Regioni: Cgil, nessuna autonomia senza solidariet Troppi divari, la spesa sociale in Calabria 18 dell’Emili
2Nessuna autonomia senza garanzia dei diritti e solidariet . ? la posizione della Cgil dopo le iniziative delle Regioni Veneto, Lombardia ad Emilia Romagna per ottenere forme di autonomia differenziata, in linea con l’articolo 116 della Costituzione. La spesa sociale nei Comuni della Calabria un sesto di quella lombarda e un ottavo di quella emiliana, secondo i dati presentati in conferenza stampa. Alcuni servizi pubblici come gli asili nido sono di fatti assenti in Campania (con 5,9 posti ogni cento bambini). In tutto il Molise ci sono solo tre centri per l’impiego. E i livelli essenziali di assistenza nella sanit non sono raggiunti in diverse regioni. In un paese in cui i diritti e i servizi pubblici non sono garantiti a tutti, non si possono concedere pi poteri e pi risorse solo ad alcuni. L’autonomia non questione di competenze, una questione di eguaglianza, osserva la Cgil con il segretario generale, Susanna Camusso, che denuncia il silenzio in cui sta lavorando il governo.Il ministro degli Affari regionali, Erika Stefani, ha l’idea di partire dalle spese storiche delle Regioni per gli stanziamenti ma cos le disuguaglianze diventano strutturali, osserva il segretario confederale Rossana Dettori. Dettori spiega come sia prioritaria, invece, la definizione di tutti i livelli essenziali delle prestazione e delle leggi di principio su temi come la sanit , la non autosufficienza, le prestazioni sociali, l’istruzione, il lavoro e l’ambiente. E’ bene rompere la totale disattenzione su questi temi perch giusto e utile che i cittadini sappiano che gli assetti istituzionali non sono un fatto burocratico ma un importantissimo elemento di definizione dei diritti e della loro esigibilit , e uno straordinario fatto economico dal punto di vista delle prospettive dal Paese, conclude Camusso.(ANSA).L’autonomia senza diritti si chiama secessioneConferenza stampa della Cgil sul regionalismo differenziato. Dettori: Si lavora a una divisione del Paese con effetti pesanti su sanit , istruzione, lavoro e ambiente. Camusso: Difendere i livelli essenziali delle prestazioniNonostante l’utilit di un sistema istituzionale decentrato, in tutte le regioni italiane devono essere garantiti i diritti fondamentali e i livelli essenziali delle prestazioni sociali e di quelle che riguardano sanit , non autosufficienza, istruzione, sistema integrato, lavoro e ambiente. ? di questo che si discusso oggi, 14 novembre, nella sede della Cgil nazionale a Roma, durante una conferenza stampa sull’autonomia differenziata (attuazione dell?articolo 116 terzo comma della Costituzione), a cui hanno partecipato il segretario generale Susanna Camusso e quello confederale Rossana Dettori.?La ragione per cui abbiamo organizzato questa iniziativa – ha affermato Dettori – che siamo profondamente preoccupati dal sostanziale silenzio che c’ intorno al tema del regionalismo differenziato. Il governo ci sta lavorando, la questione presente nel ?contratto? tra Lega e Movimento 5 Stelle, eppure la stampa non ne parla e i cittadini non ne sanno nulla?.L’applicazione non controllata dell’articolo 116 della Costituzione, invece, per la Cgil avr conseguenze molto gravi ?sull’esigibilit dei diritti dei cittadini di questo Paese, sia sui diritti di cittadinanza che su quelli sociali?. Nella richiesta di applicazione dell’autonomia avanzata dalla Regione Veneto, infatti, per Dettori ?c’ un principio non condivisibile?, perch ?contraddice la costituzione e si avvicina pericolosamente al secessionismo. La richiesta di autonomia, tra l’altro, arriva ora da 13 regioni. Ma, se tutto ci dovesse trovare compimento, senza aver prima definito dei livelli essenziali delle prestazioni per tutti i cittadini del Paese, il rischio di avere 20 regioni differenti?.? quello che gi succede sui livelli essenziali nella Sanit , e in altri campi come possono gi sperimentare molti cittadini. ?Noi – ha continuato Dettori- siamo particolarmente preoccupati per l’istruzione, le cui disuguaglianze diventerebbero strutturali?. E lo stesso vale per l’ambiente, ?si pensi a i condoni e alla gestione delle infrastrutture?. Il rischio per la Cgil dunque ?il caos istituzionale?. Anche per quanto riguarda il lavoro, ?un diritto che dovrebbe essere in capo ad ogni cittadino, e che rischia di diventare un’opportunit , regolata addirittura da contratti regionali?.?Una scelta come quella che si delinea in Veneto e in Lombardia avrebbe degli impatti pesanti anche sull’economia di un Paese che vive una situazione molto delicata- ha poi detto Susanna Camusso -. Per una via silenziosa, si stanno trattando questioni importanti che hanno effetti sul bilancio nazionale?.Per Camusso, l’Italia gi un Paese con molte disuguaglianze che crescono, ma c’ anche un problema che riguarda lo sviluppo: ?L’autonomia differenziata senza controllo potrebbe determinare una concorrenza sleale, e determinare una diversa attrattivit del lavoro da una regione all’altra. Quindi saremmo di fronte a un doppio svantaggio per alcune aree.? Il segretario generale della Cgil si stupisce ?di come non ci si accorga che le disuguaglianze rallentano l’economia nazionale?, e del fatto che anche gli amministratori del Mezzogiorno si accodino a questo vento secessionista. Un’autonomia incontrollata, infatti, porterebbe a un aumento di disuguaglianze che gi esistono. ?Sull’istruzione – ha continuato Camusso – sarebbe una divaricazione non nuova, ma che creerebbe differenze anche in prospettiva. Mentre oggi, pur con limiti evidenti e grosse difficolt , l’Italia garantisce un principio di eguaglianza, sia nell’accesso ai sistemi di formazione sia per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori?.?L’idea dei contratti regionali nella scuola – ha concluso Camusso – aprirebbe infatti un problema sulla libert di insegnamento, che piegherebbe il diritto all’istruzione alla contingenze delle singole situazioni regionali. Bisogna invece spiegare ai cittadini che non si parla di ingegneria istituzionale, ma di questioni che incidono sula vita delle persone e sulla situazione economica del Paese?. B Quindi ?bisogna stare all’erta?. Perch ?il federalismo una cosa, la secessione un’altra. Alcune materie non possono essere differenziate?. da rassegna.it