Raggiunti, con varie forme di riscatto, i 40 anni di servizio (utili a fini contributivi e previdenziali) si sono visti risolvere il rapporto di lavoro dall’ateneo fiorentino: ma gli otto ricercatori universitari protagonisti della vicenda non hanno accettato di farsi ‘mandare a casa’ ed hanno deciso di rivolgersi al Tar, ottenendo dai magistrati amministrativi l’annullamento del provvedimento. L’avvio del caso, con il ‘licenziamento’ dei ricercatori da parte dell’universit di Firenze, risale allo scorso anno: nel 2010 infatti, ognuno di loro, attraverso meccanismi diversi (riscatto degli anni di servizio pre-ruolo, del corso di laurea, del servizio militare), era riuscito a maturare il quarantennio di attivit , soglia importante per ottenere benefici di natura pensionistica e non solo. E’ stato allora che l’ateneo ha deciso di interrompere il rapporto. E’ quindi partito dai ricercatori il ricorso per violazione di legge ed eccesso di potere contro l’universit di Firenze, accolto con sentenza, depositata ieri dal tribunale amministrativo. Una ottima notizia ha commentato Alberto Di Cinthio, del coordinamento dei ricercatori di Architettura, che denuncia per come proprio oggi, nello stesso modo in cui nei giorni scorsi aveva fatto il Senato accademico, il consiglio di amministrazione dell’ateneo ha deliberato di reiterare lo stesso provvedimento verso i colleghi che questo anno avranno 40 anni di contributi: una vergogna, per il ricercatore, che chiede all’ateneo di fermarsi, ritirare i provvedimenti, onorare la sentenza del Tar e fare autocritica. Quanto alla decisione del tribunale amministrativo, l’universit di Firenze ne prende atto e – ha fatto sapere nel pomeriggio – in attesa di approfondire le motivazioni di tale giudizio, si riserva di proseguire l’azione legale. (ANSA).
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