Referendum confermativo: La vicepresidente dell’ANPI Nazionale risponde alle speculazioni di questi giorni.
L’articolo di Gian Antonio Stella sulla prima pagina del Corriere della Sera di martedi’ 17 u.s., quanto di pi imbarazzante un giornalista serio possa scrivere.Partiamo dall’inizio.I bellissimi quattro giorni del XVI Congresso Nazionale dell’Anpi, sono stati importanti, seri ed anche emozionanti. E’ stata la conclusione di un lungo cammino che ha impegnato decine di migliaia di donne e uomini che hanno partecipato a 102 congressi provinciali e a piu’ di mille congressi di sezione e la cui stragrande maggioranza ha approvato la linea complessiva dell’Anpi, che di contrarieta’ alle recenti riforme costituzionali volute dal Governo.In quei giorni ne’ giornalisti, n televisioni hanno affollato la grande sala del pala congressi di Rimini. Non c’era lo scoop, perch disturbarsi a conoscere e a capire? Salvo poi dire che quella dell’Anpi una posizione, come scrive Stella, dell’ ultima ora.Non cos. Da due anni, cio non appena uscito il testo delle proposte referendarie, l’Anpi ha espresso la propria contrariet . Lo ha fatto con un grande convegno all’Eliseo di Roma, con dichiarazioni del Presidente Nazionale Carlo Smuraglia, con tanti incontri in molte citt italiane, tra cui Alessandria, dove, per due anni consecutivi, abbiamo dedicato un dibattito della festa provinciale, al tema delle riforme costituzionali. E non se n’era accorto nessuno! Nemmeno quando, ad Alessandria, l’Anpi ha rifiutato la Ministra Boschi come oratrice ufficiale del 25 aprile!Poi, di colpo, alcuni giornalisti scoprono il dissenso nell’Anpi. E ora partita la raccolta delle firme: l’ ANPI anche nostra Che succederebbe se tutti facessimo cos? Se anche chi, come me, sostiene la necessit di votare NO, desse vita ad analoghi comitati? Succederebbe che l’Anpi si sfascerebbe in poco tempo.Allora calma. Calma per tutti e rispetto delle regole. Non per obbligo, ma per vera applicazione degli insegnamenti partigiani. Uniti nella sostanza, non nella forma. Uniti perch si discuteva ma poi si decideva e la decisione valeva per tutti. Come ha fatto il sedicesimo congresso Anpi, appena concluso.Ma, ci si dice, voi vi occupate di politica!Una cosa bizzarra, financo un’assurdit , per chi vorrebbe l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia dedita solo alla conservazione dei simboli della memoria. Le lapidi, le cerimonie ecc.Siamo chiari: l’Anpi tiene molto a tali simboli ed sempre presente quando si tratta di essi. Non solo per il rispetto che si deve ad essi, per il ricordo che dobbiamo di chi caduto per darci libert e democrazia, ma anche perch quei simboli ci parlano dell’oggi.Il pi formidabile risultato della Resistenza stata, infatti, la Costituzione Italiana, fatta di poteri e contropoteri, di doveri e diritti, di protagonismo del popolo. Oggi la Carta Costituzionale nata dalla Resistenza viene messa sotto accusa da un Governo che ne vuole cambiare, in un solo colpo, 47 articoli! E c’ chi vorrebbe che l’ Anpi tacesse.Come si pu pensarlo ? Gli Stati Uniti d’America hanno una Carta dei Diritti che data dal 1789 e se la tengono stretta ! E noi italiani dovremmo accettare che venga stravolta la Costituzione Italiana nata dalla Resistenza, senza reagire?Ma forse c’era chi pensava che l’Anpi si fermasse alle parole. Poi stato indetto il Referendum previsto dalla Costituzione, l’Anpi si schierata per il NO e, da quel momento, ci sono piovuti addosso le critiche pi feroci e gli attacchi pi assurdi.Vediamone alcuni: siete vecchi e conservatori. Si. Conservatori del diritto del popolo di votare, della radicale divisione dei poteri, di un’idea della politica dove non conti solo la parola del capo. Non abbiamo mai detto che aggiustamenti e adeguamenti non fossero possibili. Ma qui si tratta d’altro. Si tratta di un cambiamento che tocca in radice i cardini democratici su cui poggia il Paese. A cominciare dal primo: non dovrebbe essere il Governo che si occupa di Riforma Costituzionale, ma il Parlamento. Come seppero fare i Costituenti che erano dei giganti, diciamolo pure, di fronte ai politici di oggi. Essi seppero portare a termine la stesura della Costituzione, anche quando i comunisti, come pretesero gli americani, furono cacciati dal Governo. Perch una cosa il contingente, altra le regole su cui poggia la struttura democratica del Paese. Perci andiamo avanti con decisione.Si, l’autonomia dell’informazione un problema gigantesco anche per la democrazia del nostro Paese. Si, abbiamo un Presidente del Consiglio che chiede un voto non sul merito della riforma, ma sulla propria persona. Si, abbiamo un Ministro della Repubblica che ci accomuna a Casa Pound e che si permette di dire anche che i veri partigiani votano per il si. Non possiamo dire che sia un momento facile. Ma siamo l’Anpi. I partigiani, gli antifascisti ci sostengono ad andare avanti. Contro il pericolo neo-nazista che si riaccende in Italia ed in Europa, contro la guerra, per una societ pi giusta e libera c’ ancora bisogno della saggezza dei partigiani, della loro pazienza e della loro fermezza. E dell’Anpi che ne l’erede.Carla NespoloVice Presidente Nazionale ANPIÿ