Pistoia: Coordinamento donne Cgil e Spi Cgil, Il punto nascite dell’Ospedale di Pescia non deve chiudere

La chiusura del punto nascite dell’Ospedale Cosma e Damiano di Pescia può far pensare ai
peggiori scenari per il futuro di tutto il complesso ospedaliero. Accertato che non vi è legame
alcuno con la diminuzione delle nascite (peraltro molto contenuta), è chiaro che si poteva non
arrivare alla chiusura. Si tratta quindi di un ulteriore taglio, stavolta ad uno dei servizi che fino a
poco tempo addietro costituiva un’eccellenza sanitaria, un vero fiore all’occhiello del nostro
territorio.
Manca personale e non si è programmato in tempo un investimento in questa direzione, con la
miopia tipica di chi pensa all’azienda e non alle persone. Non si sono sfruttate le potenzialità che un
reparto maternità prevalentemente operante sul basso rischio può offrire: potenziamento del
rapporto coi consultori per la continuità di assistenza della donna, rispetto della fisiologia al
momento del parto, aggiornamento e formazione continua delle ostetriche per la
demedicalizzazione dell’assistenza nel percorso nascita: metodi e strumenti in linea con le
raccomandazioni ministeriali, prendersi cura delle donne, dell’altro genitore e dei nascituri,
restituire bellezza e unicità all’evento nascita per tutta la famiglia.
Certo non è un bel servizio alla lotta contro la denatalità. I motivi per cui in Italia non si fanno più
figli sono molteplici, ma sicuramente anche il rispetto e la cura della donna in gravidanza, durante e
dopo il parto, influiscono: favorire un’esperienza positiva individuale diventa valorizzazione sociale
della nascita, con effetti di contagio e di incentivo enormi.
Saranno le donne della Valdinievole, delle zone periferiche e collinari a pagare il prezzo di questa
chiusura, con disagi per tutta la famiglia, con la mancanza di quella rete affettiva fondamentale, in
un momento così delicato della propria vita, che un ambiente piccolo e conosciuto può meglio
garantire. Un bel premio per chi decide di fare figli!
Le lavoratrici e le donne pensionate della CGIL constatano altresì che l’ASL Toscana Centro invita
a non allarmarsi e sostiene che la chiusura sarà solo temporanea, prospettando anche nuove funzioni
da attribuire all’ospedale (centro per fecondazione assistita) anche a seguito del milione di euro
speso recentemente per la ristrutturazione del reparto.
Ne prendiamo atto e vigileremo sul coerente operato delle Istituzioni preposte e dell’Azienda
Ospedaliera, ma al momento prevalgono preoccupazione e indignazione verso questa mancanza di
rispetto e di considerazione di una prerogativa unica della donna: la sua capacità di partorire ed il
suo diritto di farlo in sicurezza e in contesti di prossimità.

Coordinamenti Donne CGIL e SPI

Pulsante per tornare all'inizio