La crisi del settore tessile non lascia scampo. Ordini ridotti al lumicino, prezzi sempre pi bassi. Impossibile sostenere le spese fisse specialmente nelle aziende della filiera che hanno bisogno di molto personale e che hanno un consumo di energia elevato. Una situazione che per non durer per sempre. Questo almeno pensa l?imprenditore pratese Franco Bini che per superare questo periodo ha pensato bene di ?congelare? la sua rifinizione per un anno. L?azienda si ferma ma non chiude. I dipendenti saranno messi in cassa integrazione ma ?aiutati? con un contributo aggiuntivo mensile da lui pagato. Il progetto stato perfezionato ieri in Provincia con la firma di un accordo speciale con i sindacati, Massimiliano Brezzo per la Cgil, Calogero Aronica per la Cisl e Angelo Colombo per la Uil. Un accordo nuovo per il distretto e a suo modo rivoluzionario perch non arriva, come accaduto fino ad ora, per una chiusura vera e propria. La rifinizione che ha come maggior clienti i lanifici dello stesso Bini non poteva andare avanti con i costi attuali e con una quantit di lavoro ridotta. Ecco quindi che Bini anzich chiudere cerca di prendere tempo. L?obiettivo trovare colleghi titolari di lanifici disposti a collaborare con lui nella rifinizione e poi, quando la situazione dei mercati sar pi stabile, far ripartire l?attivit . Una chimera? Forse. Comunque una volont ferrea a non mollare. Tanto che i dipendenti – e questa l?originalit dell?accordo – non avranno un incentivo alto se lasceranno l?azienda ma lo avranno se decideranno di aspettare questo periodo di pausa. Ognuno dei 26 lavoratori infatti potr contare oltre alla cassa integrazione straordinaria di un contributo pagato da Bini di 300 euro al mese. Ci garantir loro un guadagno pi sostanzioso. In attesa che il vento della crisi passi. ®Ho voluto in tutti i modi – racconta l?imprenditore Bini – evitare che un altro pezzo del distretto fosse smantellato. E per me, giuro, stata una scelta coraggiosa e onerosa. In questo anno cercher di trovare nuove sinergie con i colleghi (che sempre pi stanno capendo come sia importante non perdere pezzi della filiera in vista di una ripresa della produzione) per salvaguardare una mia azienda ma anche un patrimonio per il distretto. Patrimonio che dato dai macchinari ma anche dalle risorse umane che non vorrei disperdere. E per questo nato questo accordo, nuovo e che poggia su basi diverse dalla chiusura di un?azienda¯. Un accordo che ha trovato la disponibilit del sindacato e dei lavoratori che, ieri, in un?assemblea hanno dato il via libera alla firma in Provincia. ®Si partiva dal fatto – sottolinea Massimiliano Brezzo, segretario della Filtea Cgil – che l?imprenditore non voleva chiudere. E che vede la cessazione definitiva dell?attivit solo come ultimo estremo rimedio. Bini era anche consapevole del valore della professionalit dei suoi lavoratori e aveva l?obiettivo di non perderne nemmeno uno in questa fase di cassa integrazione. C?era per la consapevolezza che in questo periodo sarebbe stato difficile trovare colleghi pronti a impegnarsi in una rifinizione. L?accordo prevede quindi un incentivo ai dipendenti che decideranno di rimanere grazie all?integrazione del reddito mensile¯. ®Davanti a un?azienda che si pone il problema di superare la crisi senza cessare – conclude il sindacalista – non potevamo certo tirarci indietro. Abbiamo deciso di scommettere su questo insieme a lui consapevoli che se riusciremo a salvare questa azienda quando la produzione riprender riusciremo magari anche a dare occupazione ad altri lavoratori¯. Ilenia Reali DA IL TIRRENO
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