RIFIUTI: TOSCANA; BENE DIFFERENZIATA MA MANCANO IMPIANTI

La raccolta differenziata piace ai toscani: dal 2000 al 2006 Š cresciuta di 16 punti percentuali, superando il 33%. Ma il conferimento in discarica del rifiuto ‘tal quale’, ovvero indifferenziato, Š il 60% del totale, e ancora basso Š il tasso di recupero energetico, con solo il 10% dei rifiuti che viene avviato a termovalorizzazione. Inoltre il boom della differenziata ha reso evidenti le carenze degli impianti. E’ quanto emerge dal rapporto 2000-06 dell’Osservatorio economico sulla gestione dei rifiuti urbani in Toscana, voluto da Regione Toscana, Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) e Cispel. Secondo il rapporto, gli investimenti di enti locali e aziende sono in diminuzione: erano stati 95 milioni nel 2000, erano passati a 135 milioni nel 2002, e poi sono calati a 54 milioni nel 2006. Questo – ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini – a causa del fatto che gli aiuti pubblici ad aziende private possono andare incontro a procedure di infrazione della Ue. Ma gli investimenti sono comunque necessari. Le discariche – ha affermato Bramerini – stanno per esaurirsi: il primo gennaio del 2009, a meno di proroghe governative, non sar… pi— possibile conferire in discarica il rifiuto ‘tal quale’, e quindi occorrer… prima lavorarlo. Gli impianti ci sono ma non bastano se non aumenta la raccolta differenziata. Bramerini ha anche invitato le aziende che si occupano di rifiuti, in Toscana 25, ad aggregarsi, secondo la forma che meglio credono, per garantire una maggiore efficienza. Delle carenze degli impianti ha parlato anche il consigliere regionale di Forza Italia Paolo Marcheschi, presidente della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che ha sottolineato come le discariche stiano per esaurirsi e servano nuovi investimenti. Sono dieci anni che la raccolta differenziata aumenta ed Š necessario adeguarsi. E sul fronte degli inceneritori, la Regione conferma la sua linea. Continuiamo per la strada intrapresa – ha concluso Bramerini – che comprende il nuovo termovalorizzatore di Case Passerini e l’ampliamento di altri inceneritori esistenti. Non vorremmo per• che, a mano a mano che le Province varano i piani, vengano fatti ricorsi dalle associazioni ambientaliste, come avvenuto per l’impianto di San Zeno, destinato ad essere ampliato, nella zona dell’Ato sud. (ANSA).

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