“Pubblici servizi di pubblica utilità”: Multiutility regionale, la riflessione di Brotini (Cgil Toscana)

“Pubblici servizi di pubblica utilità”: la riflessione di Maurizio Brotini (segreteria Cgil Toscana) sul progetto di Multiutility regionale lanciato dai sindaci di Firenze, Prato ed Empoli. “Occorre tendere alla ripubblicizzazione dei servizi”

Il settore dei servizi pubblici locali è strategico per tenere assieme questione ambientale, ruolo del pubblico, coinvolgimento dei cittadini e dei lavoratori. E’ altresì una leva di intervento economico anticiclico straordinaria. Gli obbiettivi di ogni intervento di revisione, necessario e possibilmente organico, dovrebbero garantire entro il perimetro regionale le strutture societarie di gestione, i livelli di indirizzo e gli ambiti ottimali. Occorre tendere alla ripubblicizzazione dei servizi, massima per quanto riguarda il servizio idrico integrato: oltre alla coerenza con referendum sulla ripubblicizzazione e gli atti di indirizzo recentemente assunti, bisogna prevedere un intervento ingente di messa in sicurezza della risorsa idrica, in sintonia con la richiesta dell’ente Regione di 2,5 miliardi di euro di risorse europee. Superando il meccanismo che scarica in tariffa gli investimenti, garantendo una tendenziale omogeneità tariffaria e di trattamento dei lavoratori per tutto l’ambito regionale. Nella gestione dei rifiuti è necessario un passaggio qualitativo e quantitativo che conduca dal piano dei rifiuti al piano dell’economia circolare, con il coinvolgimento entro il perimetro di gestione degli stessi rifiuti industriali. Introducendo inoltre come indicatore virtuoso il tasso di circolarità, assieme alla percentuale di raccolta differenziata. La chiusura dei cicli dei rifiuti industriali, ad oggi totalmente nelle disponibilità dei soggetti privati, può e deve prevedere, a partire dalle filiere e distretti individuati nel Patto per lo sviluppo sottoscritto a livello regionale, forme di integrazione e di utilizzazione delle strutture dedicate ai rifiuti solidi urbani in una discussione che deve incrociare sindacati, parti datoriali, istituzioni ed ambientalismo popolare. Per quanto riguarda il settore della distribuzione del gas bisogna provvedere al duplice obbiettivo di riportare in ambito regionale le teste dei soggetti coinvolti nella gestione e compagine proprietaria, recuperare la maggioranza pubblica (con la conseguente capacità di indirizzo e controllo) anche attraverso la sinergia con altri servizi che rafforzi il ruolo della parte pubblica. Inoltre potrebbe essere utile costruire una Agenzia regionale per l’energia ed il risparmio energetico, in vista della crescita delle rinnovabili, coinvolgendo la risorsa geotermica e le risorse messe a disposizione dagli oneri concessori. In tutti questi ambiti, per la proprietà e per l’importanza sociale che svolgono, sarebbe un valore sperimentare forme di democrazia economica che vedano i sindacati dei lavoratori sedere nei consigli di sorveglianza delle aziende e organismi di indirizzo regionali e territoriali aperti alle associazioni ambientaliste ed ai territori. Al fine di preservare modalità di gestione ancorate a salde basi industriali ed operative, e non dar vita a mere operazioni di pura ingegneria societaria o di ricorso al mercato azionario per reperire risorse o colmare diseconomicità della gestione, risulta necessario approfondire tale argomento attraverso un pieno ed urgente coinvolgimento del sindacato da parte delle istituzioni interessate. Questo per definire una proposta che superi la svalorizzazione del lavoro, garantendo la riduzione delle catene degli appalti e le applicazioni contrattuali consone anche attraverso il contrasto ai nefasti effetti, già denunciati dal sindacato e dall’autorità di controllo, dell’eventuale applicazione dell’art. 177 codice appalti. Una proposta organica che non dia il senso di avvantaggiare parti della Toscana a detrimento di altre, alimentando quella polarizzazione territoriale che tanto spazio elettorale offre alla destra populista, ma riesca semmai a superare vecchi campanili e costruisca un sistema che possa reggere al variare delle maggioranze che si ritrovano a reggere le sorti degli Enti Locali della nostra Regione. La nostra valutazione delle proposte che verranno avanzate e sottoposte alla pubblica discussione avranno questi punti come elementi per una prima valutazione.

Firmato: Maurizio Brotini, Segretario Cgil Toscana

COSI’ IN ANSA (CON ANCHE LA POSIZIONE SUL TEMA DI FP CGIL FI-PO-PT)

In Toscana “occorre tendere alla ripubblicizzazione dei servizi” pubblici locali: è quanto afferma in una nota Maurizio Brotini, membro della segreteria della Cgil Toscana, che commenta il progetto di multiutility pubblico-privata varato dai Comuni di Firenze, Prato ed Empoli. “Gli obiettivi di ogni intervento di revisione, necessario e possibilmente organico, dovrebbero garantire entro il perimetro regionale le strutture societarie di gestione, i livelli di indirizzo e gli ambiti ottimali”, ha aggiunto. La Cgil ritiene dunque “necessario approfondire tale argomento attraverso un pieno ed urgente coinvolgimento del sindacato da parte delle istituzioni interessate”, sostiene Brotini, secondo cui si deve puntare alla ripubblicizzazione soprattutto “per quanto riguarda il servizio idrico integrato: oltre alla coerenza con referendum sulla ripubblicizzazione e gli atti di indirizzo recentemente assunti, bisogna prevedere un intervento ingente di messa in sicurezza della risorsa idrica, in sintonia con la richiesta dell’ente Regione di 2,5 miliardi di euro di risorse europee”. Esprime preoccupazione per il progetto il Comitato per il Wwf di Pistoia e Prato, perché “si mescolano servizi molto diversi tra di loro, tra l’altro essenziali per i cittadini, alla stregua di un’azienda privata e quindi con il dichiarato scopo di trarre profitto”, mentre “i beni essenziali devono invece, secondo noi, tornare nelle mani del pubblico per il bene della collettività ma anche dell’ambiente”. Sulla questione intervengono anche le segreterie Fp Cgil di Firenze, Prato e Pistoia, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento di Alia. “Il grande e complicato nuovo progetto di multiutility regionale – sottolineano in una nota – si scontra con una situazione aziendale di Alia ancora in fase di evoluzione dall’atto della fusione delle quattro precedenti aziende”. Per la Fp, “la discussione sull’assetto proprietario deve partire da una discussione sul futuro piano industriale”.

Pulsante per tornare all'inizio