“Ricostruiamo la filiera del legno in Toscana”, a Vallombrosa (Fi) l’iniziativa Fillea (foto)

3mila nuovi posti di lavoro in Toscana, benefici economici e ambientali con la ricostruzione di una filiera del legno, che in 10 anni ha perso quasi la metà delle imprese: è la proposta lanciata dalla Fillea Cgil Toscana a Regione e associazioni datoriali, stamani al convegno sul tema nella ex segheria a Vallombrosa (Reggello, Fi) con – tra gli altri – Giani, Bonafè, Bassilichi, Bigazzi, Genovesi.
La segretaria generale Bartoli: “Un’opportunità da non perdere. Assurdo importare la materia prima dall’estero quando ne abbiamo molta, aziende e istituzioni investano per coniugare crescita e sviluppo sostenibile, promuovendo nuovi insediamenti industriali, realizzando un distretto e magari un marchio ‘made in Tuscany/Italy’ che sia premiante negli appalti: possibile mettere in moto economie importanti”

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Giani, tavolo per filiera legno Toscana con parti sociali

La Regione Toscana ha intenzione di aprire un tavolo con imprenditori e sindacati per ricostruire una filiera regionale del legno: lo ha annunciato Eugenio Giani, presidente della Regione, intervenendo oggi a un convegno sul tema promosso a Vallombrosa dalla Fillea-Cgil Toscana. “Un tavolo in cui lavorare in sintonia con gli imprenditori – ha spiegato – e un sindacato protagonista di una prospettiva strategica delle azioni da fare”. L’idea è stata accolta favorevolmente da Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana, che ha ricordato di avere già chiesto un tavolo su agricoltura e foreste alla vicepresidente della Regione Stefania Saccardi. “Oggi Giani ce l’ha proposto – ha detto – e noi saremo pronti per andarci insieme ai sindacati”. Il governatore toscano ha inoltre spiegato che “metteremo a lavorare anche gli uffici regionali su un marchio” che contraddistingua “la qualità e la riconoscibilità del legno del nostro sistema forestale e boschivo”, nell’ottica di perseguire “un nuovo modello di sviluppo che sul legno può trovare una centralità, e naturalmente anche un passaggio culturale importante”. (ANSA).

Legno: Cgil, +3.000 addetti se rinasce filiera in Toscana. L’80% viene importato, anche da Russia e Bielorussia

Ricostruire in Toscana una filiera del legno, oggi importato in regione all’80% dall’estero – anche da Russia e Bielorussia -, potrebbe dare una ricaduta occupazionale positiva di 3.000 addetti diretti in più nel settore e più del doppio contando anche l’indotto. Lo sostiene la Fillea Cgil Toscana, che oggi a Vallombrosa (Firenze) ha organizzato un convegno sul tema. In Toscana (dati 2020) ci sono circa 12.921 lavoratori impiegati nel settore del legno per 1.796 imprese: nel 2011 erano circa 17.900 per 2.979 imprese. In 10 anni, secondo il sindacato, la Toscana ha dunque perso il 28% dei lavoratori e il 40% delle imprese. Peraltro le previsioni del Csil (Centro Studi Industria Leggera) indicano in un raddoppio la domanda mondiale di legno e in un +46% la domanda europea da qui ai prossimi 10 anni. “Occorre una vera politica forestale – ha affermato Giulia Bartoli, segretaria generale della Fillea Cgil Toscana – che sappia tenere insieme difesa del territorio contro l’abbandono e lotta al dissesto idrogeologico, valorizzando il nostro legname e conseguentemente ridurre la dipendenza dall’estero. Il prelievo di legname locale metterebbe in moto economie importanti, dal taglio delle foreste alle segherie, fino ai semilavorati e al loro utilizzo nell’intera filiera in base ai vari tipi di legname presente (bosco-legno), generando maggiori ricadute economiche nei territori, e spesso si tratta di aree interne con economia debole”. (ANSA).

Lavoro: Genovesi,tavolo Toscana legno può essere laboratorio

Il tavolo regionale della Toscana sulla filiera del legno “è bene che si apra: la Toscana, per alcune condizioni di dimensione, di qualità, e di connessione molto forte con una storia profonda di cultura, può oggettivamente essere un laboratorio”. Lo ha detto Alessandro Genovesi, segretario generale nazionale della Fillea-Cgil, intervenendo al convegno ‘Ricostruiamo la filiera del legno’ oggi a Vallombrosa. “Il tavolo della Regione Toscana – ha proseguito – secondo me deve diventare un tavolo dove portare anche Cingolani, perché ha delle caratteristiche che altri territori non hanno, ma deve essere un tavolo congiunto dove provare a sperimentare magari alcune politiche nazionali su cui Federlegno è molto attenta e molto avanti”, ma anche dove “vedere insieme come cala il Pnrr nazionale, penso alle linee sulla formazione e la digitalizzazione, sul tavolo toscano: io farei un tavolo congiunto, se ci fossero le condizioni, utilizzando la Toscana come possibile laboratorio”. (ANSA).

IL COMUNICATO

Creazione stimata di 3mila posti di lavoro diretti. Rivitalizzazione di aree interne. Raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale e di transizione ecologica (il legno rappresenta infatti la materia prima per eccellenza della transizione ecologica: stocca il carbonio assorbito dalle piante, è facilmente lavorabile, permette un notevole risparmio di emissioni), anche tramite i fondi Pnrr. Valorizzazione e tutela dei boschi. Sono i contenuti della proposta che ha lanciato Giulia Bartoli (segretaria generale di Fillea Cgil Toscana) alla Regione e alle associazioni datoriali, affinché in Toscana si ricrei una filiera del legno, oggi importato all’80% dall’estero (anche da Russia e Bielorussia, oggi sotto sanzioni per la guerra in Ucraina) nonostante che l’Italia e la Toscana siano piene di foreste. La proposta è stata avanzata durante il convegno “Ricostruiamo la filiera del legno”, organizzato stamani da Fillea Cgil Toscana nella iconica ex segheria in via S.Benedetto a Vallombrosa (Reggello, Fi), a cui hanno partecipato, oltre a Bartoli, Simona Bonafè, (Eurodeputata), Eugenio Giani (Presidente Regione Toscana), Leonardo Bassilichi (Presidente Camera di Commercio di Firenze), Maurizio Bigazzi (Presidente Confindustria Toscana), Massimo Goti (Presidente Nazionale Cna Legno-Arredo), Angelo Marchetti (Presidente Nazionale Assolegno – Federlegno), Alessandro Genovesi (Segretario Generale Nazionale Fillea Cgil).
Ha detto Bartoli: “Ricostruire una filiera del legno in Toscana è una opportunità da non perdere, potrebbe portare benefici economici e ambientali. Occorre una vera politica forestale che sappia tenere insieme difesa del territorio contro l’abbandono e lotta al dissesto idrogeologico, valorizzando il nostro legname e conseguentemente ridurre la dipendenza dall’estero. Il prelievo di legname locale metterebbe in moto economie importanti, dal taglio delle foreste alle segherie, fino ai semilavorati e al loro utilizzo nell’intera filiera in base ai vari tipi di legname presente (bosco-legno), generando maggiori ricadute economiche nei territori, e spesso si tratta di aree interne con economia debole. Se davvero si investisse nella filiera, potremmo avere una ricaduta occupazionale nella sola Toscana a regime di 3mila addetti diretti nel settore e più del doppio tra filiera e nell’indotto (lavorazione, autotrasporti, commercio, energia, edilizia) facendo una previsione al ribasso”. Tra le proposte Fillea Cgil, anche l’istituzione di un marchio del legno “made in Toscana/Italia” che sia premiante negli appalti pubblici e non, la creazione di un distretto e di una Borsa del legno.

I NUMERI DEL SETTORE

In Toscana, dato 2020, ci sono circa 12.921 lavoratori impiegati nel settore del legno per 1.796 imprese, nel 2011 erano circa 17.900 per 2979 imprese, una lenta caduta che si è registrata nel tempo, in 10 anni abbiamo perso il 28% dei lavoratori e il 40% delle imprese (dati Inps). Un settore che è entrato in difficoltà nel suo complesso da decenni, ben prima della crisi del 2008, che ha visto chiudere decine di imprese storiche, industrie importanti o imprese familiari. “Stiamo pagando – spiega Bartoli – anche scelte imprenditoriali del passato che hanno visto molti italiani chiudere la propria segheria nel nostro paese e aprirne di nuove nell’est Europa e vedervi un nuovo business con costi notevolmente inferiori in particolare del lavoro o altri che hanno deciso di delocalizzare anche la trasformazione, in parte possiamo dire di aver svuotato una filiera del suo anello primario, di aver disperso un patrimonio di competenze e valore”. I dati nazionali di Federlegno evidenziano un comparto che registra nel 2021 un fatturato di 49 miliardi di euro contro i 39 del 2020, una filiera che cresce del 14,1% rispetto al 2019 e, se il mercato interno registra le performance migliori (+18,9% sul 2019), è molto positivo anche il recupero delle esportazioni con un aumento rispetto ai livelli pre-covid del 7,3%. Le previsioni del Csil (Centro Studi Industria Leggera) indicano in un raddoppio la domanda mondiale di legno e in un +46% la domanda europea da qui ai prossimi 10 anni.

IL PROGRAMMA DEL CONVEGNO

“Ricostruiamo la filiera del legno: ripartiamo da lavoro, tutela del territorio, sviluppo sostenibile, rigenerazione”: è l’iniziativa, organizzata da Fillea Cgil Toscana, che si è svolta stamani presso la ex Segheria di Vallombrosa in via S. Benedetto 2, Vallombrosa (Reggello – Firenze)

– Introduzione: Giulia Bartoli, Segretaria Generale Fillea CGIL Toscana
– Saluti: Piero Giunti, Sindaco di Reggello
– Interventi tecnici: Michele Brunetti, Ricercatore presso CNR-IBE Istituto per la Bioeconomia, con ‘La filiera del legno in Toscana: opportunità e criticità’; Pietro Novelli, Presidente delegazione toscana Associazione Ecoaction, con ‘L’importanza della sostenibilità in edilizia’; Stefano Berti, Presidente Foresta Modello Montagne Fiorentine
– Hanno partecipato: Simona Bonafè, Eurodeputata; Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana
– Tavola rotonda ‘Legno: opportunità di crescita e sviluppo sostenibile per il paese’ con: Leonardo Bassilichi, Presidente Camera di Commercio di Firenze; Maurizio Bigazzi, Presidente Confindustria Toscana; Massimo Goti, Presidente Nazionale CNA Legno-Arredo; Angelo Marchetti, Presidente Nazionale Assolegno – Federlegno; Alessandro Genovesi, Segretario Generale Nazionale Fillea CGIL.
– Ha coordinato i lavori: Leonardo Testai T24 – Il Sole 24 Ore

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