Regioni: Bonaccini a Mattarella, unite per Paese più giusto. Boccia, oggi nasce nuova fase loro storia

Con il Recovery Fund europeo “è fuori di discussione che occorra un grande Piano nazionale, capace anzitutto di ridurre gli squilibri territoriali e sociali, ma anche generazionali e di genere che attanagliano l’Italia”. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni parlando al Quirinale di fronte al capo dello Stato Sergio Mattarella nel 50/esimo anniversario dell’istituzione delle Regioni a statuto ordinario, nel 1970. A Mattarella è stato portato un documento elaborato dai 21 presidenti di Regioni e Province autonome. “Le proposte che abbiamo avanzato, Signor Presidente, hanno esattamente questo tenore – ha spiegato Bonaccini -: dal rafforzamento della rete dei servizi sanitari alla scuola, per costruire un Paese più giusto e coeso, che non discrimini tra ricco e povero rispetto ai diritti essenziali; dalle infrastrutture materiali a quelle immateriali, per accrescere il diritto alla mobilità, anzitutto in chiave di sostenibilità, a quello alla connessione per i ragazzi e le famiglie, per le imprese e la pubblica amministrazione; dall’economia circolare alle fonti rinnovabili, per una rivoluzione verde che assicuri una crescita di qualità e occupazione buona; dal contrasto al dissesto idrogeologico alla riqualificazione delle nostre città, per accrescere la sicurezza del nostro territorio, la resilienza delle nostre periferie, l’efficienza degli edifici pubblici e privati”. “Il documento che Le presentiamo ci unisce tutti, dal Nord al Sud, e al di là delle appartenenze politiche – ha affermato Bonaccini -. E’ un manifesto che – nel 50/esimo delle Regioni a statuto ordinario – propone un “Patto rinnovato tra le Regioni” ed alcune “Proposte per l’Italia”. Idee per migliorare il sistema delle relazioni fra Stato e Regioni su cui concentreremo i nostri sforzi sin dai prossimi giorni. Gliene voglio citare solo alcune: il superamento di una ripartizione dei poteri legislativi tra Stato e Regioni fondata su criteri di contrapposizione e reciproca esclusione; la complementarità tra centro e periferia che porti alla condivisione ex ante di comuni obiettivi strategici; la centralità delle sedi di cooperazione istituzionale e della concertazione fra i diversi livelli istituzionali, a partire dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, anche con il riconoscimento costituzionale del “sistema delle Conferenze”. (ANSA).

Regioni: Boccia, oggi nasce nuova fase della loro storia
“Il documento elaborato dalle regioni è assolutamente condivisibile e dà il senso del lavoro svolto in Italia in questi mesi”. Così il ministro delle Autonomie Francesco Boccia. “Dobbiamo essere orgogliosi perché se oggi l’Italia è fra i paesi più sicuri al mondo è anche grazie al lavoro intenso che lo Stato ha fatto con le regioni – aggiunge -. La nostra sanità é solida e sicura, dobbiamo rafforzarla ancora con il Recovery Fund. Le proposte venute fuori oggi potranno essere molto utili al presidente del consiglio Giuseppe Conte, che già aveva dato una grande apertura durante gli Stati generali a villa Pamphili a Roma. Sono molto soddisfatto perché oggi è come se fosse nata una quarta fase per la vita delle regioni: le prime tre fasi le abbiamo vissute dagli anni 70 agli anni 90, poi c’è stato un decennio che ha portato alla riforma del titolo quinto della costituzione, che non può restare incompiuto. Il mio appello é a completare l’attuazione dell’autonomia, nel solco indicato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: si rafforza l’unità nazionale con la sussidiarietà. L’esperienza del coronavirus ha insegnato questo: la leale collaborazione fra Stato e regioni ha funzionato e dobbiamo continuare a far sì che resti un punto fermo”. (ANSA).

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