Piaggio: Rossi, comprendo rabbia operaie precarie sul tetto Presidente Toscana si appella a azienda, dar loro prospettive

Sono molto preoccupato della situazione che si  venuta a creare e comprendo la rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori che sono saliti sul tetto. Giˆ nelle scorse settimane ero intervenuto chiedendo attenzione su questa vicenda. Oggi torno a rivolgere un forte appello alla Direzione della Piaggio affinchŽ si riapra immediatamente un confronto con le organizzazioni sindacali e si dia quindi una prospettiva a chi per molti anni ha lavorato all’interno dell’azienda”. Lo afferma il presidente della Regione Toascana Enrico Rossi esprimendo vicinanza ai lavoratori e la preoccupazione per la situazione che si  creata in questi giorni alla Piaggio di Pontedera (Pisa) dove sul tetto di un capannone esterno all’azienda si sono accampate da tre giorni per protesta operaie precarie da molto tempo che chiedono la stabilizzazione. “Non siamo all’anno zero – prosegue Rossi – Sappiamo che esiste una proposta avanzata da tempo da tutti i sindacati che potrebbe portare a un progressivo assorbimento dei cosiddetti ‘contrattisti’ nell’organico aziendale; in ogni caso, chiediamo alla Piaggio di fare ogni sforzo per garantire l’occupazione di questi lavoratori. Spero si segua al pi presto la strada del confronto che  l’unica in grado di portare a dei risultati tangibili”. (ANSA).Piaggio: precarie su tetto, stanotte temporale ma resistiamo Da 15 anni interinali ora chiedono la stabilizzazione del postoAncora un’altra notte sul tetto per chiedere la stabilizzazione del posto di lavoro. Ma questa, rispetto alla precedente,  stata terribile, a causa del temporale, per le ex lavoratrici precarie della Piaggio che per il terzo giorno ‘occupano’ il tetto del cosiddetto Palazzo Blu, stabile in prossimitˆ dell’ingresso merci dello stabilimento Piaggio di Pontedera (Pisa). La protesta  stata organizzata per chiedere “la definitiva stabilizzazione delle donne dopo 15 anni di lavoro interinale”. Pioggia e vento hanno costretto le lavoratrici a rimuovere il gazebo allestito sul tetto e a trovare riparo nel vano scale all’ultimo piano dell’edificio. “E’ stata dura – racconta una di loro – ma noi resistiamo, non ci fermeremo e proseguiremo la nostra protesta finchŽ non otterremo risposte concrete sul nostro futuro”. (Fonte ANSA)”

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