Rifiuti:ecoballe golfo Follonica, riprese operazioni recupero Marina Militare al lavoro con due navi

Sono riprese oggi le operazioni condotte dalla Marina Militare per la ricerca e il successivo recupero delle balle di combustibile solido secondario, le cosiddette ecoballe, disperse 5 anni fa dalla motonave Ivy nel Golfo di Follonica. Il comitato di indirizzo, coordinato dal capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli, ha dato via libera alla terza fase delle operazioni, iniziate il 6 agosto scorso e che hanno visto dapprima la Marina Militare impegnata nelle fasi di ricerca, localizzazione, identificazione e recupero di 12 ecoballe: in totale furono 56 quelle disperse dalla Ivy di cui 16 recuperate in passato da pescatori. In una seconda fase, a settembre, spiega una nota della Marina, si è tenuta una campagna per la mappatura dei fondali elaborata dai tecnici di Ispra, Cnr e Capitanerie di Porto. Questa settimana le operazioni, si spiega ancora, si concentreranno sul recupero di un’ecoballa localizzata sui fondali ad est dell’isola di Cerboli ma non recuperata ad agosto a causa delle particolari difficoltà dovute alle condizioni del fondale. Le attività condotte nel tratto di mare antistante Piombino e, sotto il coordinamento del dipartimento della Protezione Civile, vedono impegnate nave Anteo ed il cacciamine Termoli, con a bordo i palombari del gruppo operativo subacquei della Marina, il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana, oltre a mezzi e personale della Guardia costiera. In parallelo proseguiranno le operazioni di verifica, mediante l’utilizzo di un sottomarino a comando remoto (Rov), “dei target individuati dalle precedenti ricerche, al fine di confermare, oppure di poter ragionevolmente escludere la presenza di ulteriori ecoballe”. Ad agosto le ricerche hanno interessato un’area di oltre 20 km², sono stati analizzati 51 contatti subacquei, di cui solo 13 erano ecoballe, mentre la maggior parte si sono rivelate rocce di forma e grandezza simile. Le ulteriori ricerche, effettuate da Cnr e Ispra, mediante l’utilizzo di sonar multibeam, hanno portato il totale delle aree investigate a circa 130 km². Le attività finora portate avanti, coadiuvate da un continuo monitoraggio e controllo da parte di ricercatori e tecnici Ispra e ArpaT, hanno permesso il recupero e di circa 15 tonnellate di rifiuti. (ANSA).

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