Sono quasi 250 gli addetti del settore legno-arredamento che passeranno Natale e fine anno in cassa integrazione. Le organizzazioni sindacali faticano a tenere aggiornato il conto esatto dei cassaintegrati perch ogni giorno vengono depositate sui loro tavoli nuove richieste. Sar un Natale amaro per tappezzerie e fustifici, ma anche gli addetti alle altre fasi della lavorazione del mobile stanno attraversando un momento di grande difficolt . ®Ieri ho ricevuto una richiesta di riduzione di personale in un?azienda quarratina con 16 dipendenti – dice Riccardo Cappellini, segretario provinciale Fillea Cgil – Chiedono la mobilit per 3 persone. Numeri tutto sommato piccoli se li confrontiamo con quelli della cassa integrazione ordinaria. Sempre ieri, una tappezzeria con 30 dipendenti ha chiesto la cassa integrazione a rotazione per 15 lavoratori¯. Tra gli addetti ai lavori c? chi invita a non puntare troppo l?attenzione sulle cose che non vanno e a rimboccarsi le maniche per ritrovare la competitivit perduta. ?Parlare della crisi aggrava la crisi?, la frase ricorrente che suggerisce di non continuare a gettare sale sulla ferita. Ma non possibile ignorare numeri che rappresentano essi stessi un invito: a un lavoro sinergico delle parti sociali perch il settore risollevi la testa. ®In totale – afferma Cappellini – abbiamo circa 250 lavoratori del legno – arredamento a riposo forzato. La cassa integrazione ordinaria pu andare da un minimo di una ad un massimo di 13 settimane. Viene richiesta dalle aziende per ?una temporanea mancanza di ordinativi?. La cassa straordinaria in deroga l?ammortizzatore sociale usato in caso di crisi aziendale e ristrutturazione dell?attivit nelle aziende con meno di 15 dipendenti¯. Lo stipendio percepito durante il periodo di cassa integrazione ordinaria di poco inferiore all?80% di una mensilit . ®Non pi di 850 euro¯, spiega Cappellini, che aggiunge: ®Noi spingiamo affinch ai lavoratori venga anticipato il trattamento di cassa integrazione, ma non sono pochi gli imprenditori che, lamentando carenza di liquidit , aspettano anche quattro-cinque mesi o l?arrivo dei soldi dall?Inps¯. Se la mancanza di ordini dai principali mercati di riferimento – Francia, Regno Unito e Germania – sta mettendo in ginocchio il settore, altri fattori incidono sull?andamento negativo della situazione. ®? anche una questione di scelte – sostiene il segretario Fillea Cgil -. In altri paesi le svendite natalizie iniziano prima di Natale, e la catena produttiva non si ferma. Da parte di molte aziende vedo voglia di guardare avanti e di posizionarsi sul mercato in maniera diversa. Gli ostacoli da affrontare non sono pochi. ? necessario un cambio di mentalit e un aiuto da parte di banche e istituzioni¯. Tiziana Gori DA IL TIRRENO
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