unico testo diffuso ad oggi riguardante la riforma del sistema camerale esse vengono equiparate a tutti gli effetti a soggetti privati, ed i loro lavoratori pertanto esclusi da particolari forme di tutela.Al termine dell’incontro, la rappresentante del Prefetto ha garantito che avrebbe trasmesso tutti i rilievi esposti per iscritto alla Presidenza del Consiglio ed al Ministro per la Funzione Pubblica riservandosi anche di allegare il manifesto approvato dall’ Assemblea dei lavoratori toscani delle Camere di Commercio a sostegno delle loro ragioni svoltasi a Firenze lo scorso febbraio.
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