Oltre duemila richieste di aiuto alla Caritas di Arezzo, nel 32,9% per cento dei casi sono partite da italiani. Questa la realt fotografata dal nono Rapporto diocesano sulle povert presentato stamani presso la sede della curia vescovile aretina, che evidenzia come, lo scorso anno ulteriormente cresciuto il numero di persone che a titolo personale, o esprimendo il disagio delle rispettive famiglie, si sono rivolte ai centri Caritas. Se nell’anno precedente erano 2241 gli interventi realizzati, nel 2014 le richieste sono state 2335. In dissonanza con opinioni diffuse, i servizi offerti sono stati rivolti principalmente a italiani (32,9%). Poi le nazionalit rilevate dai servizi della Caritas sono state: Romania 19,7%, Marocco 11,6%, Albania 9,9% e Nigeria 3,3%. Preoccupante che la fascia d’et che manifesta il pi largo bisogno sia quella fra i 40 e i 49 anni d’et . Ancora una volta quest’anno la mancanza di lavoro o la grave instabilit della propria condizione lavorativa ed economica la causa principale del disagio, ma incidono anche problemi familiari, abitativi, di salute, dipendenze dal gioco e da sostanze. Contrariamente al pensiero comune solo lo 0,5% dei richiedenti aiuto ha problemi con la giustizia. Nel 2014 sono stati serviti 35mila pasti e donate 20 tonnellate di generi alimentari. Nelle case d’accoglienza gestite dalla Caritas sono state ospitate 151 persone, tra cui alcune madri con minori, per tempi relativamente lunghi, mentre al centro di accoglienza di San Domenico, sono stati registrati 3135 pernotti a favore di 107 persone che hanno potuto lavarsi e dormire. 200mila euro infine, la cifra erogata, tra interventi a fondo perduto e prestiti senza interessi a persone non bancabili.(ANSA).
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