Povert quasi triplicata. Caritas: uno su due ha meno di 34 anni
In Italia, dagli anni pre-crisi ad oggi, c? stato un aumento del 182 per cento dei poveri assoluti. Pesa la mancanza di istruzione e non solo tra i giovani. I dati raccolti nel nuovo rapporto annuale sulla povert . Soddu: ?Un esercito di poveri in attesa, che non sembra trovare risposte?La povert assoluta in Italia quasi triplicata dagli anni pre-crisi ad oggi: negli ultimi dieci anni aumentata del 182 per cento, ?un dato che d il senso dello stravolgimento avvenuto per effetto della recessione economica?. ? il nuovo rapporto 2018 di Caritas Italiana sulla povert e sulle politiche di contrasto presentato oggi a Roma a dare le dimensioni di un fenomeno che anno dopo anno, nonostante le misure introdotte ad oggi, non fa che crescere. ?In Italia il numero dei poveri assoluti continua ad aumentare – spiega la Caritas -, passando da 4 milioni e 700 mila del 2016 a 5 milioni e 58 mila del 2017, nonostante i timidi segnali di ripresa sul fronte economico e occupazionale?.Sempre pi poveri tra minori e giovani. Sono soprattutto i giovani a soffrirne negli anni successivi alla crisi economia e finanziaria che ha colpito l?intero occidente negli anni scorsi. ?Da circa un lustro la povert tende ad aumentare al diminuire dell?et – spiega la Caritas -, decretando i minori e i giovani come le categorie pi svantaggiate (nel 2007 il trend era esattamente l?opposto). Tra gli individui in povert assoluta i minorenni sono 1 milione e 208 mila (il 12,1 per cento del totale) e i giovani nella fascia 18-34 anni 1 milione e 112 mila (il 10,4 per cento): oggi quasi un povero su due minore o giovane?. Per quanto riguarda la cittadinanza, aggiunge il rapporto, la povert assoluta si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di soli italiani (5,1 per cento), ?sebbene in leggero aumento rispetto allo scorso anno?, precisa la Caritas. Livelli molto elevati di povert , invece, si riscontrano tra i nuclei con soli componenti stranieri (29,2 per cento). ?Lo svantaggio degli immigrati non costituisce un elemento di novit e nel 2017 sembra rafforzarsi ulteriormente – spiega la Caritas -. Volendo semplificare, tra i nostri connazionali risulta povera una famiglia su venti, tra gli stranieri quasi una su tre?.L?istruzione continua ad essere tra i fattori che pi influiscono (oggi pi di ieri) sulla condizione di povert , spiega la Caritas. I dati nazionali dei centri di ascolto, infatti, dimostrano anche una associazione tra livelli di istruzione e cronicit della povert . ?Esiste uno zoccolo duro di disagio che assume connotati molto simili a quelli esistenti prima della recessione – spiega Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana -, con la sola differenza che oggi il fenomeno sicuramente esteso a pi soggetti. Si tratta, dunque, di un esercito di poveri in attesa, che non sembra trovare risposte e le cui storie si connotano per una cronicizzazione e multidimensionalit dei bisogni davvero pericolose?. Secondo il rapporto, infatti, dal 2016 al 2017 si aggravano le condizioni delle famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza elementare (passando dal 8,2 per cento al 10,7 per cento). Al contrario i nuclei dove il ?capofamiglia? ha almeno un titolo di scuola superiore registrano valori di incidenza della povert molto pi contenuti (3,6 per cento). Particolarmente accentuato, nel nostro paese, anche il legame tra povert educativa minorile e povert . Per Soddu, si tratta di un ?fenomeno principalmente ereditario – spiega -, che a sua volta favorisce la trasmissione intergenerazionale della povert economica?. Il dossier della Caritas, infatti, evidenzia situazioni di maggior svantaggio ?proprio nelle regioni del Mezzogiorno che registrano i pi alti livelli di povert assoluta – si legge nel rapporto -. Al Sud e nelle Isole c? una minore copertura di asili nido, di scuole primarie e secondarie con tempo pieno, una percentuale pi bassa di bambini che fruiscono di offerte culturali eo sportive e al contempo una maggiore incidenza dell?abbandono scolastico?.La povert educativa colpisce anche gli adulti. Ad approfondire il tema, un?indagine sperimentale condotta sull?utenza Caritas in Germania, Grecia, Italia e Portogallo. ?Limitando l?analisi ai tre Paesi che condividono una comune classificazione dei livelli scolastici (Grecia, Italia e Portogallo) si conferma una situazione di forte debolezza scolastica degli utenti Caritas – continua il rapporto -: in media, l?11,4 per cento analfabeta o non possiede nessun titolo scolastico. Solo una esigua minoranza del campione (10,2 per cento) in possesso di un titolo di scuola media superiore. Il titolo di studi pi diffuso in tutti i Paesi esaminati tuttavia la licenza media inferiore (38,1 per cento)?. L?analisi mostra una forte correlazione tra l?assenza di titoli di studio e situazione reddituale della famiglia. ?Se nel campione complessivo quasi la met delle persone risulta privo di una fonte stabile di entrate economiche, l?assenza totale di reddito appare pi preoccupante nel caso delle persone che hanno un capitale formativo molto basso: si giunge infatti a sfiorare l?ottanta percento delle persone senza titoli di studio che, allo stesso tempo, non possono godere di nessun tipo di entrata economica?. Secondo la Caritas, si tratta di una popolazione di elevata marginalit sociale, in quanto all?assenza di lavoro si somma la quasi totale insufficienza del capitale formativo. ?In termini assoluti, questo tipo di utenti, in evidente situazione di esclusione sociale, pari al 4 per cento dell?intero campione – spiega il rapporto -. Si tratta quindi di un piccolo gruppo di persone per le quali tuttavia necessario un duplice intervento, per favorire la ricerca di un lavoro e al tempo stesso il raggiungimento di un livello formativo idoneo?. (Redattore Sociale)