Povertà: in Toscana oltre 121mila sono finiti sotto soglia. Più di 1 studente su 10 ha lasciato la scuola

Oltre 121mila persone nel 2020 in Toscana sono sotto la soglia di povertà, con un tasso di abbandono scolastico che ha colpito oltre uno studente su 10. Sono i dati al centro dell’evento online ‘I care, mi sta a cuore’, organizzato a Firenze, al Community center ‘Metropolis’ delLe Piagge, da Oxfam Italia e Rai per il Sociale e dedicato alla povertà educativa, all’aumento delle disuguaglianze e alle possibili soluzioni, dopo oltre un anno di pandemia. Con l’emergenza Covid tra il 7% e l’8% dei ragazzi vivono in povertà assoluta o relativa. Sono invece quasi 5.000 le persone a rischio esclusione sostenute da Oxfam, dall’inizio dell’emergenza. “La pandemia ha colpito tutti ma in modo disuguale – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – Chi era già in difficoltà ha subito le peggiori conseguenze, rimanendo indietro, senza mezzi per reagire a uno shock tanto grave”. “Il progetto ‘I Care’ – ha affermato Giovanni Parapini, direttore di Rai per il Sociale – è una concreta testimonianza di come la Rai vuol dare rilievo, in modalità multipiattaforma, a tutte quelle iniziative che mettono al centro una reale lotta alle diseguaglianze fondata su più fatti e meno parole, su più concretezza e meno apparenza”. L’assessore regionale all’istruzione Alessandra Nardini ha sottolineato che “la Regione ha fatto una scelta coraggiosa a gennaio scegliendo di riaprire le scuole, perché i ragazzi non restassero a indietro, allo stesso tempo investendo risorse importanti per dare gli strumenti ai ragazzi per seguire le lezioni a distanza”. L’assessore al welfare del Comune di Firenze Sara Funaro ha evidenziato che “la pandemia ha tirato fuori in maniera molto violenta quella che è la fragilità della nostra comunità” e ha sottolineato tra i problemi quello “dell’abbandono scolastico, duplicato nel Comune di Firenze nell’anno della pandemia”, ma anche “le bocciature a scuola da parte di ragazzi provenienti da contesti culturali stranieri e il disagio emotivo e psicologico dei nostri ragazzi”. (ANSA).
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Alleanza contro la Povertà: Istat rileva 5,6 milioni di persone in povertà.Servono interventi urgenti
I dati diffusi oggi da Istat confermano le anticipazioni fornite ad inizio marzo e le previsioni
che come Alleanza contro la povertà in Italia avevamo già evidenziato dall’anno scorso,
sottolineando la necessità di intervenire tempestivamente migliorando l’efficacia del Reddito diCittadinanza: nel 2020 la pandemia ha sensibilmente accresciuto la povertà assoluta che
coinvolge ormai il 7,7% delle famiglie – il 9,4% degli individui -, con una maggiore crescita
riscontrata nelle regioni del Nord, ovvero nelle zone più sviluppate del paese dove le misure
restrittive e le difficoltà dei settori economici sono risultate più marcate, dove sale al 7,6%.
Lo scenario descritto dai dati Istat pone all’attenzione di tutti come non più rinviabile la
necessità di affrontare l’emergenza povertà nella sua complessità e diffusione e di farlo con
particolare attenzione ai più colpiti: minori (1,3 milioni) e stranieri (1,5 milioni).
Come Alleanza contro la Povertà, quindi, riteniamo quanto mai necessario: rafforzare il
Reddito di Cittadinanza, anche inglobando una parte della platea dei percettori del REM, a
partire dalle proposte di modifica da noi presentate da tempo, finalizzate a superare le criticità
della misura che penalizzano o escludono dal beneficio proprio alcune famiglie con i minori e/o composte da cittadini stranieri; potenziare i servizi sociali su tutto il territorio nazionale, per assicurare un’adeguata presa in carico della popolazione e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale che rispondano ai bisogni delle persone accompagnandole fuori dalla condizione di povertà, anche attraverso una più attenta analisi delle necessità dei nuclei familiari coinvolti, oggi più che mai opportuna per garantire una loro adeguata valutazione multidimensionale e per meglio individuare le priorità per contrastare la crescente povertà assoluta in tutte le sue componenti; valutare con attenzione nella definizione dell’assegno unico ed universale a sostegno dei figli, che verrà introdotto il prossimo anno e nell’ assegno temporaneo per figli di recente introduzione, modalità di integrazione con il Reddito di Cittadinanza che tengano conto della drammatica incidenza della povertà tra le famiglie con minori.
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Cresce la povertà nell’anno del Covid

Nell’anno del Covid torna a crescere la povertà assoluta in Italia. Lo rileva l’Istat: nel 2020 sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie, il 7,7% del totale. Nel 2019 erano il 6,4%. E oltre 5,6 milioni di individui (9,4% dal 7,7% del 2019). Nel 2020 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%), ma la crescita più ampia si registra nel Nord dove la povertà familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019.Tale dinamica fa sì che, se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno, con una differenza in valore assoluto di 167 mila famiglie.
Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005, quando è iniziata questa rilevazione. Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni (10,1%, da 11,4% del 2019).
La povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 337 mila minori (13,5%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L’incidenza varia dal 9,5% del Centro al 14,5% del Mezzogiorno. Rispetto al 2019 le condizioni dei minori peggiorano a livello nazionale (da 11,4% a 13,5%) e in particolare al Nord (da 10,7% a 14,4%) e nel Centro (da 7,2% a 9,5%). Disaggregando per età, l’incidenza si conferma più elevata nelle classi 7-13 anni (14,2%) e 14-17 anni (13,9%, in aumento) rispetto alle classi 4-6 anni (12,8%) e 0-3 anni (12,0%, in crescita rispetto al 2019). Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 767 mila, con un’incidenza dell’11,9% (9,7% nel 2019). La maggiore criticità di queste famiglie emerge anche in termini di intensità della povertà, con un valore pari al 21,0% contro il 18,7% del dato generale.

Dai dati Istat si evince anche che gli individui stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 500 mila, con una incidenza pari al 29,3%, contro il 7,5% dei cittadini italiani. Le famiglie in povertà assoluta sono nel 71,7% dei casi famiglie di soli italiani (oltre 1 milione e 400 mila) e per il restante 28,3% famiglie con stranieri (oltre 568 mila), pur rappresentando queste ultime solo l’8,6% del totale delle famiglie. Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è pari al 25,3% (22,0% nel 2019); è al 26,7% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (24,4% nel 2019) e al 6,0% per le famiglie di soli italiani (dal 4,9% del 2019). La criticità per le famiglie con stranieri è più marcata nei comuni fino a 50 mila.
“La povertà purtroppo è aumentata, ma è un problema che esisteva da prima. La pandemia non ha fatto altro che accelerare questi processi”. Questo il commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine dell’iniziativa Fiom per i 120 del sindacato dei metalmeccanici. “Non si è poveri solo perché non si ha un lavoro”, prosegue Landini, “spesso lo si è anche lavorando, perché ci sono salari bassi, part time involontari e forme precarie e sottopagate di lavoro”. Per Landini è necessario sancire “un lavoro non precario e un sistema di tutela nel lavoro che impedisca alle persone di dover competere per vivere e per lavorare. Chiediamo che si dia validità generale ai contratti nazionali per garantire stessi diritti alle persone che fanno stessi lavori, e rafforzare le tutele dello stato sociale”.
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