PIL: CGIL, SENZA CAMBIAMENTI NEL 2012 CALO OLTRE 2%

Senza cambiamenti nelle politiche europee e nazionali il Pil calera’ quest’anno per almeno il 2% se non oltre. Serve urgentemente una svolta a partire dalla creazione di un piano straordinario per l’occupazione. Cosi’ il segretario confederale della Cgil, responsabile delle politiche economiche, Danilo Barbi, commenta i dati sul Pil diffusi oggi dall’Istat.Secondo il dirigente sindacale per contrastare la recessione che si sta abbattendo violentemente sull’Italia c’e’ bisogno di cambiamenti nelle politiche europee e in quelle nazionali il calo del Pil italiano sara’ nel 2012 almeno del 2% se non superiore. Tutto questo rende sempre piu’ necessaria quella svolta di politica economica che Cgil Cisl Uil rivendicano al governo con la manifestazione di sabato 16 giugno: e’ urgente una restituzione fiscale per lavoratori e pensionati sui quali si sono scaricate la maggioranza delle scelte fatte dal governo ed e’ giusto quindi superare l’Imu per la prima casa di abitazione.Ma soprattutto, prosegue, c’e’ bisogno di finanziare un piano straordinario per la creazione di lavoro, in particolare per giovani e donne a partire dal Mezzogiorno. Le risorse si possono recuperare con una tassazione sulle grandi ricchezze, con un piano strutturale contro l’evasione fiscale e attraverso un accordo con la Svizzera per il rimborso dei capitali esportati. Tra le altre misure da adottare, conclude Barbi, anche quella della riduzione del 20% dei Cda delle societa’ pubbliche e il blocco per due anni delle consulenze di tutte le amministrazioni pubbliche. ASCAPIL: NEL 1øTRIMESTRE -0,8% SU ANNO -1.4% PEGGIOR CALO DAL 2009Prodotto interno lordo in calo in Italia. Nel primo trimestre del 2012 il Pil – secondo i dati dell’Istat -, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, e’ diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% nei confronti del primo trimestre del 2011. Quello registrato nei primi tre mesi dell’anno e’ il calo peggiore dal primo trimestre 2009, quando per l’economia italiana si era registrata una flessione del 3,5%, sempre rispetto al trimestre precedente. Il dato conferma quindi che l’Italia e’ in recessione. La stima preliminare diffusa il 15 maggio scorso aveva rilevato la stessa diminuzione congiunturale e una diminuzione tendenziale dell’1,3%. Il primo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in piu’ rispetto sia al trimestre precedente, sia allo stesso trimestre del 2011. La variazione del Pil acquisita per il 2012 e’ pari a -1,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 1,2 punti percentuali alla crescita del Pil (-0,6 i consumi delle famiglie, -0,7 gli investimenti fissi lordi, mentre la spesa della PA ha contribuito positivamente per 0,1 punti percentuali). Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla crescita del Pil (-0,5 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta e’ stato positivo per 0,9 punti percentuali. L’andamento dell’offerta mostra variazioni congiunturali negative per il valore aggiunto dell’industria (-2,0%) e dei servizi (-0,6%), mentre quello dell’agricoltura e’ aumentato del 4,9%.ÿ ASCA

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